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Recensione in anteprima: L’angelo di Varsavia di Lea Kampe

Titolo: “L’angelo di Varsavia”

Autore: Lea Kampe

            Editore: Newton Compton

Genere: Narrativa storica

Target Consigliato: 14+

Data di pubblicazione:il 31 marzo 23

La straordinaria storia vera di Irena Sendler, la donna che salvò oltre duemila bambini ebrei
Varsavia, 1940.
 I nazisti isolano gli ebrei della città all’interno delle mura del ghetto. La ventinovenne Irena Sendler, assistente sociale, è disposta a tutto pur di aiutarli. Quando riesce a nascondere sotto falso nome un neonato, rimasto senza i genitori e a trovargli rifugio presso una famiglia non ebrea, quello che sembrava un semplice gesto di coraggio si rivela invece la scintilla che fa scattare una gigantesca operazione di salvataggio. Aiutata da amici e colleghi, Irena comincia a far uscire sempre più bambini dal ghetto, fornendo loro documenti falsi che possano farli passare da ariani agli occhi dei nazisti. È un’operazione rischiosa e Irena sa che, se venisse scoperta, verrebbe giustiziata. Ma non è solo per la propria vita che deve temere, ma anche per quella di Adam, il suo grande amore, che è ebreo.
Il suo coraggio
La loro speranza
La vera storia di una donna che salvò migliaia di bambini ebrei durante l’Olocausto

«Grazie a un approfondito lavoro di ricerca e a una grande sensibilità, Lea Kampe ha trasformato la Storia in un romanzo emozionante.»
«Il libro è avvincente dalla prima all’ultima pagina, ma anche molto emozionante e toccante. La storia descrive eventi del passato più oscuro della Germania. Qualcosa che (si spera) non dovrà accadere mai più.»
«Conoscevo la terribile storia dell’Olocausto, ma questo romanzo ha cambiato completamente la mia percezione su questo abisso della Storia.»

Lea Kampe
Pseudonimo di Iris Claere Mueller, è nata a Mannheim nel 1971. Dopo aver studiato Tedesco, Filosofia e Scienze politiche all’Università di Heidelberg, si è trasferita negli Stati Uniti, dove ha conseguito il dottorato presso l’università di Yale nel Dipartimento di Studi Medievali. Vive con il suo compagno in Italia, a Salerno. Lavora all’International School di Napoli e insegna Storia medievale al campus europeo dell’Università del Maryland.

Fenici, 

oggi vi parlo di un libro che mi ha stritolato il cuore e ci tengo a ringraziare la casa editrice Newton, per avermi dato la possibilità di leggerlo in anteprima.

Grazie al racconto di Lea Kampe, ho scoperto l’eroico operato di Irena Sendler che salvò la vita di numerosi bambini durante l’Olocausto.

Con una narrazione mozzafiato e adrenalinica, l’autrice ripercorre i punti salienti della vita di questa donna straordinaria, che con coraggio e determinazione ha sfidato il regime nazista per salvare la vita di centinaia di innocenti.

È una storia cruda, dolorosa e brutale, ma non potrebbe essere diversamente visto che racconta uno dei periodi più bui e bestiali della storia dell’umanità. L’angelo di Varsavia è triste e lancinante, ma anche una storia di coraggio, di bontà e sacrificio.

Il libro trasmette un importantissimo messaggio di speranza, che ci aiuta a ricordare che anche in uno dei momenti peggiori, tantissime persone non hanno esitato a mettere a rischio la propria vita e, superando la paura di torture e vendette, hanno lottato per la giustizia e per il prossimo. Personalmente questo mi ha smosso dentro qualcosa di inspiegabile, ha messo in moto la mia coscienza facendomi riflettere sul quanto l’operato anche di una sola persona possa fare la differenza, di quanto nel nostro piccolo potremmo fare per alleviare le sofferenze di chi ci è accanto, di chi soffre e dei più deboli. 

Ogni volta che mi imbatto in un racconto ferocemente intenso come L’angelo di Varsavia per diversi giorni mi trascino un magone interno, un senso di incredulità per ciò che l’uomo è stato capace di fare, una mestizia che mi porta sempre a riflettere su quanto è importante non dimenticare, per non commettere gli stessi errori. Eppure, basta accendere un televisore, leggere un giornale o ascoltare la radio per ricordare che la guerra, la devastazione e il razzismo sono ancora fortemente integrati e attuali nella nostra società. Chissà, magari prima o poi nel nostro essere più profondo potremmo riscoprire un po’ di quell’amore per la vita e per il prossimo che hanno animato il prodigioso operato di Irena.

 

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