Recensione: Il silenzio dorato – Serie: The Elite King’s Club Vol. 3 di Amo Jones
Elite King’s Club serie:
Madison & Bishop
Il cigno d’argento #1
Il filo d’argento #2
Il silenzio dorato #3
The Elite King’s Club
Il gioco tra loro è diventato molto pericoloso…
Tutte le certezze di Madison si sono infrante. Segreti celati per anni sono venuti alla luce, mandando in frantumi tutto quello che credeva di sapere. La sua identità, la storia della sua famiglia, il suo presente e il suo futuro: erano solo una grande bugia, e adesso deve trovare il coraggio di guardare in faccia la verità. Di accogliere un altro lato di lei di cui non aveva mai sospettato l’esistenza. Ha dovuto adattarsi, sopravvivere, fare ciò di cui non si sapeva capace. E anche colui che sembrava un acerrimo nemico potrebbe rivelarsi qualcosa di diverso. Ma spesso è proprio quello che ci attrae di più a essere la nostra rovina. Quando arriverà la resa dei conti, prevarrà la mente o il cuore?
Un’autrice bestseller di USA Today e Wall Street Journal
Un re perde la corona, un cigno dispiega le ali…
Stava pian piano accettando di farsi guidare da me, eseguendo i miei ordini alla ceca, ma c’era una minuscola parte di lei che rimaneva in allerta e non le permetteva di lasciarsi andare del tutto. Probabilmente era il suo istinto di sopravvivenza. In fin dei conti, il suo istinto l’aveva sempre consigliata bene. Sorrisi a quel pensiero. L’avevo presa in giro dicendole che si sbagliava su di me ma per tutto il tempo l’avevo soltanto mandata fuori strada.
(Tratto dal libro)
Avevamo interrotto il secondo volume con alcune rivelazioni scioccanti che hanno lasciato la nostra giovane Madison delusa, arrabbiata, incapace di reagire, destabilizzata. Anche se con una reazione eccessiva, incolpa Bishop per la farsa che si è rivelata essere stata la sua intera vita, oltre che per non averle rivelato momenti delicati del suo passato, e questo anima una prima parte tutta basata sui tira e molla tra loro.
«Basta, io ho chiuso», mormorai. «Ho chiuso con lei, Nate. Non ho fatto una sola cazzata da quando c’è, a parte i segreti. È la terza volta che scappa tra le braccia di qualcun altro. È un vostro problema ora». I miei occhi si unirono a quelli di Khales, che stava sorridendo trionfante. «Oh, e la festa? La organizzo io».
(Tratto dal libro)
Finalmente leggiamo anche il punto di vista di Bishop, ne percepiamo i conflitti interiori, il desiderio, lo spessore delle corazze e l’implacabile legame che lo attira verso Madison. Eppure, anche se lui continua a comportarsi da fidanzato modello, le rimane fedele, le dimostra coi gesti di amarla, ora Madison pretende di più, ad esempio tutta la verità, anche se sa che può essere pericoloso per un cigno d’argento come lei.
Le sue labbra torturarono le mie, e poi si tirò indietro, i denti si fermarono sul mio labbro inferiore e lo morsero. Il sapore metallico del sangue mi colpì la gola. «Non mi puoi ferire, micetta, e io non mi vendico. Al massimo divento indifferente». Poi sorrise e lasciò andare i miei capelli. La cute mi pulsava per il dolore. «E tu, adesso, non significhi un cazzo per me. Sali su quella macchina».
(Tratto dal libro)
Scene bollenti abbondanti (e forse in eccesso), dato che il sesso fa da collante alla loro relazione e serve a dare un’aggiustatina ai malintesi.
Per la caratterizzazione dei personaggi (Bishop è il maschio alfa per eccellenza, il King dei King, Madison ha un carattere deciso, pretende di essere artefice del suo futuro) la relazione tra loro è esplosiva, intensa, tremendamente passionale. È complicata, un saliscendi dovuto ad allontanamenti voluti da uno o dall’altro, ma anche al fatto indiscutibile che le loro vite appartengano al sistema di potere della congrega e seguano una traiettoria già segnata per loro. Quando Madison ne verrà a conoscenza, sentirà naturalmente l’impulso di allontanarsene.
Anche lui mi stava guardando. «È tutto vero o è un gioco?». Mi scrutò. «Madison, tutto questo – quello che abbiamo, la nostra connessione e ogni cosa che abbiamo condiviso da quando ci siamo conosciuti – ti sembra falso?». Era una risposta che non lasciava dubbi. «No. Ma non ho mai messo in dubbio i miei sentimenti, era dei tuoi che non ero sicura». Mi sollevò per la vita con il braccio, mettendomi su di lui in modo che gli fossi di fronte, con le gambe lungo i suoi fianchi. Le sue mani si posarono sul mio sedere. «Non capisco del tutto i miei sentimenti quando si tratta di te, e finora non ci sono mai riuscito, ma quando accadrà, tu sarai la prima persona a saperlo». Sorrisi, gli sfiorai il viso con la mano. Se era la cosa più vicina a un “ti amo” che avrei ottenuto per il momento, ne ero felice.
(Tratto dal libro)
Nella seconda parte del romanzo arriveremo finalmente a scoprire tutto l’intricato enigma e molti significati alla radice degli episodi ambigui avvenuti in precedenza.
Le vicende non sono ancora del tutto chiarite, continueranno nelle due dilogie successive, che avranno come protagonisti altri membri dei King. In effetti, la parola fine non giunge propriamente su un epilogo, e mi ha quasi colta di sorpresa.
Aggiungo, perché non l’ho scritto nelle precedenti recensioni, che le caratterizzazioni e gli approfondimenti psicologici dei personaggi sono meravigliosi e ben strutturati. Molto bello anche lo spessore dei legami non solo tra Madison e Bishop, ma anche tra lei e tutti i King: un senso di fratellanza e protettività reciproca che con qualcuno sborda perfino in attrazione.
«Io provo qualcosa per te, Madison. Qualcosa che non ho mai provato per nessuno, mai. Ma la parola amore non si avvicina nemmeno un po’ a quello che sento. È la parola più abusata del cazzo di dizionario, e ti posso assicurare che non l’ho mai detta a nessuno, mai. Nemmeno a mia madre». Fece una pausa e inspirò, sfiorandomi le labbra con il dito. «Ma cazzo, Madi. Se questo è amore, allora ti ho amata dal primo giorno che ti ho vista in mensa».
(Tratto dal libro)