Recensione: “Il Rintocco – Trilogia della Falce #3” di Neal Shusterman
Titolo: Il Rintocco
Autore: Neal Shusterman
Serie: La trilogia della Falce
Genere: Fantascienza
Editore: Mondadori
Pagine: 492
Data di pubblicazione: 30 marzo 2021
1 – Falce
2 – Thunderhead
3 – Il Rintocco
Da tre anni Citra e Rowan sono scomparsi: da quando cioè la falce Goddard ha assunto il potere e il Thunderhead si è chiuso in un silenzio che solo Greyson Tolliver riesce a infrangere. La città-isola di Endura, il “cuore pulsante” della Compagnia delle falci, è perduta, affondata per sempre nelle acque dell’oceano, e con lei le Grandi falci. Davvero sembra che ormai nulla possa impedire il dominio assoluto di Goddard, nominato Suprema Roncola della MidMerica. E, mentre gli echi della Grande Risonanza scuotono ancora il cuore della Terra, la domanda è una sola: c’è ancora qualcuno in grado di fermare il tiranno? Gli unici a saperlo sono la Tonalità, il Rintocco e il Tuono.
Il Rintocco è l’ultimo capitolo della trilogia della Falce di Neal Shusterman. Un distopico che ha conquistato diversi lettori e che personalmente attendevo con ansia. I primi due volumi, infatti, mi hanno fatto innamorare dell’universo narrativo rappresentato: quello in cui l’umanità è governata dal Thunderhead, un’intelligenza artificiale che ha eliminato la povertà, le malattie e tutti i mali che potevano nuocere all’uomo. Anche la morte.
In questo mondo così particolare, il compito di spigolare per mantenere sotto controllo il sovrappopolamento spetta alle falci, un organo senza alcuna supervisione e proprio per questo motivo, nido di complotti, lotte di potere e supremazia.
Questo terzo volume ci porta nel momento culminante della storia. Il Maestro Goddard ha preso ormai in mano le redini delle Falci di diverse regioni e la sua follia regna sovrana anche in seguito alla “scomparsa” del Thunderhead, che non comunica più con nessun cittadino. Dall’altra parte abbiamo i protagonisti principali Rowan e Citra, che rianimati dopo tre anni, cercano in tutti i modi di organizzare un piano per sconfiggere la Somma Falce e ripristinare anche i collegamenti con l’intelligenza artificiale. In questo scenario prendono piede anche altri personaggi, che diventano fondamentali all’evoluzione della storia: Greyson, l’unico con ancora la capacità di comunicare con il Thunderhead, il quale si ritrova a capo dei tonisti, che lo vedono come un salvatore; e l’intelligenza artificiale stessa, che ha un piano per salvare la popolazione.
La storia viene raccontata da diversi punti di vista che si sviluppano in parallelo e lungo un arco temporale di circa tre anni. Forse, rispetto ai precedenti libri, proprio questa narrazione così particolare ha reso la mia lettura più difficile. Ho fatto fatica a mettere insieme i pezzi e ad analizzare gli avvenimenti che si sviluppavano in parallelo.
I temi che avevo tanto apprezzato, come per esempio alcune tematiche più filosofiche sulla vita e sull’esistenza dell’uomo, qui vengono meno, dando maggior spazio ad azione e lotte di potere. Credo che soffermarsi su più personaggi, non abbia permesso di approfondirli al meglio. Ho continuamente aspettato la svolta decisiva in ognuno di loro ma non è mai avvenuta. Questo credo dipenda dal fatto che tutto avviene molto velocemente, condensato nella parte finale del libro, dove si cerca di dare risposta a molte domande e di trovare un finale che purtroppo personalmente ho ritenuto poco credibile. Ho avuto l’impressione fosse un po’ forzato, sia per la conclusione generale delle vicende che delle storie dei singoli personaggi.
C’è una cosa che in particolare mi ha colpito: l’analisi e l’evoluzione del Thunderhead. Dal primo al terzo libro, assistiamo alla sua umanizzazione da semplice intelligenza artificiale. Inizia a provare sentimenti, emozioni e ad avere una coscienza tale da ammettere i suoi sensi di colpa. Il culmine arriva quando si impossessa di un corpo per provare tutte le sensazioni legate alla materialità. Ciò mi ha fatto davvero riflettere su come spesso venga immaginata la tecnologia, proprio come fosse un Dio, ma che in realtà non esista alcuna entità perfetta… sebbene Thunderhead ritenga di esserlo.
Nonostante alcune lacune che ho riscontrato, Il Rintocco e la trilogia in generale, mi hanno insegnato tanto, aiutandomi a riflettere su argomenti che diamo per scontati. Magari non è il finale che avevo immaginato, ma di sicuro mi resterà comunque nel cuore.