Recensione “Il segreto di Eva” di Amy Harmon
1943. La Germania occupa gran parte dell’Italia e le deportazioni degli ebrei aumentano di giorno in giorno. Fin da bambini Eva Rosselli e Angelo Bianco sono cresciuti come una famiglia, divisi solo dalla religione. Con il passare degli anni si sono innamorati, ma per Angelo è arrivata la vocazione e, nonostante i suoi profondi sentimenti per Eva, ha preso i voti. Adesso, più di dieci anni dopo, Angelo è un prete cattolico ed Eva è una donna ebrea che rischia la deportazione. Con la minaccia della Gestapo in avvicinamento, Angelo nasconde Eva tra le mura di un convento, dove Eva scopre di essere solo una dei tanti ebrei protetti dalla Chiesa. Ma la ragazza non riesce proprio a stare nascosta, in attesa della liberazione, mentre Angelo rischia la vita per salvarla. Con il mondo in guerra e le persone ridotte allo stremo, Angelo ed Eva affrontano sfida dopo sfida, scelta dopo scelta, fino a che il destino e la fortuna non decideranno di incontrarsi, lasciandoli stremati davanti alla decisione più difficile di tutte.
Appena terminato il capitolo finale ho tirato un sospiro di sollievo: questa storia mi ha tenuto il fiato sospeso per 384 lunghissime pagine ed è stata dura non cedere alla tentazione di sbirciare per vedere “come va a finire”!
Una vicenda complessa e dalle molte sfaccettature. L’ambientazione storica e la narrazione, sono descritte in maniera talmente accurata da divenire cronaca grazie alla precisione con la quale vengono narrati i fatti realmente accaduti in Italia durante l’occupazione nazista. In particolare, si racconta il rastrellamento del ghetto di Roma e del furto dell’oro appartenente agli ebrei Romani. Compaiono nomi come Kappler, il famigerato comandante che tentò di schiacciare la resistenza dei romani sotto il tacco nazista; di Monsignor O’Flaherty, il religioso irlandese che lo beffò più e più volte, mettendo in salvo moltissimi ebrei, nascondendoli nelle chiese e nei conventi romani.
Questo grande uomo è stato protagonista di una miniserie tv, Scarlatto e Nero, trasmessa nel 1983 che vi consiglio caldamente di guardare per immergersi appieno nell’atmosfera di paura e di eroismo che troviamo in questa novità editoriale. In questo scritto, si analizza in modo preciso il ruolo che ebbero tanti preti e suore nascondendo intere famiglie e bambini, nei collegi e nei conventi di Roma, sacrificando spesso sé stessi, quando venivano scoperti.
Proprio un sacerdote, collaboratore diretto del monsignore, è il co-protagonista del libro insieme con la talentuosa Eva Rosselli, violinista ebrea; i due crescono insieme come fratelli ma il sentimento che li lega è fortissimo e li catapulterà in situazioni e prove che anziché minare il loro rapporto, li condurrà verso esiti inaspettati, aiutandoli a sopravvivere alla mostruosa macchina della guerra.
La lotta interiore di Angelo, ormai votato al sacerdozio ma irresistibilmente attratto da Eva è molto potente e ben descritta dall’autrice, così come la rigida dignità ed il coraggio di Eva, che assisterà alla distruzione completa della sua famiglia e si scoprirà sempre più attirata e legata a doppio nodo con Angelo.
I due, impegnati nella resistenza clandestina, salveranno molte vite ma tante altre gli sfuggiranno dalle dita. Dovranno mantenere sempre un eccezionale sangue freddo e ciò, insieme al profondo amore che li lega, salverà la vita ad entrambi.
Non posso dire altro per non rovinarvi la suspense, posso aggiungere solo una nota che ho tratto dal libro …
…Possono toglierci le nostre case, i nostri averi. Le nostre famiglie. Le nostre vite. Possono mandarci via, come hanno già fatto in passato. Possono umiliarci e disumanizzarci.ma non possono toglierci i nostri pensieri. Non possono toglierci i nostri talenti. Non possono toglierci le nostre conoscenze, i nostri ricordi, le nostre menti…
Non dimentichiamo mai.
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