Recensione in anteprima: L’Ottavo Re di Roma – Serie: Honorable Men vol. 4 di JD Hurt
Titolo: L’Ottavo Re di Roma
Autrice: JD Hurt
Genere: mafia romance suspence con sfumature dark
Serie: Honorable Men Series #4
Editrice: Self Publishing
Data di uscita: 04 Marzo 2022
Il conte di Long Island
Lo Zingaro del SoBro
Dobermann (primo Spin-Off)
Raptor (secondo Spin-Off)
L’avvocato della mafia
L’Ottavo Re di Roma
Dicono che, quando tradisci chi ami, uccidi te stesso. Credo che sia vero.
Sono morta dentro mentre distruggevo la persona più importante della mia vita: Claudio La Barbera.
Non pensavo che sarei stata capace di rovinarlo.
E ora che lui è riapparso a Roma, vuole che paghi.
Ma io ho qualcosa di più grande che devo salvaguardare, un amore che supera l’amore stesso.
Farò di tutto per proteggere Smarty; persino distruggere me stessa.suspan
Dicono che, mentre precipiti, vedi solo la faccia di chi ami. Succede perché non puoi lasciarlo andare.
È ciò che mi è successo quando sono stato arrestato.
Il viso di Flaminia mi è apparso di fronte come un bel sogno.
Ma poi quel sogno si è trasformato in un incubo.
Non perdonerò la donna che mi ha mandato in galera.
E ora che sono uscito da Rebibbia, è bene che paghi.
Tempo scaduto: dovessi distruggere me stesso nel farlo, otterrò vendetta.
Io sono Claudio La Barbera, un ex re, un uomo tradito. Ma soprattutto sono quello che sta per riprendersi tutto.
Compresa la vita di Flaminia Ferrers.
Lui mi sussurrava nell’orecchio: “io una cosa così non l’ho mai provata: sentirmi perfetto a non fare nulla la notte di Natale solo perché respiro l’aria di una persona. Non sai quante volte mi sono sentito finito nella vita. Accanto a te mi vedo immenso; dimmi che noi due non finiremo mai”.
(Tratto dal libro)
JD Hurt è l’autrice che leggo quando voglio essere sopraffatta dalle emozioni: conflittuali, potenti, sconvolgenti, totalizzanti. Il bene è sempre sporcato dal male e viceversa, l’innocenza non può che farsi macchiare dalla cruda verità. Personaggi frutto di un passato tremendo, spesse volte un passato del quale ancora non conoscono tutti i retroscena perversi, si sbracciano per trovare il modo di restare a galla, di respirare, di ottenere sollievo. Un sollievo che trovano a forza di compromessi, di cattive azioni, di durezza, ma soprattutto grazie alla capacità di amare che riescono comunque ad alimentare, nella quale trovano la forza di credere ancora, per il quale sono disposti a sacrificarsi.
“Con le cose belle come te, non voglio sbagliare. Io ti proteggerò, Flaminia Ferrers, se necessario anche da me. Per questo non ti bacerò più e non ti toccherò fino a che avrai l’età giusta per volermi davvero. Tu mi sceglierai, gonnellina, ma lo farai solo quando avrai imparato il codice per decifrare il mostro che mi porto dentro”.
(Tratto dal libro)
Non mi aspettavo niente di meno dalla storia di Claudio, un ragazzo tormentato con un passato tremendo (non meglio rispetto agli altri protagonisti dei vari episodi, ma che in ogni caso l’ha segnato terribilmente). L’amore di cui avevamo letto già in passato per la sua “gonnellina” purtroppo non può essere ancora manifestato perché… Flaminia l’ha tradito. Quindi il suo sentimento fortissimo per la ragazza si macchia anche di un grosso senso di odio, cosa che gli impedisce di essere dolce e premuroso come vorrebbe fare con lei da quando ha sedici anni.
