Recensione: “Iron Flowers” di Tracy Banghart (serie Iron Flowers #1)
Care Fenici, oggi Tracy ci parla di Iron Flowers di Tracy Banghart
Non tutte le prigioni hanno le sbarre. In un mondo governato dagli uomini, in cui le donne non hanno alcun diritto, due sorelle non potrebbero essere più diverse l’una dall’altra. Nomi è testarda e indisciplinata. Serina è gentile e romantica, e sin da piccola è stata istruita per essere un esempio di femminilità, eleganza e sottomissione. Sono queste le doti richieste per diventare una Grazia, una delle mogli dell’erede al trono. Ma il giorno in cui le ragazze si recano nella capitale del Regno, pronte a conoscere il loro futuro, accade qualcosa di inaspettato che cambierà per sempre le loro vite. Perché, contro ogni previsione, è proprio l’indomabile Nomi a essere scelta come compagna del principe, e non Serina. E mentre per Nomi inizia una vita a palazzo, tra sfarzo e pericolosi intrighi di corte, sua sorella, accusata di tradimento per aver mostrato di saper leggere, viene confinata sull’isola di Monte Rovina, un carcere di donne ribelli in cui, per sopravvivere, bisogna combattere e uccidere. È così che entrambe si trovano prigioniere, l’una di una gabbia dorata e l’altra di una trappola infernale. Per le due sorelle la fuga è impossibile: un solo errore potrebbe significare la morte. E allora, quando non c’è soluzione, l’unica soluzione è cambiare le regole.
Viridia, una dimensione lontana di un mondo distopico, altro non è che una prigione senza sbarre per chi ha la sfortuna di nascere donna.
Un luogo dove il potere è in capo agli uomini e la scelta dell’essere femmina ricade su due condizioni: studiare per diventare una Grazia, sempre che la bellezza sia un primo requisito, o una umile serva.
In questo mondo grigio e schiacciante, ci portano due donne, due sorelle, diverse una dall’altra come il giorno e la notte, con un carattere che dovranno dimostrare lungo tutta la durata del romanzo.
Il titolo originale è ‘Grace and Fury’, e descrive appieno le nostre protagoniste.
Serina è la ragazza dolce e gentile, cresciuta con tutte le piccole accortezze, dalla cura del corpo all’alimentazione adeguata, per diventare un’ambita ‘Grazia’, ossia una donna degna di essere scelta come una delle compagne dell’erede al trono. Tale condizione la predispone ad essere sottomessa e sorridente, così come è l’etichetta reale per le donne di corte. Nomi, pur non avendo nulla da invidiare alla sorella, ha invece un caratteraccio, indisponente e ribelle, che ha scelto di sfidare il sistema, imparando a leggere i libri, grazie all’aiuto di suo fratello gemello. Ciò è tenuto nascosto anche alla stessa famiglia, in quanto la pena di tale superbia è l’essere esiliati sull’isola del Monte Rovina, dove vanno gettate e dimenticate tutte le donne che hanno commesso un reato.
Quando Serina viene scelta per rappresentare il suo villaggio a corte, si trascina dietro una recalcitrante Nomi, che spera di tornare a casa al più presto e si augura che sua sorella non venga presa in considerazione durante la presentazione a corte.
Il suo desiderio viene accolto in parte, in quanto, durante la preparazione del debutto, curiosando in giro per il palazzo, si ritrova davanti una biblioteca nella quale si introduce fortemente attratta dalla vastità e dalla numerosità dei volumi esposti. Ne trova uno che parla della storia del regno e, tentata da un momentaneo pensiero, se lo nasconde sotto il vestito, con l’intento di mostrarlo alla sorella e, anche inconsapevolmente, per fare un atto di sfregio verso quel mondo che considera ostile e ingiusto.
Mentre lascia la stanza, viene sorpresa dai due principi, l’erede al trono Malachi e il fratello Asa, che osservano stupiti quella ragazza umile in un luogo dove non le è consentito accedere e la interrogano sulla sua identità.
Naturalmente l’irresponsabile Nomi risponde con arroganza, pur cercando di tenere un profilo basso, ma la cosa intriga molto l’erede che le gioca uno strano scherzo: la sceglie come sua Grazia, al posto dell’amata sorella.
I loro mondi vengono invertiti. Serina vede distruggere tutti i suoi sogni, il coronamento di un destino a cui ha lavorato per tutta la vita, mentre Nomi si ritrova imprigionata in un mondo che detesta e a cui non sa come sfuggire. Deve giustificare alla sorella cosa ha portato allo sconvolgimento delle rispettive vite, ma mentre le mostra il libro e ne leggono un passo, vengono sorprese dalla Grazia principale di corte, ossia la madre dei due eredi, che le denuncia al sovrano.
«Ora tutto quello che puoi fare è smettere di fare domande e seguire le regole. È questa la tua vita adesso, che ti piaccia o no.»
Dura è la pena che subisce Serina: da aspirante allo scranno reale, alla prigione dell’isola di Monte Rovina.
Lei, che non ha mai fatto nulla in vita sua, se non lasciarsi servire, dovrà combattere per la sua vita. Nomi, che ha servito per tutta una vita, sarà costretta in abiti dai corsetti mozzafiato, alle chiacchiere inutili della comitiva che affolla la corte, non sapendo che non rivedrà più la sorella, né conoscerà la sua sorte.
Due vite separate di due donne che sono legate da un filo sottile che le rende perfettamente identiche: la lotta di affermare i diritti delle donne in un ambiente ostile e difficile.
Ricco di colpi di scena e per nulla prevedibile, con un linguaggio scorrevole e anche ricercato, Iron Flowers mi ha stupita e anche lasciata un po’ perplessa.
Amo romanzi del genere, ma secondo me in questo libro, manca un po’ la struttura del mondo di Viridia, la sua genesi, la sua costituzione, ossia un mondo poco raccontato di cui si sa solo che esiste un sovrano e i suoi eredi, ma nulla di come si muove, come funziona, se non sottoposto a rigide regole scritte da uomini per evitare la supremazia o il dominio di una donna.
Il passato di Viridia è lungo e documentato, dal momento in cui i primi coloni giunsero nei tempi antichi…
I vari capitoli sono POV delle due sorelle, che raccontano di volta in volta la loro visione di ciò che sta accadendo, ma senza un occhio esterno che possa far capire cosa succeda ‘fuori’ dai loro pensieri.
Lascia un po’ perplessi il repentino cambiamento di carattere delle due ragazze, che si adattano alla situazione che viene loro imposta, come se riuscissero a convivere con ambienti che non hanno mai conosciuto o condiviso. Mi è piaciuto la prese di coscienza di Serina, ma neanche un po’ quella di Nomi dalla quale mi aspettavo bene altro che trame e sotterfugi.
La fine arriva nel momento del culmine dell’azione, che lascia il lettore in sospeso a chiedersi quando e dove potrà sapere cosa sia successo. Si capisce che ci sarà un seguito, non è dato sapere se sarà una trilogia o più volumi.
Quindi se non vi piacciono le storie interrotte, conviene attendere nuovi sviluppi.