Recensione in anteprima: ” Pazza di un highlander” (I Romanzi Classic) di Suzanne Enoch
Titolo: Pazza di un highlander
Autore: Suzanne Enoch
Editore: Mondadori
Genere: Romanzo rosa
Collana: I Romanzi Classic
Data di pubblicazione: il 6 Marzo 2021
- Un diavolo in Kilt
- Quell’adorabile accento scozzese
Rowena MacLawry è cresciuta con i suoi fratelli e con il loro amico Lachlan MacTier, di cui è sempre stata invaghita senza essere ricambiata. Così lei, raggiunta la maggiore età, si è recata a Londra per fare il suo debutto in società. Quando torna nelle Highlands per le nozze del fratello, Lachlan, rivedendola, capisce di provare qualcosa per lei, benché ormai la ragazza sia stata promessa al lord di un altro clan e lo veda solo come un uomo rozzo e scortese. Ma proprio durante la festa nuziale, Lachlan le rivela tutto il fascino del suo spirito indomito e tra i due scoppia una passione irrefrenabile. Così Rowena si ritrova costretta a scegliere tra i propri sentimenti e la lealtà verso il suo clan.
Care Fenici, è con piacere che ho letto in anteprima Pazza di un Highlander, seguito di Quell’adorabile accento scozzese. Ammetto che questo romanzo è stato una sorpresa rispetto al precedente per svariati motivi, innanzitutto perché conosciamo più da vicino gli aitanti fratelli MacLawry, la loro devozione gli uni agli altri, malgrado qualche scivolata di Ranulf, e l’affetto che li unisce. Ho adorato le descrizioni delle ambientazioni scozzesi, le leggende e i tradizionali sport, e soprattutto vado matta per la gente in kilt, si sta presto per tante cose! Anche i villain sono ben gestiti ed è stato emozionante rivedere i vecchi personaggi, soprattutto Arran e Mary, insieme al Duca di Alkirk con il clan Campbell. Ammetto di avere una preferenza per Orso, uno dei fratelli MacLawry, e non vedo l’ora che esca il libro riservato alla sua storia. Anche Ranulf gioca una parte importante, e finalmente riusciamo a vedere il suo lato umano, e non solo, come capoclan; il poveraccio mi ha fatto un po’ pena, mai niente che vada come vuole lui, e sto benedetto matrimonio con lady Charlotte tarda sempre in qualche modo.
La storia tratta la vicenda d’amore tra Rowena MacLawry e Lachlan MacTier, ecco questa dovrebbe essere la parte di punta ma, a mio parere, non è stata gestita benissimo. Mentre l’ambientazione, le tradizioni, insomma i dettagli di contorno sono descritti con attenta precisione in maniera tale da immaginarli perfettamente, la parte romantica ci fa imprecare contro i due e, almeno per me, ha reso molto difficile immedesimarmi. Rowena è una ragazza scozzese, allevata dai suoi fratelli dopo la tragica dipartita dei genitori, soprattutto con Ranulf ha un legame molto stretto, ma è sempre stata innamorata di Lachlan fin da bambina. Lui, invece, non ha mai ricambiato questo sentimento, e assolutamente non lo ha mai incoraggiato, infatti, l’ha sempre trattata come una sorella. La loro unione era ben vista dalla famiglia e anzi, fortemente caldeggiata. Nel primo libro, Un diavolo in kilt, la ragazza appena diciottenne scappa a Londra, ma in questo romanzo sono passati tre mesi da quel momento e in questo brevissimo lasso di tempo la ragazzina MacLawry è cambiata tantissimo (il che mi ha fatto storcere un pochino il naso), mettendo da parte i sogni infantili e i modi scozzesi in favore dell’elegante e frivolo atteggiamento inglese, modificando l’accento, il modo di muoversi e ampliando le proprie mire matrimoniali. Il fascino di Londra l’ha talmente ammaliata da farle dimenticare le lande scozzesi, proiettandola verso un futuro inglese. Sta di fatto che invita alcuni gentiluomini al matrimonio del fratello sperando in tal senso di favorire questo tipo di unione. Lo stesso Ranulf le proporrà un marito scozzese, adatto a stipulare una buona alleanza, con residenze londinesi per farle piacere. Ed è qui che tutto si complica, poiché Lachlan non ci sta, e per la prima volta vede davvero Rowena come una donna, e malgrado abbia dato la sua parola ai fratelli di lei di non aver alcuna intenzione di sposarla, decide di punto in bianco che solo lei sarà sua moglie. Insomma in amore vince chi fugge, e Rowena si trova sull’orlo di un baratro, la scelta può condannarla sia da una parte che dall’altra. Il Lachlan simil principe azzurro di cui era innamorata non esiste più, dinnanzi si presenta il vero scozzese, duro, bello e libero e costui farà di tutto per farle riemergere il fuoco della Scozia. Ma all’orizzonte vecchi nemici tramano sotto agli occhi di tutti e, forse, per Rowena e Lachlan è troppo tardi.
Per essere del tutto sincera la trama si regge abbastanza bene, malgrado i tira e molla dei due protagonisti e il loro ridicolo corteggiamento che appesantiscono la narrazione rendendola poco fluida e a tratti noiosa. Le scene sessuali sono passionali, ma scarne di dettagli e francamente ce ne sono pochissime, il che con tutto il testosterone presente non è una cosa molto positiva. Inoltre mancando l’epilogo, la storia viene tranciata di netto e rimandato tutto al prossimo volume, come il matrimonio tra quel povero cristo di Ranulf e la sua bella Charlotte. Già nel precedente capitolo l’azione era tutta concentrata verso la fine, rendendo la faccenda abbastanza ridicola, qui viene decisamente gestita meglio ma fino a un certo punto. Non ho apprezzato il personaggio di Lachlan, ok sì, vi concedo che è il classico highlander ben munito, ma l’ho trovato un po’ superficiale soprattutto nei sentimenti. Diciotto anni di indifferenza e poi dopo un no è subito innamorato. Rowena invece l’ho apprezzata di più, anche se il suo cambiamento ha dello stupefacente poi, per fortuna, rinsavisce. È un libro che vi consiglio, non di certo per la parte romantica, ma sicuramente per tutto il resto, come per esempio ascoltare storie di fantasmi, di castelli antichi e ingressi segreti, e immaginare tanti bellissimi e forti uomini in kilt, che danzano al suono di cornamuse e si sfidano in gare di abilità. Per questa parte vale sicuramente la pena leggerlo.