Recensione in anteprima: Raptor: Honorable Men Series – Spin Off di JD Hurt
Titolo: Raptor
Autrice: JD Hurt
Genere: mafia romance suspance con sfumature dark
Serie: secondo spin off della serie Honorable Men Series
Editrice: Self Publishing
Data di uscita: 10/02/2021
Il conte di Long Island
Lo Zingaro del SoBro
Dobermann (primo Spin-Off)
Raptor (secondo Spin-Off)
“A che serve? Un mese non serve a niente” mormora sempre più flebile.
“A dimenticarti, Auby-Love. Trenta giorni per dirti addio” la inchiodo alla parete facendo aderire la sua schiena all’intonaco. “Dopo correrai da Ash, bacerai un bianco ricco e onesto che ti adorerà come meriti. Io sposerò una queen nera. Diverrà la regina dell’immondizia, ma non sarà mai il mio passero. Il mio passero, quel bellissimo indomito scricciolo, sarà sempre solo una ragazza bionda”.
(Tratto dal libro)
Questo nuovo spin-off della serie Honorable Men si ispira a fatti molto attuali in modo coraggioso. Prendendo le mosse dal movimento Black Lives Matter, che ha preso forma dopo l’omicidio (penso che non ci siano più dubbi che si tratti di questo) di George Floyd negli Stati Uniti, la storia di mafia di JD Hurt si addentra nell’animo nero mettendone tragicamente in risalto anche gli aspetti meno politicamente corretti; quella rabbia e quel sentimento di vendetta nei confronti del “potere bianco” che vanno ad alimentare una vera e propria discriminazione nei confronti dei diversi.
Ti diranno che sei sbagliata, ti diranno che devi scegliere da che parte stare. Non esistono razze; esistono culture e tratti somatici. Quando queste cose si mischiano nasce la poesia. Una cosa che non tutti possono capire. Ma santo Dio, è perfetta. Non dimenticarlo mai”. (Tratto dal libro)
Niente di nuovo, quindi, rispetto a quello che si cerca di combattere. Un qualcosa che viene praticato da così tanto tempo che trasponendolo su personaggi bianchi sarebbe suonato obsoleto e scontato. E invece, almeno per quanto mi riguarda, è la prima volta che vedo il calzino rovesciato, che sento le pressioni sociali sul capomafia nero affinché sposi una Queen nera, perché una unione simbolo di integrazione non sarebbe mai accettata dalla base che lo sostiene. E per quanto ci si sforzi di appoggiare le rivendicazioni dei neri, questo atteggiamento di chiusura, di rivalsa, divisivo tra “noi” e “loro” fa rivoltare lo stomaco esattamente come quei medesimi comportamenti attuati dai bianchi nei loro confronti.
“Perché io e la vita abbiamo preso strade diverse tanto tempo fa” ammetto sfatto. “Io sono rimasto al ghetto; lei è andata altrove. Tu sei la dannata porta per tutti gli altrove del mondo”. (Tratto dal libro)
Ma torniamo al libro: si tratta di un mafia romance molto intenso e passionale con protagonisti Tariq, ragazzo di colore monarca del ghetto, e Audry, una tenace ragazza decisamente troppo bianca. “Ebony & Ivory” è la loro colonna sonora, e la differenza di tonalità non è impedimento al fatto di amarsi dalla più tenera infanzia nonostante tutto e tutti.
“Apriti” sferro un calcio all’ennesimo ingresso blindato. “Voglio sdraiarmi, piangere, lamentarmi…”
“Non hai bisogno di una camera per farlo, Auby-Love” la voce di Tariq mi accarezza le spalle.
“Perché?” mormoro senza voltare il capo.
“Perché hai me” le sue mani mi rigirano come la stupida Barbie che sto diventando. “Puoi sdraiarti sul mio corpo, piangere nella mia bocca, lamentarti tra le mie braccia”. (Tratto dal libro)
La loro passione è ostacolata da una fitta trama di vicende familiari oscure e perverse, come nel perfetto stile dell’autrice. Pressioni di una madre troppo piena di risentimento si sommano alle aspettative degli abitanti del ghetto su ciò che il proprio capo dovrebbe fare per difendere la propria identità “nera”, e alle azioni malvagie di altri personaggi decisamente più antipatici, frapponendosi in modo sempre più forte all’unione tra i due ragazzi.
“Ti amo non perché mi rendi coraggiosa. Ti amo perché sono felice con te anche quando sono triste. Ti amo perché non mi sei indispensabile, ma scelgo che tu lo sia. Ti amo perché sei una sorgente che mi nasce da dentro. Io ti scelgo, Tariq, a dispetto del ghetto, delle nostre famiglie, della morte che ci circonda. E ti sceglierei anche se fosse reato”. (Tratto dal libro)
Inoltre, se Raptor è un boss della droga, Audry ha avuto a che fare con gli effetti devastanti che questo provoca: i suoi più cari affetti le sono stati portati via proprio dalla dipendenza da crack, e immaginare che proprio la persona che ama abbia fornito loro il veleno la mette di fronte a una scelta molto difficile. Raptor e Audry bucano il foglio con le loro personalità e le loro emozioni intense, i loro sogni così troppo luminosi per il luogo in cui sono costretti a vivere, e per questo loro amore “a discapito di tutto”.
D’altronde non mi è mai piaciuta quella gran culo di Cenerentola. Sono più il tipo a cui vengono le vesciche nella scarpetta. (Tratto dal libro)
Ho adorato anche i cammeo dei personaggi principali della serie, a partire da Claudio, e non posso che essere d’accordo sulle note finali dell’autrice, che ci annuncia già un altro paio di spin-off, prima del termine della serie: i personaggi sono così vivi e intensi da meritare ognuno un approfondimento dedicato.
Mi auguro solo che JD la smetta di prendersela con le madri, perché la cosa inizia a farsi inquietante (ahahahah, bugia, l’adoro!).
Un romanzo e una serie che continuo a stra-consigliare. Non ve ne pentirete!
“Facevo molto più di vegliare” mi ingoia fra le sue braccia. “Ti sceglievo, ti volevo. E come un folle ti mettevo prima di ogni affetto. Non era pazzia la mia. Io non potevo saperlo, ero troppo giovane. Ma una parte di me lo intuiva: tu eri già un’abitudine senza che ti avessi provata. Una dipendenza prima di averti sniffata. Una ferita senza essermi tagliato” mi stringe più forte. “No. Non potevo sapere che ci sono miliardi di persone là fuori, alcune belle come sogni; solo una è il tuo sole”. (Tratto dal libro)