Recensione in anteprima: “Sposa del Signore – Scottish Brides Series #3” di Barbara Riboni
Titolo: Sposa del Signore
Autrice: Barbara Riboni
Serie: Scottish Brides #3
Genere: Romance storico
Self Publishing
Data di pubblicazione: 3 febbraio 2022
1 Sposa per una notte recensione —->QUI
2 Sposa in fuga recensione —-> QUI
3 Sposa del signore
Scozia, Medioevo
Richard FitzRoy si trova a dover affrontare una situazione davvero spinosa. Congedato con tutti gli onori dopo una vita da condottiero, ha ricevuto in dono dal suo re un possedimento nelle Highlands dove contava di invecchiare serenamente.
Scopre però che Darkwood ha un legittimo erede scozzese e si trova quindi di fronte a un bivio: muovere guerra all’intero clan che dovrebbe diventare la sua gente o accettare il compromesso che il giovane Laird gli propone?
Isobel ha trovato la pace in un convento agostiniano.
Vive la sua vita in armonia con le sorelle, lavorando e dedicandosi al Signore, sulla piccola isola di Iona, nelle Ebridi. Non è preparata al tornado che la travolge con l’arrivo di un possente cavaliere inglese.
Dovrà combattere contro i propri draghi e superare le paure del passato per accettare di vivere il presente e costruire con lui il futuro che il destino ha voluto riservarle.
Care Fenici, ritornano in pompa magna le bellissime descrizioni di una terra da sogno nelle Lande scozzesi di Barbara Riboni. Questa volta i personaggi principali sono Isobel, sorella di Robert MacDougal, quindi scozzese fino al midollo, e Richard Fitzroy, un lord inglese. Dopo essersi ripreso il castello, Robert, per evitare una guerra inutile con l’inglese, gli promette la mano della sorella e la dote della madre di lei, niente di meno che uno splendido castello in riva al mare. Non esattamente briciole! C’è però un piccolissimo problema: Isobel è una suora e vive nel convento di Iona, accetterà di buon grado di sposare lo straniero? Ovviamente no, che domande! Messa di fronte a una scelta crudele non le resta che accettare e sperare che l’uomo la ripudi dopo aver sentito del suo tremendo passato. Ora, direte voi, cosa può aver mai fatto una ragazza di appena sedici anni? Per i nostri canoni moderni assolutamente nulla, anzi, la vittima semmai è lei, ma a quei tempi la cosa non era vista così bene. Resta il fatto che Richard sorvola sulla cosa e la obbliga a sposarlo, però, le promette – povero ingenuo – che consumeranno il matrimonio solo dopo il consenso di lei. Qui secondo me l’inglese non ha fatto bene i calcoli poiché una cosa è pretendere fiducia un’altra è conquistarla, ed è così che inizia un gioco erotico fatto di momenti sudati fino allo stremo. Il poveraccio mi ha fatto pena più di una volta, non solo gli tocca lasciare casa sua, ma viene anche inviato in Scozia per poi essere nuovamente invitato ad andarsene. Quindi si trova invischiato con questa sposina riluttante e i suoi tre marmocchi, e in tutto ciò non riesce ad andare a segno fino a più di metà libro. C’è da esserne fieri per questo super controllo! Non che abbia tutti lati positivi, eh!
Isobel, d’altro canto, è una creatura di notevole bellezza, ma a differenza della defunta madre – come le viene fatto notare più volte – è una ragazza buona, gentile e paurosa, anche se ne ha tutte le ragioni. Inoltre, dopo lo sposalizio, in marcia verso Wildpick, dentro uno dei suoi bauli trovano tre piccoli clandestini che era solita accudire al convento. Volendo tenerseli per sé prega il neo sposo di lasciarglieli ma tutto, a quanto pare anche la carità, ha un costo. E così per ogni più piccolo desiderio entra in gioco la “contrattazione” tra un uomo e una donna che devono imparare a fidarsi l’uno dell’altro. Sarà facile? Proprio no, ma l’autrice non ci farà penare troppo.
Come sempre, per quanto mi siano piaciuti i due protagonisti devo essere sincera nel dire che li avrei scaraventai giù dai bastioni entrambi, almeno in un paio di occasioni, lui perché è troppo autoritario e lei perché è troppo suora. C’è un limite anche alla mia di sopportazione, ma quando pensavo che mi sarei dovuta arrendere ecco che salta fuori un personaggio che mi ha subito colpita: Mildred. Se potessi avere un libro su di lei lo leggerei all’istante rinunciando al sonno. La donna, non più giovane, è la governante e fin da subito aiuta la protagonista come può ma il suo passato è denso di segreti che verranno un poco alla volta svelati, anche se fin da subito è chiaro che ci sono dei misteri che la legano alla padroncina. Quali saranno?
