Recensione: Il diavolo di Manhattan di Joanna Shupe

Justine Greene è figlia di un’agiata famiglia che abita nei quartieri alti di Manhattan. Dedita da anni al volontariato nelle mense dei poveri, si occupa inoltre con passione dei casi che la Società di assistenza legale del cognato avvocato, Frank, non ha modo di seguire, specie quelli che riguardano l’abbandono di mogli e figli. E proprio per risolvere uno di questi casi decide di rivolgersi a Jack Mulligan, il potentissimo capo della malavita di Lower Manhattan. Di lui si dice che si interessi di arte, che conosca le lingue e che, nonostante sia un tipo spietato, sia anche molto rispettoso delle donne. Ma quale stupore quando Justine scopre che l’ufficio di Mulligan è impreziosito da tappeti, mobili antichi, opere d’arte… e lui la lascia letteralmente senza fiato. Cosa vorrà quel diavolo per aiutarla?

Bentornate, Fenici!

Oggi ritorniamo nella New York del 1893 e i nostri protagonisti sono Jack Mulligan, il capo della malavita di Lower Manhattan, e Justine Greene, la terza sorella, l’ultima di cui non sapevamo ancora nulla.

Justine lavora per la sorella e il cognato dando assistenza legale e lei come volontaria perora le cause e cerca Mulligan, l’uomo più pericoloso della città, per un aiuto ed è subito scontro, scintille, fuoco!

Lui, ovviamente e come sempre, è un gran pezzo di figo, stronzo, cattivo ma possiede buon gusto, un diavolo in tutti i sensi. Justine passa inosservata anche se lui vede in lei qualcosa di più.

“Quella virginale principessa dei quartieri alti, angelo e benefattrice, gli aveva sconvolto la vita.”

Justine è la più piccola delle sorelle Greene, testarda e volitiva, aiuta gli altri senza pensare a se stessa e, quando sulla sua strada arriva Jack, tutto quello in cui credeva viene sconvolto. Sì, lui è un malvivente erudito ma di gran cuore, un uomo che ha subito parecchio durante l’infanzia e che ha dovuto lottare con le unghie e con i denti per emergere, se non voleva essere fagocitato da quel mondo malsano e perverso che era la New York di fine Ottocento. E che cosa può accadere quando due personalità come queste si incontrano? Fuochi d’artificio.

“Rimanete e io realizzerò i vostri sogni più oscuri.”

Questa autrice ha la capacità di portarti nel periodo storico scelto con una facilità estrema, creando un libro accattivante fin dalla prima pagina e che non risulta affatto noioso; le scene descritte nei minimi dettagli senza essere pesanti o ridondanti.

“Spera chiaramente di ottenere l’unica cosa che non avrà mai: te.”

Ho apprezzato il coinvolgimento delle due sorelle precedenti con le loro rispettive metà, anche se a volte risultano delle vere e proprie impiccione e ho capito che lo fanno per lei, che si preoccupano e tutto… ma se uno si innamora, che cosa ci può fare? L’unica che ha capito tutto della storia e di Justine è la nonna: si sa, le nonne vedono più in là ed è rimasta piacevolmente colpita dall’uomo ben vestito, affabulatore e dal grande carisma.

Quindi, il romanzo è approvato e promosso a pieni voti.

Alla prossima!

Un saluto dalla vostra Mal