Recensione: Il primo samurai – Serie: I volti delle Storia di Thomas Lockley con Geoffrey Girard
Titolo: Il primo samurai
Autori: Thomas Lockley con Geoffrey Girard
Editrice: Newton Compton Editori
Genere: Storico
Data di pubblicazione: 17 Febbraio 2022
Arrivò in Giappone come schiavo e divenne una leggenda Rapito da bambino e venduto come schiavo, l’uomo destinato a passare alla storia col nome di Yasuke arrivò in Giappone nel tardo Cinquecento a seguito del gesuita Alessandro Valignano. Essendo uno dei primissimi uomini di colore a mettere piede sull’isola, divenne ben presto oggetto di curiosità e ammirazione. Tra coloro che lo vollero incontrare ci fu anche il celebre signore della guerra, Oda Nobunaga, che restò tanto colpito dalla forza e dall’abilità di Yasuke come guerriero da liberarlo e nominarlo samurai al suo servizio. Iniziò così la sua scalata verso i vertici della società giapponese. Questo libro ricostruisce l’incredibile vita di uno dei più affascinanti e misteriosi personaggi della storia feudale giapponese, una figura enigmatica scolpita nella leggenda e protagonista di numerosi racconti.
Care Fenici, quello che oggi vi recensisco è un romanzo storico ambientato nel Giappone antico all’epoca di Oda Nobunaga, grande signore della guerra e riconosciuto come uno dei personaggi più rilevanti della storia giapponese. Il tutto si svolge in un periodo cruento e di lunghe battaglie in cui i grandi condottieri si fronteggiavano per il controllo dei territori e gli occidentali avevano libero accesso al paese del Sol Levante ove importavano armi, religione e schiavi. In questa realtà fa la sua comparsa Yasuke, un uomo dalla pelle nera come la notte che arriva grazie ai monaci e da uno di questi viene donato a Nobunaga, il quale lo farà divenire il primo Samurai di colore.
Il racconto della vita di Yasuke è frutto di una minuziosa ricostruzione ricavata dalle diversi fonti dell’epoca e, sebbene non sia molto il materiale da cui attingere, gli autori riescono a trarne un volume denso di riferimenti storici e una rappresentazione quanto meno probabile della vita di questo samurai nero.
Nonostante vi siano tutte le premesse per godersi un’avventura nel Giappone antico la vicenda non decolla. La narrazione risulta a tratti didascalica e perde di brio sino a diventare una mera lezione di scuola che, per quanto interessante, non è quello che cerchi leggendo un romanzo, il quale, a mio sommesso avviso, dovrebbe addentrarsi di più nel punto di vista del protagonista e di quanti lo circondano e non solo rendere un quadro storico perfetto, ma carente di quella forza narrativa che deriva dal tratteggio emotivo e psicologico dei personaggi.
I fatti raccontati ricoprono un arco narrativo che, sebbene non sia temporalmente lungo, è sicuramente denso di episodi significativi e segue con pedissequa attenzione il periodo di massima ascesa di Oda Nobunaga sino alla sua morte in battaglia e alla fine del suo potere.
Come detto, è un libro per gli appassionati di ricostruzioni storiche fedeli e precise, ma non per coloro che amano immergersi nella psicologia e nel carattere dei personaggi che compaiono come figure statiche prive di una forza emotiva che avrebbe reso, sempre a mio avviso, il racconto più fluente e gradevole.
Cosa sappiamo alla fine di questo Samurai? Beh, la rievocazione ci dona un ritratto in cui troppo spesso gli autori non osano immaginare cosa pensi in prima persona il protagonista formulando una serie di ipotesi sulle sue idee ed emozioni che, private della finzione di farle scaturire da lui, finiscono per restituire un’immagine sbiadita.
Sicuramente pregevoli le digressioni sugli usi e i costumi del Giappone di quell’epoca e sulle vicende afferenti quei tumultuosi anni, come anche la puntuale raffigurazione storica della vicenda e le spiegazioni sugli eventi stessi le quali evidenziano un’attenzione pregevole alla storia del Giappone senza tralasciarne le contraddizioni e le brutture.
Nel complesso una rappresentazione dettagliata e puntuale che preferisce i fatti avvenuti realmente e non scivola mai nella finzione, togliendo alla vicenda quel brivido che viene da un costrutto romanzato, ma restituendo un prodotto notevole dal punto di vista storico.
Un meraviglioso quadro ricco di dettagli, eppure incapace di farmi davvero vibrare l’anima, con informazioni a volte sciorinate come mera lezione di storia.