Ci tengo ancora una volta a sottolineare come Barbara Riboni non solo sia in grado di studiare un’era che non ci appartiene, fino al minimo dettaglio, ma soprattutto quanto cuore ci metta anche per descrivere personaggi secondari dando loro un volto, dei desideri e un’anima. E con questa vi lascio alla lettura, sperando che vi prenda come ha preso me.
Alla prossima
Bentornate, Fenici!
Oggi voglio parlarvi a grandi linee del terzo libro della serie “Spose Scozzesi” di Barbara Riboni.
Quando si parla di Scozia, Laird, castelli, tartan, brughiere immense, leggende e miti di una terra che io amo alla follia, io vado a nozze. La amo con tutta me stessa e questo libro è stato letteralmente divorato dalla sottoscritta. Venite con me in questa nuova avventura dove conoscerete Isobel e Richard, due protagonisti che vi cattureranno fin dalla prima riga.
Richard Fitzroy. Come si fa a non adorarlo? Dopo aver trascorso la vita sui campi di battaglia al servizio del re, desidera una sola cosa: della terra, un castello, una sposa che gli dia dei figli e invecchiare tranquillamente. Il problema è che ha poco tempo, i suoi possedimenti sono la dote della sua nuova sposa… che è una suora! La sua missione? Convincerla a sposarlo, a seguirlo e anche a dargli questi figli che tanto anela; solo che non ha fatto i conti con il carattere della ragazza, alquanto restia a lasciare le sicure mura del convento. E c’è un perché. Non vuole seguire Richard, anche se, diciamoci la verità, io mi sarei buttata a pesce nel seguirlo e nel dargli tutti i figli che voleva, mannaggia la pupazza!
Mi direte, ma sei pazza? Sei in un’epoca dove le donne morivano facilmente di parto e via dicendo. Sarò pazza, ma porca miseria! Richard è awww!
Dalla descrizione è un bel pezzo di gnocco dai capelli lunghi castano biondo, barba ramata e intensi occhi come le nuvole cariche di pioggia.
Ditemi, anche voi non vi squagliereste? Tutti questi gnocchi letterari sono fighi, belli, coraggiosi, senza macchia e senza paura e chi più ne ha più ne metta. ADORO!
Isobel. Mia piccola, fiera e dolce Isobel, che ne ha dovute passare di cotte e di crude e che credeva che rifugiandosi in un convento avrebbe trovato la pace. Preda di una madre che non le ha mai dimostrato amore e di uno zio che l’ha violentata da adolescente, ora ha paura di avere contatti con il genere umano di sesso maschile. Certo è che Richard saprà tirarle fuori tutto quello che teneva nascosto, le fa capire che il sesso non è quello che lei ha conosciuto nel modo peggiore ma che tra uomo e donna può esserci piacere reciproco e non dolore, che può essere bello e non brutto come ha sempre creduto.
Tira fuori un caratterino niente male, si prodiga con i tre orfanelli che sono venuti con lei dal convento diventando per lei una famiglia con Richard, impara con il marito che il matrimonio non è il “demonio”, come ritenuto da tutti. È un personaggio che ho amato fin da subito proprio per la sua caratterizzazione.
Si possono adorare due personaggi di carta? Sì, ma anche i secondari che, a mio avviso, hanno sempre qualcosa da dire e da aggiungere alla trama. Una su tutte Mildred, la fantesca del castello che altri non è che la sorellastra della madre, essendo la prima figlia del defunto nonno della protagonista.
È un libro che si legge in poco tempo, ma sappiate che vi prenderà sin dalla prima pagina. Posso dirlo? Barbara con lo storico sa quello che fa, si vede che dietro c’è un grande lavoro di ricerca, dedizione e cura. Ho amato la storia delle Cailleachan, le Streghe delle Tempeste del Lore scozzese: si dice che il loro sangue crei pozze venefiche e che la gente abbia paura di bagnarvisi. Una pozza d’acqua termale sulfurea dai grandi poteri curativi (tipo l’acqua di Contursi in provincia di Salerno) dove i nostri protagonisti… be’, mi avete capita! Ho apprezzato alla follia quella scena come tutto il resto. Barbara ci dà grandi emozioni e arricchisce ogni personaggio di una sfumatura diversa.
