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Recensione: “In ogni singola vita” di Leta Blake

Lui lo amerà, in ogni singola vita.

Neil non è un fantasma, ma è così che si sente. Reincarnato con tutti i ricordi della sua vita passata, trascorre vent’anni intrappolato nel corpo di un bambino, non volendo nient’altro che crescere e reclamare l’amore della sua vita.

Da adulto, Neil scopre che c’è più del tempo perso a separarli. Joshua si è costruito una bella vita, da quando lui è morto. E come dovrebbe presentarsi a lui adesso? Come l’amante morto da tempo, con un nuovo corpo? Con il cuore spezzato, e senza speranza, Neil si rifugia nel lavoro, sviluppando robot microscopici chiamati naniti che possono produrre miracoli medici.

Quando Joshua incontra un giovane scienziato che lavora a un progetto medico, la sua anima percepisce qualcosa a cui la sua mente razionale non riesce a credere. Neil è tornato davvero da lui dopo vent’anni? E se l’impossibile fosse vero, potrebbero finalmente stare insieme?

Fonte della trama: Quixote Edizioni

Pensò agli anni trascorsi ad Atlanta, crescendo con Alice, essendo molto più che un bambino piccolo e tuttavia mai abbastanza per stare con Joshua. Troppo giovane, troppo in ritardo, troppo morto. E poi Joshua era stato troppo felice, troppo sposato.
Era troppo.

Neil e Joshua sono due ragazzi che stanno iniziando una relazione. Hanno tutta la vita davanti, non sono costretti a correre e non hanno ancora avuto un rapporto completo. Ma Neil finisce vittima di un tragico incidente e muore, lasciando Joshua con un vuoto enorme, sensi di colpa e molti rimpianti.
Neil, reincarnato in un neonato, non ha perso i ricordi della sua vita precedente e questo ha influenzato tutta la sua seconda infanzia e adolescenza. Gli ha impedito di ricominciare una vita da capo: non è mai stato davvero un bambino e non ha obiettivi o sogni che non siano legati alla sua vita precedente e a tornare con Joshua, una volta che avrà l’età giusta. Nessuna aspirazione per il futuro, nessun altro interesse tranne la passione per il lavoro di ricerca sui naniti che aveva interrotto con l’incidente.
Joshua, a distanza di due decenni, ha dovuto guardare avanti e ha trovato un uomo dolce e comprensivo che non ha mai voluto prendere il posto del suo primo amore. Lo ama, sì, ma dentro di sé non ha mai dimenticato Neil, sentendosi in colpa per non avergli mai concesso la sua prima volta.

L’incontro tra il giovane Neil e Joshua, ormai un uomo, è tutto tranne che facile. Per Neil, rendersi conto che l’altro ha dovuto vivere senza di lui per vent’anni, che ha dovuto trovare pace, in qualche modo, e dirottare la disperazione, il senso di colpa e anche l’amore verso un’altra relazione è traumatico; si sente perso, frustrato per essere intrappolato in un corpo troppo giovane, e pieno di rabbia per la sua impotenza. Presentarsi a lui e rivelargli la verità non è un gesto facile, perché non vuole stravolgere la felicità della persona che non ha mai smesso di amare.
D’altro canto, Joshua, anche se apparentemente in equilibrio, non ha mai colmato il dolore della perdita, e teme che credere alla rivelazione del giovane Neil possa portarlo a una disillusione ancora più dolorosa, facendo sanguinare di nuovo le sue ferite.

La storia è un crescendo che racconta senza fretta gli sviluppi delle due vite parallele che si incontreranno solo una volta che i tempi sono maturi; un’esplosione di emozioni che si fa commovente sul finale.
La traduzione non è impeccabile, purtroppo, togliendo un po’ di poeticità al testo.

Joshua annuì. Sospirò pesantemente e si sedette lì, così vicino e così orribilmente lontano. Il suo intero corpo voleva appoggiarsi su di lui, girarlo e spingerlo sul letto, arrampicarsi su di lui, baciarlo, sentirne l’odore, stargli vicino e trattenerlo per il resto della sua vita. Se solo fosse riuscito a dirgli la verità, entrambi avrebbero potuto condurre una vita molto lunga. Insieme.
Era straziante.

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