Recensione “Io ti salverò” di Émilie Frèche
Care Fenici, oggi nella sua recensione Nayeli vi parlerà del nuovo libro di Émilie Frèche che si intitola Io ti salverò
Da quando non ha più notizie di sua figlia, Laurence tiene un diario. Solo la scrittura le impedisce di soccombere al dolore che la consuma, alla collera che prova verso se stessa per non aver capito niente, per non essersi accorta di quello che stava succedendo nella vita e nella mente di sua figlia Éléa, che a soli sedici anni è partita per la Siria, reclutata dall’Isis. Éléa non era un’adolescente problematica, non frequentava cattive compagnie, aveva un buon rapporto con i genitori, che l’hanno cresciuta nel nome della libertà e dell’apertura mentale. Mai si sarebbero immaginati che il fondamentalismo islamico fosse da includere nella lista dei pericoli da temere per i propri figli. Mai avrebbero pensato che il carattere idealista e sognatore di Éléa potesse renderla preda della rete insidiosa che l’Isis tesse su internet: con falsi profili Facebook inneggianti alla pace, o con video che ipnotizzano le menti tramite una retorica perversa e bugiarda.
Alle pagine dolenti e coraggiose di Laurence si alternano quelle del diario di Éléa, scritte un anno prima ma trovate dalla madre solo ora. Leggerle è scoprire come una ragazza così solare e «normale» abbia potuto barattare sogni, amicizie e amore con la manipolazione, la sottomissione, l’estremismo, fino a ripudiare – al limite dell’odio – la sua vita, il suo mondo, la sua famiglia.
Con una narrazione a più voci, intensa e travolgente, Émilie Frèche ci cala nel cuore di un tema drammaticamente attuale, e sempre più vicino a noi: la radicalizzazione islamica di giovani occidentali. Restituendoci il punto di vista solitamente trascurato dalla cronaca: il lato più intimo e toccante di questo dramma. Dove spicca, su tutto, l’amore inesauribile di una madre, disposta a qualunque cosa pur di salvare sua figlia.
Questo romanzo è più simile a un documentario adattato alla narrativa che a un racconto con elementi di cronaca vera. Si ha l’impressione, infatti, di una scusa letteraria per descrivere un problema vero e preoccupante, quello dei foreign fighters adescati dai movimenti terroristici (l’ISIS nella fattispecie).
È un libro per molti versi angosciante, proprio per la resa realistica e la messa in guardia contro un problema, l’ennesimo, a cui i genitori di adolescenti devono porre la massima attenzione per cogliere le primissime avvisaglie.
Quello del reclutamento tramite manipolazione dei nostri giovani figli è un tema spaventoso a cui siamo, credo, del tutto impreparati. Non solo il terrorismo che raggiunge le nostre città è una cosa tremenda, ma il fatto che rubino i nostri figli per portarli in una guerra non nostra, non loro, facendo loro il lavaggio del cervello fino a che loro stessi desiderino partire e arruolarsi o ridursi in schiave sessuali, è una cosa che il nostro cervello rifiuta di accettare come plausibile.
E invece questo libro ci mostra come sia possibile, attraverso quali passi i ragazzini vengono adescati, raggirati e manipolati fino a radicalizzarli e renderli succubi di questi pazzi.
È un libro con finale aperto. Terribilmente attuale.
I nostri figli sono potenziali bersagli. Tutti, senza eccezioni. Ed è questa disparità che ci sorprende, poiché non esiste un profilo tipo. Quindi alla lunga lista di cose da temere per i nostri figli, come alcol, droga, anoressia, violenza sessuale, gioco d’azzardo, cattive compagnie e chissà cos’altro, dobbiamo ormai aggiungere il fondamentalismo islamico.