Recensione: Il custode di Francesca Tamburini

Un universo in cui la magia è riservata alle ragazze. un Giovane uomo i cui poteri sono un dono e una maledizione. un diario misterioso che può cambiare tutto.

Leo ha quindici anni e ha passato gran parte della sua vita a nascondere i suoi poteri. Nel suo mondo, infatti, la magia è riservata alle ragazze, che ne sono le custodi. I ragazzi, invece, sono relegati al ruolo di ranger preposti a combattere le Creature del Caos, esseri minacciosi e letali per la sopravvivenza di tutti. Per questo, all’Accademia di Asterfield, dove studia per diventare ranger, nessuno, ma proprio nessuno deve venire a conoscenza delle capacità di Leo, il quale si sente profondamente diviso tra chi dovrebbe essere e chi in realtà è davvero. Quando per caso trova il diario di un misterioso studente di tredici anni prima, che si firma il Custode e racconta dei suoi poteri magici, Leo ha l’impressione di aver trovato un amico, uno spirito affine, qualcuno con cui può sentirsi finalmente libero. Ma la libertà, si sa, talvolta ha un prezzo. Leo sarà disposto a pagarlo, anche a costo di grandi sacrifici?

Il custode è un libro che mi ha messo in difficoltà al momento della recensione perché ha tanto da dire e, allo stesso tempo, niente.

Verrebbe da dire: leggetelo! Senza aggiungere altro, ma sarebbe molto riduttivo.

Si tratta del romanzo d’esordio di un‘autrice già famosa come content creator e, devo dire, che è stato veramente un buon inizio.

Non si tratta di una storia complicata, non ha uno stile particolare ma, anzi, è molto semplice (forse fin troppo). Ti fa entrare in un vortice di cultura pop dove è impossibile non trovare richiami a Harry Potter, alle Winx, a Percy Jackson e a tanti altri titoli fantasy che hanno fatto parte dell’infanzia e dell’adolescenza di molti di noi.

L’Accademia che mi ha ricordato Harry Potter, la divisione fra maschi e femmine che richiama le scuole presenti in Winx, il viaggio iniziato da tre personaggi che riconduce sia agli ultimi Harry Potter che al primo Percy Jackson…

Sono tutti elementi che ricordano tantissimo altri titoli e questi sono solo alcuni esempi.

La storia ruota attorno a Leo, abitante di un mondo ove la magia è di casa, ma che è a uso esclusivo delle donne. Per gli uomini c’è solo la possibilità di diventare Ranger e combattere quelle che sono chiamate “Creature del Caos“.

Questo è il destino che attende il nostro protagonista, ma lui ha un qualcosa di diverso rispetto a ogni altro ragazzo: può usare la magia e questa è una dote che va contro le leggi del mondo.

Una caratteristica da tenere segreta perché contro natura: l’unica volta che ha provato ad aprirsi con qualcuno è stato additato come mostruosità.

L’ingresso di Leo nell’Accademia è problematico, non è a suo agio, sente di essere diverso. E’ obbligato a comportarsi diversamente dalla sua indole e questo è un messaggio per niente velato, che salta agli occhi immediatamente. Si tratta di un libro che parla di inclusione e accettazione di sé stessi, anche quando si è diversi o si hanno interessi che la società non approva; è stato impossibile non scambiare la magia con un orientamento diverso da quello eterosessuale, e sentirsi stringere il cuore per Leo, per quel ragazzino che vuole solo essere se stesso senza pregiudizi.

Ma questa è solo una delle tante connotazioni che si possono dare, perché questo è un romanzo che parla a tutti coloro che si sono sempre sentiti fuori luogo per qualcosa che, semplicemente, non è la prassi, non è quello che ci si aspetta.

Un romanzo che avrei voluto leggere quando ero più piccola, quando avrei avuto bisogno di sentirmi dire ‘ehi, va bene così come sei’, in perfetta linea con il target per cui è stato scritto e a cui parla.

Ciò non significa che non può essere letto anche da chi è più adulto: magari viene meno la forza del messaggio, vengono più a galla alcuni difetti narrativi, però la forza con cui si scava un piccolo posto nel cuore è sempre la stessa.