Recensione: Il tatuatore matto di J M Darhower
Autrice: J M Darhower
Genere: contemporary romance
Editore: Hope Edizioni
Data di pubblicazione: 2 ottobre 2024
Reece Hatfield vive seguendo un’unica regola: non innamorarsi.
Nella sua vita non c’è spazio per un’altra persona né per una storia romantica, dato che è a malapena in grado di gestire la situazione così com’è.
Reece è solo l’ombra dell’uomo che era un tempo e passa le sue giornate a tatuare, anche se l’artista che è in lui vorrebbe avere la possibilità di fare qualcosa di molto diverso.
Avery Moore vive per una cosa soltanto: la danza.
La danza classica è tutto ciò che ha sempre conosciuto ed è tutto ciò per cui ha lavorato senza sosta.
Il corpo di Avery è la sua arte, una tela vivente che affascina Reece sin dal loro primo incontro e… lui desidera lasciare il suo segno su quel corpo, in più di un modo.
Entrambi vivono in mondi diversi, eppure si adattano l’uno all’altra.
Ma basta un attimo affinché tutto si trasformi in caos e Reece non vuole più rischiare, non quando in gioco c’è molto più del suo cuore.
Buongiorno Fenici, oggi vi parlo di Il tatuatore matto, una lettura che si sviluppa attorno a una storia d’amore turbolenta, a sentimenti complessi e a un passato oscuro. Entriamo nel mondo di Reece, il tatuatore matto in onore al Cappellaio nella storia di Alice, attraverso il suo POV al maschile. Lui è un personaggio enigmatico, con una certa dose di follia che si riflette nel suo modo di lavorare e di vivere. I suoi tatuaggi non sono solo opere d’arte sulla pelle, uniche nel suo genere, ma anche un mezzo per esprimere il suo io più profondo. La scrittrice riesce a trasmettere al lettore questi suoi aspetti, infatti, sono riuscita da subito a entrare nel suo mondo turbolento, buio e misterioso. Non ricordo di aver letto altri libri dove la narrazione è affidata unicamente al personaggio maschile. Sicuramente mi ha permesso di comprendere le sue ferite emotive. Ogni giorno è una lotta, un combattimento per essere un uomo migliore. Il lettore percepisce tutto lo sforzo immane che compie il suo personaggio, l’affanno che lo caratterizza, la solitudine e il suo universo vuoto, asettico come gli strumenti del suo mestiere. Il mondo di Avery, invece, è un perfetto mix di dolcezza e sensibilità, la prima volta che la vede Reece la chiama Dea. Lei è una ballerina della Juilliard, si allena ogni giorno, a volte anche la notte alla ricerca di quella perfezione che il suo mestiere richiede. Devo ammettere di aver sentito la mancanza di un POV femminile. Il suo personaggio non è riuscito a entrare in simpatia con me, l’ho sempre sentita distante, avrei voluto conoscere i suoi pensieri, le sue preoccupazioni; invece, aimè, ho faticato a comprenderla.
Il tatuatore matto è un romanzo che colpisce per la caratterizzazione dei sentimenti del protagonista maschile, e per la diversità dei personaggi. J. M. Darhower utilizza uno stile diretto e incisivo dove, però, i dialoghi sono concisi.
Il rapporto tra i due è carico di tensione e attrazione ma, allo stesso tempo, anche da una certa dose di autodistruzione. Li lega una passione divampante, ma riuscirà la loro storia a sopravvivere alle fragilità e ai tormenti di Reece?