Recensione: Immortal di R. Emy
Era manovrato da una strana magia che non sapevo spiegare, riguardante la loro razza. Aveva acconsentito a venire con me a cercare Delroy solamente perché obbligato, a causa dell’imprinting avuto con la sottoscritta. Io non ero una lupa, non andavo bene per lui. Ero una vampira che non si pentiva di uccidere per attutire la sete di sangue. Un essere odiato e disgustato dai licantropi. Una maga opportunista ed egoista. Non mi vantavo di queste doti – beh forse un pochino -, ma se non le avessi avute non sarei mai sopravvissuta. Con la magia avevo creato una sorta di barriera intorno al cuore per non soffrire ancora, ma Nicholas la stava abbattendo e ora iniziavo a vacillare alla sua determinazione.
Un romanzo fantasy con molto potenziale: è la prima idea che mi sono fatta di questo libro. La trama è originale e ricca di colpi di scena ma ci sono alcuni elementi che andrebbero rivisti, a mio parere.
La scrittrice ci racconta le vicende di Isabelle, una vampira e maga nata intorno al 1500/1600, che si ritrova intrappolata da un uomo pericoloso in una Londra moderna con la memoria in parte cancellata. Grazie ai suoi ricordi, che premono per emergere, e alla sua forza di vampira, riuscirà a scappare incontrando Nicholas, il secondo narratore di questi avvenimenti, un licantropo solitario con cui affronterà i diversi ostacoli in cui si imbatteranno.
La storia, però, è molto più intricata di come appaia, perché le sorprese saranno molte: dall’incontro con licantropi, mutaforma e maghi fino ad arrivare ai viaggi nel tempo e allo scontro con una malvagia organizzazione; i nostri protagonisti non avranno mai un attimo di pace.
Gli eventi sono davvero tantissimi e le poche pagine, solo 230, non riescono a trasmettere tutto ciò che mi sarei aspettata. Le descrizioni dell’ambiente, per esempio, sono quasi inesistenti. Non sono mai riuscita a figurarmi i limiti in cui si muovono i personaggi o in generale i luoghi in cui tutto accade (che si trattasse della Londra moderna o di Salem nel 1691). È come trovarsi in uno spazio neutro che ognuno può riempire con la sua immaginazione, ma senza quei supporti che generalmente un autore ci fornisce. Anche a livello di ambientazione storica ho trovato alcune piccolissime incongruenze (come il suggerire le vitamine per una gravidanza da parte di una donna vissuta solo nel 1600) che trovo, però, assolutamente comprensibili considerando che si tratta di un romanzo d’esordio.
La brevità del libro ha inficiato anche sulla linearità del testo, a mio avviso, perché ho trovato alcuni concetti non spiegati in maniera approfondita o dati per scontati, come se fossero stati considerati come noti a tutti. Tutto l’impianto magico viene presentato brevemente e in modo frammentato, inserendo man mano gli elementi necessari alla trama, purtroppo non sempre con chiarezza. Mi sarebbe piaciuto un maggior approfondimento su questo aspetto che ho trovato molto interessante.
In alcune parti della storia, infine, è come se mancasse un pezzo, scompaiono dei fatti che in parte vengono ripresi successivamente, forse ciò è dovuto al desiderio di focalizzarci sugli eventi principali. Questi ultimi, infatti, si susseguono uno dopo l’altro spesso senza lasciare il tempo al lettore di elaborarli del tutto.
Parlando dei personaggi ho trovato i due protagonisti ben descritti e studiati a dovere. Verso metà libro inizia a essere svelato anche il loro passato che ho trovato molto interessante anche se, data la mia curiosità, avrei voluto fosse introdotto già nelle prime pagine.
Isabelle è determinata e tormentata, ha una lingua tagliente e non ci risparmia delle belle battute a effetto. Nicholas, invece, è molto romantico e protettivo con una buona capacità di comprendere gli altri ed empatizzare con loro. Lui credo sia il mio preferito tra i due perché non sono riuscita molto a immedesimarmi con lei, seppur abbia apprezzato il suo carattere deciso. I personaggi secondari li ho trovati ben caratterizzati, in quanto sono l’uno molto diverso dall’altro, ma poco delineati.
Lo stile di scrittura è semplice e diretto, con frasi brevi e un lessico moderno. L’ho trovato molto comprensibile e immediato anche se il passaggio da un evento a un altro non sempre viene descritto con precisione.
Un punto di cui non ho ancora parlato è la storia d’amore che viene raccontata in queste pagine: quella tra Isabelle e Nicholas. Tra i due scatta una scintilla immediata (troppo per me che amo le storie ricche di suspense) ma, nonostante ciò, non mancano le difficoltà per capire i veri sentimenti che li legano.
In generale credo che questo sia un libro con una buona storia e dei buoni personaggi che avrebbe bisogno di più particolari e pagine (magari trasformandolo in una bella duologia) per esprimere appieno il suo potenziale.
Lo consiglio a chi ama i fantasy con una trama complessa e una storia d’amore tutta da scoprire.