“Tu non sei così!” strillo fra i singhiozzi, “forse ti piace il dolore, metabolizzi ciò che ti hanno fatto sanguinando! Ma puoi essere dolce con te stesso”. Lui si volta nella mia direzione. “Dolcezza, gonnellina? Ce l’avevo grazie a te, adesso non è rimasto niente. Goditi il mio niente”.
(Tratto dal libro)
Di Claudio La Barbera abbiamo intravisto scorci nei libri precedenti; ci era sembrato ambiguo, potente, onnipresente e onnisciente, senza rimorsi. Questa è la sua immagine “pubblica”, che ha iniziato a incrinarsi durante la lettura della storia di Cesare, la “sua persona”: erano scattati molti punti di domanda sull’idea che mi ero fatta. E ora, in questo volume interamente dedicato a lui e Flaminia, vediamo il Claudio “intimo”. Non ci importa più del suo potere mafioso, della sua capacità di confrontarsi con bande o poteri forti. Nell’intimo è un Claudio tormentato, fallibile, preda delle passioni. È una storia concentrata sulle sue emozioni, che spaziano dalla rabbia per il tradimento al sentimento di vendetta, dalla tenerezza nei ricordi di un amore puro che “avrebbe potuto essere” all’odio che ammuffisce un sentimento profondo e totale.
Per quanto abbia un paio di persone fidate nel mondo, Claudio è solo. Per quanto “ottavo re di Roma”, non si appoggia a nessun clan o gruppo di adepti per svolgere ciò che spetta a lui.
Forse è vero che esistono amori che ci appartengono tutta la vita, anche se quella vita non la vivranno mai con noi. So che non lo dimenticherò, quando costringo la bocca a dire: “allora io non sono per te. Ho bisogno di un amore pulito, perché è da troppo tempo che tutti mi sporcano”. Non riesco ancora a voltare le spalle. Resto lì a guardarlo in attesa di un segno, un bacio. Una bugia. E lui me li dà, strappandomi il cuore dal petto. “Corri, gonnellina. Fa’ che io non ti trovi mai, perché se c’è una cosa che so fare da Dio è insozzare le cose che tocco”.
(Tratto dal libro)
Il masochismo di Claudio non è un elemento centrale nel dramma della storia, è trattato in modo molto diverso da ciò che mi aspettavo (una trama sulla falsariga dello spin-off su Dobermann, per intenderci) e ne sono stata sorpresa. Si vede, fa parte delle sfaccettature e fa parte della crudeltà con cui lui svela se stesso a Flaminia chiedendole di accettarlo, ma è anche un’arma che usa per torturarla in modo subdolo. Ma risulta chiaro che la perversione sessuale di cui soffre fa parte di lui, non deve essere redenta né curata, forse appena lenita, ma Flaminia deve accettare il pacchetto completo, se lo vuole.
“Hai solo bisogno di qualcuno capace di darti la stessa quantità di cuore che ogni volta metti in gioco” alita sulla carne. Perdo la testa; perché io sono quello che avrebbe dato tutto per lei. Invece mi ha buttato via come una carta sporca. “Tu, quel cazzo di cuore, l’hai calpestato” afferro le sue guance; mi spingo in fondo alla gola.
(Tratto dal libro)
Claudio e Flaminia aspirano a raggiungere la luce anche se al momento hanno i piedi nel fango, e purtroppo il loro malessere è rivolto l’uno verso l’altra perché si sono fatti e si stanno facendo del male reciproco, vuoi con le miglior intenzioni, vuoi per fraintendimenti o per un bene superiore. Devono arrivare a guardare in faccia il dolore per poterlo superare, prima di potersi riabbracciare.
