Recensione: Il guardiano invisibile
Il guardiano invisibile (El guardián invisible) è un film del 2017 diretto da Fernando González Molina. È il primo film della Trilogia del Baztán ed è tratto dall’omonimo romanzo del 2013 scritto da Dolores Redondo. Eccovi il trailer.
Paese di produzione: Spagna
Anno di uscita: 2017
Titolo originale: El guardián invisible
Genere: Giallo, Drammatico
Durata: 129 minuti
Regia: Fernando González Molina
Cast: Marta Etura, Elvira Mínguez, Francesc Orella
Una detective torna nella sua città nativa in spagna per catturare un killer di adolescenti e deve affrontare i demoni del suo passato. Parte 1 della Trilogia del Baztán. (Fonte NETFLIX)
Ciao a tutti, film lovers!
Dimenticare è un atto involontario. Più vuoi lasciarti alle spalle qualcosa, più quella ti segue (William Jonas Barkley)
Il nostro passato determina ciò che siamo nel presente; possiamo trarre insegnamento da esso per affrancarci dagli eventuali sbagli commessi o possiamo lasciarci condizionare e continuare a incorrere nell’errore. In un modo o nell’altro, però, è grazie alle esperienze pregresse della nostra vita che possiamo definire il nostro presente.
Il passato è una cicatrice invisibile che segna la nostra anima, così come un graffio resta marchiato sulla nostra pelle. Poco importa quanto quel segno possa essere deturpante, è lì e non può essere cancellato. Si può solo imparare a conviverci.
Ne è ben cosciente la detective Amaia Salazar, ex agente dell’FBI, segnata nel profondo da dolorosi ricordi legati alla sua infanzia che ancora la perseguitano nei suoi sogni. La donna decise in gioventù di scappare da Baztán – piccolo paese basco nel quale è nata e cresciuta – per rifugiarsi negli Stati Uniti dove ha poi conosciuto e sposato James, un artista con cui si è successivamente trasferita a Pamplona.
La donna torna nel suo paese natale per indagare sull’omicidio di un’adolescente di tredici anni. Il cadavere della fanciulla viene trovato in una posizione che ricalca un rituale di purificazione che rimanda al mito basco del Basajaun, protettore della purezza dei boschi.
Le indagini porteranno a risvolti inaspettati e a rivelazioni sconvolgenti…
Il guardiano invisibile è il primo dei film che compongono la trilogia del Baztán, ispirata all’omonima serie di romanzi di Dolores Redondo.
L’intera trama si svolge su un doppio piano narrativo che oscilla tra presente e passato; quest’ultimo affonda le radici negli incubi ricorrenti della nostra protagonista. In tale cornice onirica, veniamo progressivamente a conoscenza di dettagli sull’infanzia della detective e del suo controverso rapporto con alcuni membri della famiglia, principalmente la sorella maggiore Flora e la madre Rosario.
La caccia all’omicida, che si scopre poi essere un serial killer, coinciderà con la lotta di Amaia contro i propri demoni che si riveleranno essere terribilmente reali.
Sfruttando il suo geniale intuito, la donna riuscirà a sciogliere non solo i nodi intricati che legano gli omicidi, ma anche quelle cinghie che fino a quel momento avevano stritolato il suo cuore.
Unica pecca dal mio punto di vista è lo sviluppo un po’ troppo frettoloso del mito e del fanatismo religioso su cui poggia la follia dell’omicida, tema che viene sacrificato a favore del percorso interiore della protagonista. Certo, il modo in cui la sua psiche evolve, va di pari passo con le fasi dell’indagine, ma la mancanza di approfondimento sul piano mitologico-religioso, toglie quel quid che avrebbe reso il prodotto perfetto ai miei occhi.
Comunque, se vi piacciono i thriller calati nei miti popolari e religiosi non potete perdere questo film; personalmente consiglio però la visione anche a chiunque voglia godersi un buon giallo dalle sfumature ombrose con la giusta dose di suspense.
La storia è di per sé autoconclusiva, ma data la sua appartenenza a una trilogia, non si può mancare di vedere anche Inciso nelle ossa e Offerta alla tormenta.
Alla prossima