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Recensione: Il giardino sull’acqua di Liz Fenwick

Titolo: Il giardino sull’acqua 

Autore: Liz Fenwick

Genere: Romanzo rosa

Editore: Tre60

Target: +18

Data di pubblicazione: 27 settembre 2022

Dopo un matrimonio burrascoso, Theo Pascoe decide di mollare tutto per trasferirsi in un piccolo borgo della Cornovaglia, dove da bambina trascorreva le vacanze con sua nonna Claire. Ha acquistato un vecchio cottage sulle rive del fiume Tamar, e l’idea di ristrutturare quella casa tanto malandata quanto ricca di fascino, e soprattutto di riportare il giardino alla sua antica bellezza, rappresenta per lei una prospettiva entusiasmante. Tuttavia il sogno di Theo di una tranquilla vita di campagna viene infranto quando s’imbatte in una scatola contenente una raccolta di lettere risalenti a un secolo prima. Sono state scritte dal fronte francese durante la Prima guerra mondiale e raccontano l’amore travagliato di un semplice soldato per una giovane nobildonna che non potrà mai avere al suo fianco. E mentre Theo, incuriosita, cerca di ricostruire la storia di quei due innamorati infelici, intuisce che le vicende riportate in quell’appassionata corrispondenza riguardano in qualche modo lei e la sua famiglia. E a poco a poco riaffiorano inaspettati legami con quel lontano passato…
Come variopinte tessere di un mosaico, le vicende dei personaggi del romanzo di Liz Fenwick si susseguono e s’intrecciano mirabilmente sullo sfondo degli affascinanti paesaggi della Cornovaglia, in una narrazione dove l’indiscusso protagonista è l’amore, in tutte le sue sfaccettature.

 

 

Un bellissimo romanzo che racconta le vicende parallele di due donne: Lady Alice, vissuta nei primi anni del 900 e Theo Pascoe, un’esperta di architettura del verde che dopo un tristissimo divorzio va a vivere in un piccolo cottage sulle rive del fiume Tamar, nelle desolate e solitarie lande della Cornovaglia.

Durante i lavori di ristrutturazione del cottage, quest’ultima ritrova un pacchetto di lettere che Lady Alice Exeter ricevette dal fronte della grande guerra da Zachary Carne.

Grazie alla corrispondenza e a una serie di fortunate coincidenze, Theo e suo fratello Martin – un sacerdote cattolico – entreranno in contatto con la nobile famiglia dei conti di St Loy e conosceranno la storia tristissima di una giovane donna che voleva essere libera e si batteva per il suffragio universale, ma che non compresa era stata esiliata in una remota proprietà in Cornovaglia dove aveva vissuto uno sfortunato amore per un giovane sorvegliante.

Un destino infausto che si era tristemente ripetuto con John, figlio di Lady Alice e Claire (la nonna di Theo) e infine per la protagonista stessa che prima di sposarsi aveva vissuto un brevissimo e infelice amore per un pittore francese.

Tre donne dunque legate da avvenimenti simili, intricati legami di sangue e la triste consapevolezza di come il genere femminile sia destinato da millenni a sopportare il peso di segreti e pregiudizi che fanno fatica a scomparire.

L’elemento naturalistico di piante e fiori legati al lavoro di Theo, una professione stupenda che né la madre né il primo marito avevano apprezzato, rivelano un animo nobile e profondo che la donna, grazie agli insondabili giochi del DNA, ha ereditato proprio da Lady Alice insieme a un’impressionante somiglianza fisica.

Toccherà proprio a Theo chiudere il cerchio della storia e mettere a posto, in qualche modo, i torti e le ingiustizie patiti dai suoi antenati.

Bellissimo e triste, Il giardino sull’acqua mi ha particolarmente emozionato.

 

«Non esiste la libertà a questo mondo.» Si posò le mani in grembo e guardò Alice negli occhi. «Ci sono livelli di libertà resi possibili dal denaro, dal sesso, dalla classe sociale, ma nessuno è libero, neppure l’eremita nel deserto. Ricordatelo, Alice, e chiediti a quale grado di libertà puoi ambire, perché non sarai mai libera.»

 

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