Recensione: “In the Labyrinth” di H. Joking
Lunghezza: 332 pagine
Prezzo cartaceo: € 13,00Data di pubblicazione: 10 Agosto 2020
Care Fenici, mi trovo a recensire un libro molto particolare che, per la tematica trattata, mi ha subito richiamato alla mente i classici di Jules Verne.
La vicenda narra di un gruppo di adolescenti in gita scolastica che si ritrova disperso all’interno di un misterioso labirinto nel cuore di un tempio del Mesoamerica e attraverso questo si ritroverá in un sottomondo fermo all’epoca dei Maya, colmo di mistero e meravigliose scoperte.
La trama segue la vicenda personale di Muluc, una ragazza il cui padre tempo addietro svanì misteriosamente proprio in quegli stessi luoghi mentre lavorava per una società, la SACM, che si occupava di scavi. Muluc ha imparato dal padre a parlare il linguaggio arcaico dei Maya, qualità che le tornerà molto utile quando, lasciato il labirinto, entrerà in contatto con la misteriosa civiltà del sottomondo.
Con lei un gruppo di coetanei tra i quali Jason, il bello e irraggiungibile, di cui Muluc è segretamente innamorata, e la sua ragazza, capricciosa e vanesia, di nome Alyssa. Emily, l’amica del cuore di Muluc, una ragazza dolce e molto protettiva con lei; Thomas, il Nerd del gruppo e Ryan, il ragazzo posato e serio che ha una cotta segreta per la protagonista verso cui si comporta come un cavaliere senza macchia e senza paura. Gli ingredienti del teen drama ci sono tutti.
A fare da corollario a questa squadra si aggiungeranno nella narrazione altre figure del sottomondo, come il valoroso e misterioso Dente di Lupo e la sua squadra di guerrieri, che affibbierà alla nostra eroina il nome di Freccia Silenziosa; i due sovrani Cielo Stellato e Falco Arrabbiato, capi di due città rivali e infine Acqua che Corre la figlia di Falco Arrabbiato.
Tutti i vari personaggi vengono caratterizzati con grande cura e il loro agire e pensare è perfettamente plasmato intorno al loro background culturale, cosa che denota, a mio avviso, uno studio minuzioso da parte dell’autore della ricostruzione storica dell’epoca Maya.
Attraverso varie peripezie, i nostri eroi riscatteranno un popolo dalle sue paure e lo libereranno da una creatura antica, Kulkulkan, che ne aveva segnato per lungo tempo le esistenze. Le numerose vicissitudini rappresenteranno anche un percorso di crescita per tutti i protagonisti in questo avventuroso viaggio di formazione.
Nel complesso è un libro avvincente con parecchi colpi di scena e un’ambientazione curata in ogni suo minimo dettaglio, sicuramente una chicca per gli amanti del genere, che, però, non è riuscita a entrare nel mio cuore, vuoi perché anagraficamente sono ormai lontana dalle tematiche adolescenziali che permeano la trama o, forse, poiché non ho più quella scintilla che mi faceva adorare i romanzi di avventura.
Trattandosi, però di una cosa meramente personale non voglio scoraggiare la lettura di quest’opera, che sicuramente alle più giovani e avventurose risulterà gradito.