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Recensione: “Il diavolo ti versa il caffè sulla maglietta” di Miss Ansia

Titolo: Il diavolo ti versa il caffè sulla maglietta

Autore: Miss Ansia

Editore: Collana Brightlove

Genere: Chick-lit (Enemies to Lovers)

Cliffhanger: No

Pagine: 450

Data di pubblicazione: 10 novembre 2021

“La moda esige sacrifici, ma il Diavolo di più.”

Il lavoro dei tuoi sogni è finalmente realtà, la moda ormai è il tuo pane quotidiano. Bene, cosa potrebbe mai andare storto? Ecco, forse se Chloe Williams non avesse osato chiedere tanto al destino, probabilmente non avrebbe più dovuto rivedere quello che per lei è il Diavolo in persona. Sei anni fa lui le ha versato il caffè sulla maglietta, uno di quegli incontri che ti rovinano la giornata e che ti condannano la vita. Ma il lavoro è lavoro e Andrew Jones, oggi, è solo un cliente come tutti gli altri, con tanto di fidanzata appiccicosa a seguito. Le premesse per l’Apocalisse ci sono tutte, se non fosse che l’attrazione tra loro è ancora così palpabile da illuminare l’intera Parigi durante la fashion week. Passione, odio, opportunità irrinunciabili e decisioni da prendere. E se questa volta la scelta fosse tra la tua adorata carriera e l’unico uomo capace di farti battere ancora il cuore?

 

Miss Ansia torna con un’irriverente commedia romantica tutta da leggere. A metà strada tra imprecazioni e baci da capogiro, riuscirà a farci sorridere e sognare proprio come in “Amore all’ultima vodka” e “L’amore è per i deboli (di cuore)”? Beh, non ci resta che scoprirlo insieme. Perciò, allacciatevi le cinture, perché si vola a Parigi e no, non sarà proprio una passeggiata di salute, questa.

**Chick-lit (Enemies to Lovers) Autoconclusivo**

 

Care fenici, se Il diavolo veste Prada è uno dei vostri film preferiti, forse questa storia fa al caso vostro.

Il romanzo potrebbe scaldare il cuore soprattutto agli amanti del caffè, visto che la bevanda è il motore che aziona tutti gli ingranaggi.

Chloe incontra per la prima volta l’imprenditore Andrew Jonas quando frequenta l’ultimo anno di liceo. L’uomo è di diversi anni più grande e, accidentalmente, le versa del caffè sulla t-shirt bianca.  Tra un battibecco e un rimprovero, i due finiscono per innamorarsi, ma la loro storia non durerà molto a causa di vari equivoci.

Rincontriamo i nostri protagonisti sei anni dopo. Chloe è un’aspirante stilista ed è riuscita a ottenere un incarico nella rinomata azienda della temuta Charlotte Richards. I suoi primi clienti saranno proprio Andrew e la sua nuova fidanzata. Lavorare fianco a fianco porterà i due a mettere a nudo sentimenti mai sopiti, complici le tazze di caffè sempre pronte a essere rovesciate sugli abiti.

Il diavolo ti versa il caffè sulla maglietta è una storia che punta davvero molto sull’ironia e la simpatia. Per lo stile di scrittura mi ha ricordato molto una fan fiction: tanti dialoghi, avvenimenti significativi in ogni capitolo e un epilogo che raccoglie e unifica i vari pezzi.

Alcuni lati del carattere dei personaggi vengono particolarmente evidenziati per rendere al meglio la comicità. Ne è un buon esempio la nonnina promiscua e abbonata a vari siti porno. L’ho adorata!

Se quest’aspetto riesce molto bene su alcune figure, capaci di far sorridere, non vale la stessa cosa per la protagonista, Chloe. Lei mi ha ricordato troppo la Mary Sue di turno: è la più bella, brava, fortunata e privilegiata. Interi capitoli sono basati sulle sue pippe mentali, dove passa dall’insicurezza alla convinzione di essere perfetta. Di pagina in pagina la mia avversione non faceva altro che aumentare, poiché nei discorsi e negli atteggiamenti il suo personaggio diventava saccente, incredibilmente dotato e candidato alla santità. Il voler rendere tanto pregevole la protagonista ha ottenuto, ai miei occhi, un effetto contrario, dato che dopo un po’ mi è stato inevitabile considerarla una figura immatura, volubile e poco definita.

Credo che, per il decorso della storia, siano stati aggiunti molti capitoli filler: non sono propriamente utili ai fini della trama, ma inseriscono personaggi divertenti e piacevoli, seppur marginali e di non troppa influenza.

Avrei preferito leggere, magari, qualcosa in più riguardo al contesto lavorativo in cui la storia si sviluppa, che trova poco spazio nella narrazione. Approfondire ulteriormente l’argomento del mondo della moda, delle difficoltà che affronta chi sceglie di seguire questo percorso sarebbe di sicuro stato stimolante e gradevole.

Mi ha poco convinta anche la scelta dell’autrice di creare situazioni irreali, che ai miei occhi hanno avuto il solo scopo di esaltare le abilità di Chloe. Per fare un esempio, la suddetta stagista detta legge e ordina caffè al suo superiore, inoltre battibecca volutamente in maniera acida con colleghe che nemmeno conosce. Quanto può essere realistico? Per non parlare, poi, delle disoccupate con difficoltà economiche che ricevono in dono dal padre una Lamborghini! Magari fosse sempre così!

La controparte maschile, Andrew, fa pendere l’ago della mia personalissima bilancia verso pareri decisamente più miti. Mi è piaciuto il fatto che il suo fosse un personaggio deciso, un punto fermo nei momenti in cui Chloe vacilla. Il loro è un legame a tratti particolare, ma il lato romantico è ben sviluppato. Non ci sono momenti stucchevoli, tuttavia le lettrici più zuccherine apprezzeranno le belle dichiarazioni che i due si scambiano nell’epilogo.

Per un mio personalissimo gusto la lettura non è stata entusiasmante. Non sono stata in grado di coglierne “l’anima” e ho risentito parecchio della mancata empatia verso il personaggio principale femminile, oltre che dell’eccessiva presenza di cliché; purtroppo non li gradisco molto. Essendo interamente raccontata con tono umoristico, potrebbe essere, però, una buona scelta per le amanti del genere “chick lit”, di cui rispetta i canoni.

 

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