Recensione: IL NODO – I sentieri del peccato Serie di PAM GODWIN
Autrice: Pam Godwin
1. Il nodo
2. Buckled
3. Booted
Cerco di dimenticarla.
È impossibile.
Essendo cresciuti insieme, io e Conor abbiamo condiviso tutte le nostre prime volte.
Primo amore, primo bacio, primo…
No, non tutte le nostre prime volte.
Avevamo sedici anni, la notte in cui lei è stata aggredita brutalmente, mentre io guardavo impotente.
Non dimenticherò mai i suoni della sua sofferenza.
Né la mia agonia inconsolabile, quando lei ha lasciato l’Oklahoma.
Anni dopo, torna per onorare il nostro patto adolescenziale.
Solo che il ragazzo che amava non esiste più; è stato sostituito da un allevatore di bestiame spietato, avviluppato in un intrico di segreti.
Conor non conosce i miei desideri oscuri, né i sentieri del peccato che conducono a lei.
Io non la merito, ma la verità rimane.
Lei è mia.
Essere rifiutata da ogni persona che ho amato ha dato avvio a un circolo vizioso di odio per me stessa. Finché ho capito che la migliore vendetta è incentrare tutti i miei sforzi su di me, anziché soffermarmi su di loro. (Tratto dal libro)
Il nodo del titolo… è quello che proviamo allo stomaco durante la lettura! Per tutta la prima parte non riusciamo proprio a respirare, a causa delle scene forti e violente e delle emozioni intense provate dai protagonisti.
È una storia corale di quattro ragazzi: due innamorati tra loro, e i rispettivi fratelli. Orfani di madre, hanno vissuto la loro infanzia insieme nello stesso ranch come una grande famiglia.
Chinandomi, inspiro il profumo dei suoi capelli, dei suoi baffi, del suo respiro. Odora di cuoio e acciaio, testosterone e sesso. Odora come la versione da uomo del ragazzo di cui mi ero innamorata. (Tratto dal libro)
Le prime vicende si svolgono quando hanno sedici anni e sono puri, innocenti, innamorati e vergini.
In un solo giorno le loro vite cambiano completamente.
Conor viene stuprata davanti a tutti gli altri in una scena tremenda, e questo è l’inizio di una serie di biglie che cadono e distruggono il loro futuro: il fratello viene arrestato, lei allontanata in un’altra città e i gemelli inizieranno a covare senso di colpa, rancore, desiderio di vendetta. Prima di separarsi, siglano un patto di sangue per vendicarsi dello stupratore quando uscirà di prigione, dopo sette anni.
Il sesso è così pesantemente annodato intorno ai miei ricordi di lui, da essere diventato un attacco di panico dall’innesco facile in attesa di scatenarsi. I miei sentimenti contrastanti per lui, il suo tradimento, il canyon… tengo tutto sotto chiave. Fino a quando qualcuno non mi afferra il polso, mi si appressa alla schiena, o semplicemente mi coglie impreparata. Allora tutto si solleva dai miei polmoni in iperventilazione. (Tratto dal libro)
Veniamo coinvolti in modo particolare nella tragedia di Conor e nel vedere smantellate, un pezzo dopo l’altro, le sue ancore di sicurezza. A causa del padre perde del tutto i contatti con il suo ragazzo, suo fratello e l’amico d’infanzia. Sradicata dal ranch e da tutto ciò che è familiare, non ha tempo o modo di superare il trauma per l’aggressione sessuale e diventa vittima di violenze fisiche e privazioni. Tenta in un secondo momento di ricongiungersi con i ragazzi, ma viene brutalmente allontanata.
Assistiamo allo sgretolarsi del suo cuore, delle sue certezze, del suo intero mondo, e al tentativo di ricostruirsi come donna sola, alla ricerca di un futuro.
Anziché farla finita decide di diventare più forte, costruisce dei muri per difendere la sua sensibilità, compra una moto, si tatua, diventa una versione indurita di se stessa.
“Hai ricevuto la mia email e sapevi che sarei arrivata oggi. Volevi che ti trovassi con lei.” I muscoli si contraggono lungo la sua mascella immobile e i suoi splendidi occhi marroni mi inchiodano con un gelido silenzio. Una crepa attraversa il ponte dell’infanzia che ci collega. I cavi di sospensione si spezzano. Le travi si torcono e si lacerano. I pilastri si sgretolano. Il legame tra noi crolla, lasciando un vuoto spalancato, profondo e vasto e scuro come un oceano. Sento che ci sto cadendo dentro. Spezzandomi sotto i pesanti frammenti frastagliati. Boccheggiando in cerca d’aria sul fondo dell’oblio. “È perché sono guasta?” Combatto l’istinto di abbracciarmi, di proteggere la mia vulnerabilità. “Che cosa?” I suoi occhi si stringono pericolosamente. “Quella notte nel canyon… sono usata. Sporca. Senza valore.” “No!” (Tratto dal libro)
L’atteggiamento dei ragazzi resterà ambiguo per un lungo momento: i sedicenni spensierati che erano stati non esistono più, notiamo ora tutto il peso dei sentimenti negativi e del loro lato oscuro completamente dedito al bisogno di vendetta.
Striscia in sottofondo un ammiccamento alle preferenze BDSM di Jake, che ben si sposano con l’atteggiamento autoritario e sicuro che ha ora, essendo più maturo.