Quella di Claudio è una fuga, anche se non fisica: l’amore e l’odio per Flaminia, il senso di gelosia, la rabbia, la frustrazione per non sentirsi degno della sua fiducia lo spingono a fuggire dai suoi stessi sogni, dal suo stesso bisogno di tenerla al sicuro, dall’impulso primordiale di farla sua; anche se tenta di seguire una strategia, i suoi sentimenti non gli permettono di essere lucido, di farle davvero male, e continuano a dilaniarlo tirandolo di qua e di là.
Io non sento nulla, neppure la fame; solo il calore del suo corpo avvinghiato al mio. Allora per non pensare alla strana voglia di venerarla che si mischia a quella di devastarla divento cattivo: “ti trascinerò nel fango” sbotto a un centimetro dalla sua bocca. “Sguazziamo tutti nel fango, ma alcuni di noi guardano verso le stelle” adesso è lei a ficcarmi la lingua in bocca. Perdo la testa: io e Flaminia siamo sempre stati le stelle; ormai siamo solo due buchi neri.
(Tratto dal libro)
Che dire di Flaminia? (Non spoilererò una sola riga, prometto). Anche se agli occhi di Claudio è un angelo celestiale e puro, sinonimo di amore adolescenziale che lui non merita (almeno fino al momento in cui lei non compie un gesto tremendo), Flaminia lo vede come il ragazzo perfetto, il raggio di luce in una vita triste e piena di torture psicologiche. Ogni sua singola scelta è frutto dell’amore, anche quando è dolorosa, terribile da accettare e fa morire un pezzo di se stessa. Delusa da tutti, a partire dalle figure che per lei sono “famiglia”, passando per l’aprire gli occhi sui lati oscuri di Claudio, sopravvive aggrappandosi a iceberg che scopre sciogliersi come ghiaccio finto. Rimane sola a combattere contro tutti, alla ricerca di qualcuno di cui non sappiamo nulla se non un nome: Smarty.
Sa Dio quanto non vorrei farlo; preferirei mille volte picchiare me stessa. Ma Smarty viene prima di tutto. “Cominciamo” mormoro. “Sceglierò sempre lui al tuo posto”. Andrea Ra continua a gridare la sua Dipendenza, ma in certi casi l’unica persona su cui puoi fare affidamento e dalla quale puoi dipendere sei tu. Sono pronta a distruggere l’ultimo anelito di infanzia. Sono pronta a uccidere l’uomo che ho sempre amato.
(Tratto dal libro)
E questo ci porta a un altro motivo per cui adoro-adoro-adoro JD Hurt: i puzzle genealogici.
Gli intrecci che fanno da sfondo alle trame sono intricati ma tutti perfettamente oliati e precisi. È impossibile indovinarli prima del tempo, anche se (giuro) ogni volta penso di esserci riuscita! Tantissimi segreti, un incastro tra famiglie che porta a tirare fili che provengono da tutti i romanzi precedenti della serie (per questo, anche se il libro può essere piacevole come stand alone, io consiglio la lettura in sequenza).
Riassumendo: un intreccio magnifico, molto complesso, un vero e proprio puzzle che alimenta adrenalina, mistero, pathos e dà sollievo alle aspettative enormi che avevamo. Ma soprattutto sono le emozioni, l’intensità di sentimenti che purtroppo non riescono a sbocciare in qualcosa di così puro come Claudio e Flaminia sognavano, perché un nome, Smarty, si frappone tra loro.
Molto interessante anche l’ambientazione a Roma, coerente anche sotto l’aspetto musicale (una colonna sonora che mi andrò ad ascoltare).
“La verità, gonnellina? Vuoi la fottuta verità? Non lo so se ti perdono; non so neppure se al tuo posto avrei fatto la stessa cosa. Ma persino ora che i veli sono caduti e le verità più sconce sono venute a galla, di una cosa sono certo: rinuncerei a tutto tranne che a noi due”. Mi bacia. E lo so che lo dico sempre: non è uno dei nostri soliti baci. Ma quando provi così tanto, allora ogni bacio diventa il primo bacio.
(Tratto dal libro)