Recensione: “Il padrone (Free Men Vol. 3)” Di Kate Aaron
Ciao fenicette oggi la nostra Aina ha recensito per noi il libro “Il padrone (Free Men Vol. 3)” Di Kate Aaron
“Potete ricambiare i suoi sentimenti?”
Abbassai lo sguardo, incapace di fissarla nei suoi occhi inquisitori e vedervi riflessi tutti i miei segreti. Conosceva già la risposta a quella domanda. Chiederla era stato crudele. Non importava cosa provassi: i padroni non potevano amare i loro schiavi. Non si era mai sentito. Lo scandalo avrebbe scosso la corte fino alle fondamenta.
Si tratta del terzo capitolo di una trilogia fantasy, un romanzo che per i contenuti espliciti definirei del genere erotico, anche se non mancano i risvolti psicologici e le caratterizzazioni sia dei personaggi che dell’ambientazione fantastica. Troviamo non solo un rapporto di sottomissione con schiavi uomini (cosa ritenuta poco accettabile perfino in questo mondo di fantasia), ma anche un ménage à trois che si sviluppa tra loro, e i relativi equilibri e complicità tutti da costruire.
In questo ultimo episodio della serie Free Men, i tre sono evidentemente innamorati l’uno dell’altro, anche se il Padrone ancora fatica ad ammetterlo, perfino a se stesso. Ai due schiavi era stata offerta la libertà nei precedenti episodi, ma loro avevano scelto di continuare a vivere insieme a Lysander, in un rapporto colmo di rispetto e affetto, per quanto i ruoli possano consentirlo.
Non entrambi gli schiavi sono remissivi: Tam, dolce e fedele, è totalmente asservito, mentre Kai, il soldato, più virile e mascolino, è ancora pieno di una dignità che il padrone non vuole forzare, spezzare, in particolare in camera da letto.
In seguito a una sconfitta che hanno subito nel secondo episodio, in cui sono stati imprigionati e torturati in diversi modi, Lysander e i suoi ragazzi stanno affrontando la situazione. I danni fisici riportati dai due schiavi, da Kai in particolare, sembrano essere gli effetti più gravi, ma anche il padrone ha la sua parte di traumi da superare, di cui non può parlare con nessuno: essere il padrone comporta responsabilità, integrità, essere la roccia a cui tutti gli altri possano aggrapparsi… Lysander non può permettersi di essere debole, sa di dover superare i suoi sensi di colpa tutti da solo. Proprio questi sensi di colpa, indotti dalle torture psicologiche subite, attraversano tutto il romanzo, facendo sì che il Padrone si senta responsabile non solo per le ferite dei suoi amanti, ma anche per aver messo in pericolo tutto il suo popolo e aver fatto sì che soffrisse a causa sua.
Peggiora la situazione un improvviso cambio di programma che richiede a Lysander di rispondere alle aspettative del suo Re e minaccia la separazione tra i tre uomini. È in questa occasione che Lysander rinnoverà l’amicizia con la moglie e scoprirà di poter fare affidamento su un’inaspettata cerchia di amicizie che lo sosterrà nella ricerca di una soluzione per vivere il futuro che desidera.
Stilisticamente si tratta di un romanzo che non ha un ritmo troppo incalzante, con un erotismo molto esplicito. Un episodio stavolta incentrato sul Padrone in prima persona, che descrive pensieri e riflessioni dal suo punto di vista, con una narrazione pacata e adeguata al suo doloroso rimorso.
Tutta la combattività mi abbandonò, rimpiazzata da una tristezza profonda fino alle ossa. “Hai bisogno di qualcuno che ti ami,” dissi. “E io non lo farò.”