Perché leggerlo?
Se come me amate la Scozia, il folklore, la brughiera, i clan, le coppie improbabili ma che una volta insieme fanno scintille, allora avete trovato quello che fa per voi.
Alla prossima!
«Sei nata femmina Isobel, e per questo il mondo cercherà di convincerti che non conti nulla. Cercherà di schiacciarti con la forza dei soprusi, ti confinerà ai margini, tenterà di piegarti sotto il peso della sofferenza. Ma proprio perché sei nata donna, il destino ti ha dotata di una grande forza e tu non dovrai soccombere mai, dovrai lottare per dimostrare che hai il tuo posto nel mondo e che non temi la sofferenza.»
Carissime fenici, se avete voglia di leggere uno spensierato romance storico, ma soprattutto scritto bene, ecco a voi il terzo libro sulle spose scozzesi della brava Barbara Riboni, dal titolo Sposa del Signore.
Lo stile dell’autrice è coinvolgente, pulito e sempre unico nel suo genere.
Il Medioevo è un’epoca affascinante, che calamita sempre la mia attenzione nella scelta di un romanzo. Ho apprezzato particolarmente questa lettura per vari aspetti: la trama avvincente del matrimonio imposto è contornata da una serie di avvenimenti che ravvivano la narrazione, così come i molteplici personaggi secondari.
Il riferimento storico a usi e costumi della Scozia medioevale mi ha sopraffatta, facendomi immergere ancor più nel contesto.
Il libro è autoconclusivo, anche se si collega agli altri due della serie per vari aspetti e parentele.
Nel primo, Sposa per una notte, l’autrice ci ha deliziati con una protagonista che, da servetta, diventa una meravigliosa lady e sposa di un bellissimo laird scozzese.
Nel secondo, Sposa in fuga, c’è una rossa tutto pepe che fugge da un matrimonio combinato e che finisce in sposa, dopo mille peripezie, a Robert McDouglas. Questi, dopo anni di lontananza dal suo clan, rientra in possesso del ruolo che gli compete come laird, ma solo dopo aver sfrattato un lord inglese che si era appena insediato nella sua proprietà.
Come si aggiustavano questi inconvenienti all’epoca? Perché non dare in moglie la cara sorellina con in dote una proprietà che fa gola al bel Sassenach? E chi se ne importa se la fanciulla è una monaca!
Isobel McDouglas, il cui nome è già una scelta vincente perché è bellissimo, è una creatura angelica che vive come suora nel convento di Iona. La ragazza ha fattezze delicate e un carattere mite e altruista, soprattutto quando si prende cura degli orfanelli del convento.
Richard Fitzroy è un valoroso condottiero inglese, più grande della ragazza e con il desiderio di mettere su casa e famiglia. Lui è un brav’uomo, mi è piaciuto subito per il carattere diplomatico che assume in tutte le situazioni. Prelevare la ragazza dal convento già è una bella impresa perché lei proprio non ne vuole sapere! Che fare allora? La negoziazione diventerà il suo alleato più fidato. A piccoli passi, Richard farà le conquiste più difficili che abbia mai fatto, senza armi ma con il cuore.
La caratterizzazione dei personaggi è ben delineata e ho apprezzato ancor più la delicatezza con cui emergono certi approfondimenti caratteriali, dovuti alle varie vicissitudini della vita dei protagonisti. Gli argomenti trattati sono molti, dai soprusi che dovevano patire le donne in quel periodo, al problema degli orfani e delle responsabilità che aveva il laird di un clan.
Si stava innamorando di sua moglie e questo lo rendeva incapace di restare distaccato dall’intera faccenda spingendolo ad accogliere qualsiasi sua richiesta, mentre lei restava ferma sui bastioni dei suoi continui rifiuti.
La storia d’amore è un crescendo di emozioni, è un conoscersi e capirsi, è una scoperta meravigliosa di un qualcosa che entrambi i protagonisti non si sarebbero mai immaginati di provare.
Ecco come la Riboni riesce a tessere un racconto lontano nel tempo, romantico ma anche pregno di brutture tipiche dell’epoca, descritto magicamente con la sua penna creativa e capace di emozionarmi sempre enormemente.
«Sto per baciarvi Isobel, e questa volta sarà un bacio diverso da quello che mi avete dato voi. Sarà il bacio di un uomo, sarà il sigillo del mio diritto su di voi e sarà la porta che vi aprirà un mondo che nemmeno immaginate.»