Lasciare Conor fuori dai giochi significa proteggerla da un gioco pericoloso che stanno scoprendo dietro all’evento traumatico che hanno vissuto. Da quando Conor tenta di rintracciarlo e lui è costretto a rifiutarla, Jake ha tempo cinque anni per elaborare il suo piano per farsi perdonare, riconquistarla, aiutarla a superare il disturbo da stress post traumatico e raggiungere il loro lieto fine, ma dopo tutti quegli anni lei non sarà più la ragazzina ben disposta che era un tempo.
“Hai bisogno di elaborare il dolore per la nostra relazione.” Ha bisogno di essere arrabbiata per tutto questo. Ha bisogno di guardarsi indietro, riflettere e concedersi di essere triste. E io non posso andare avanti insieme a lei, finché non riconoscerà le cose che ho fatto. “Non sono spezzata” sussurra. “Non hai bisogno che io ti aggiusti. Hai bisogno che mi sieda insieme a te nella tristezza.” (Tratto dal libro)
Sette anni dopo: la reunion.
Conor non si lascerà avvicinare emotivamente senza lottare, avrà parecchie riserve sull’ex fidanzato che le ha spezzato il cuore con tanta facilità e troverà davvero difficile concedergli di nuovo fiducia.
Ma Jake non è uno sprovveduto e riesce in parte a manipolarla: ha avuto tempo per imparare le tecniche per superare i traumi (a tratti sembra agire come un vero professionista in ambito psichiatrico, ma è logico pensare che in cinque anni abbia avuto modo di approfondire nei modi più opportuni il DSPT), ma quello che è davvero intrigante (e che talvolta ci lascia a occhi sbarrati) è la strategia che studia per riconquistarla e legarla di nuovo a sé. In cambio della disponibilità a concederle spiegazioni sull’intrigo che ha portato alle minacce passate e ai comportamenti deprecabili dei tre ragazzi, ottiene l’assenso per attraversare, insieme a lei, gli angoli più dolorosi dei loro ricordi, uscendo dalla negazione per elaborare, via via, la rabbia, la paura, il dolore, la tristezza finché non riuscirà a lasciare andare il passato.
“Ci sono così tanti…” Segreti. Mi passo una mano sul viso. “Potrei riversarti tutto addosso in questo momento. Rivelarti tutto. Ma se lo facessi, perderei la mia leva.” “Leva per cosa?” Ci siamo. “Per la tua obbedienza.” Quando inizia a interrompermi, sollevo una mano. “Rimuoverò le tue barriere, pezzo dopo pezzo, usando i miei metodi.” (Tratto dal libro)
Un percorso di ricostruzione vera e propria che non farà da sola, ma con Jake al suo fianco (che a sua volta non ha mai affrontato il senso di colpa per essere stato impotente di fronte alla situazione), per potere soffrire, piangere e camminare insieme sul suolo desolato del loro passato traumatico, prima di lasciarselo alle spalle.
La forzatura con cui Jake concede piccole pillole di verità sull’intrigo sottostante è un escamotage molto accattivante, che riempie di suspense la lettura.
Questa lentezza, e il modo con cui, alternate alle scene dolorose di disinnesco dei fattori scatenanti, troviamo quelli in cui si risveglia l’intimità che c’era tra loro in passato e i loro corpi si riconoscono al tocco come un tempo aggiungono anche una buona dose di tenerezza e intensità.
“Vuoi la verità, Conor?” Fa un passo avanti, con gli occhi taglienti come l’acciaio. “Ti amo.” Un altro passo. “Ti ho sempre amata.” Mi afferra per i fianchi e mi tira a sé. “Non smetterò mai di amarti. Non c’è niente di più onesto di questo.” Le mie mani si posano sui suoi bicipiti, le mie interiora si attorcigliano in cento nodi di inganno. Non posso fidarmi di lui. “È troppo tardi.” “No.” Mi stringe la nuca. “Domani è troppo tardi.” Cattura la mia bocca in un bacio che ignora la logica e il ragionamento. Con una mano tra i miei capelli e l’altra sul mio fianco, mi piega verso il suo calore e dà fuoco al mio mondo. (Tratto dal libro)
Già questo è un buon indice di quanto la lettura sia accattivante, ma c’è un aspetto ulteriore: Jake non è (non lo è mai stato) un amante dolce e delicato, che tenta di recuperare la purezza e il romanticismo di una Conor ormai trasformata. È un ragazzo dominante, controllato, attento alle sfumature dei comportamenti di lei, che non sogna altro che di veder fiorire la sua ragazza in un ruolo da sottomessa.
Riconquistare il suo amore, la fiducia e soprattutto sbloccare il corpo affinché non si senta più in allerta nelle costrizioni o durante le punizioni diventano quindi obiettivi imperanti e fondamentali per portarla dove lui la vorrebbe.
“Siediti.” Il ringhio della mia voce la fa sobbalzare. Abbasso il tono, ma non è meno severo. “Siediti. Giù.” Lei esegue, fulminandomi e stringendosi i pugni in grembo. Mi chino su di lei, con le mani sul materasso, ai lati dei suoi fianchi. “Dormirò qui con te e starò al tuo fianco, perché è quello di cui hai bisogno ed è quello che voglio.” “Ho bisogno di stare da sola.” Abbassa lo sguardo sul mio petto e lo distoglie. “Sei stata da sola per sei anni.” Le afferro il mento e la costringo a guardarmi. “Ora non più.” (Tratto dal libro)