Recensione: “Kage” di Maris Black (serie Kage #1)
Care Fenici, Antea oggi ci parla di Kage, il primo volume della nuova serie di Maris Black… buona lettura!
Mi chiamo Jamie Atwood e ho un problema di dipendenza. Non ho mai pensato che avrei detto una cosa del genere. Non ho mai avuto problemi di eccessivo attaccamento a qualcosa nella mia vita. Provengo da una perfetta famiglia della classe media, ho frequentato delle buone scuole e avevo una fidanzata molto carina che faceva la cheerleader… ma la verità è che nulla mi ha mai colpito davvero. Allora come ha fatto un ragazzo come me a diventare dipendente da qualcosa?
Ho conosciuto Michael Kage.
Kage è un lottatore di Arti Marziali Miste, MMA. Uno di quelli famosi. Mi piace pensare di averlo aiutato a intraprendere quella strada.
È bello da morire, e il suo aspetto e il suo talento potrebbero competere con qualunque star del cinema. Allora perché ha avuto bisogno di assumere me come addetto stampa? Semplice. C’è un lato oscuro dentro di lui, una sorta di buco nero così profondo che potrebbe ingoiare lui, me e chiunque conosciamo, che non è l’ideale per gli affari.
La prima volta che l’ho incontrato, mi sono sentito subito attratto da lui. Penso che la dipendenza sia iniziata proprio in quel momento. E anche se avessi saputo quello che so adesso, mi sarei comunque innamorato di lui. Come avrei potuto fare diversamente?
Per me, Kage è tutto.
Jamie Atwood non è certo nato in una famiglia facoltosa, ma non si può dire che gli manchi qualcosa. Ha una famiglia che gli vuole bene, una fidanzata, qualche amico, ed è in procinto di finire l’università, supportato da un professore che crede nel suo talento. Possiede anche un bell’aspetto, con un fisico niente male e un paio di occhi marroni che colpiscono. L’unica pecca, a dire degli amici, sarebbe il suo essere nerd, poiché possiede anche un cervello. Cosa potrebbe mai mancare, dunque, a un ragazzo che vive la bella vita?
Michael Kage è la risposta.
Per il suo progetto finale di laurea, Jamie decide di imbarcarsi in qualcosa che scoprirà ben presto essere fuori dalla sua portata. Il lampo di genio, venutogli ironicamente a letto con la ragazza, consiste in un articolo sull’evento di MMA che si sarebbe tenuto all’arena locale. Tutto quello che sa dello sport lo ha imparato per osmosi da un amico, e non gli è mai piaciuto, ma quale occasione migliore per un progetto che avrebbe potuto fargli guadagnare la lode?
All’evento, Jamie rimane colpito da quegli sportivi che rappresentano l’apice della perfezione fisica. Ma uno più degli altri lo colpisce. Non conosce ancora l’uomo, ma nel backstage, questo punta gli occhi su di lui e si presenta.
Michael Kage.
Jamie arrossisce. Jamie comincia a blaterare stronzate. Jamie tenta di farsi grande ai suoi occhi come addetto stampa, di sembrare un professionista, ma se si sente un uomo per la prima volta in veste di giornalista, si sente anche completamente spaesato di fronte a quell’ammasso di muscoli.
Qualcosa di ciò che ha detto deve aver fatto breccia nel lottatore, perché una telefonata lo sveglia un mattino, chiedendo la sua presenza a Las Vegas. O forse erano stati i suoi occhi marroni ad aver fatto colpo, divorando ogni centimetro del misterioso lottatore di cui era riuscito a trovare poche informazioni?
Quale scusa migliore per non dover pensare alla rottura con la fidanzata, o a come si era sentito inadeguato nel non poter corrispondere l’amore della ragazza, se non un’offerta di lavoro che lo avrebbe portato lontano?
Ancora una volta Jamie si sente un pesce fuor d’acqua in quell’hotel di lusso, nell’ufficio, ma fa del suo meglio come addetto stampa, e Kage sembra nutrire un certo interesse nei suoi confronti. Lo invita a pranzo, gli dà consigli sulla sua dieta, lo fa allenare con lui, gli regala costosi strumenti professionali.
Jamie sembra essere una delle poche persone che riesce ad avvicinarsi a Kage, a vedere oltre, e presto comincia a nutrire anche una certa gelosia.
E Kage diventa sempre più possessivo. Riesce a vedere quello che Jamie non è mai riuscito a vedere, come ad esempio le sue reazioni inconfondibili ogni volta che si trovava intorno a lui. O la bugia che Jamie gli aveva propinato per abitudine, dicendogli che aveva la fidanzata.
Ma più i due passano tempo insieme e si prendono cura l’uno dell’altro, più i muri intorno al loro cuore cedono e gli permettono di esplorare quella chimica esplosiva che li porta a condividere il letto, oltre che il pranzo.
Kage però dice di possedere un’oscurità in lui. E questa relazione costituisce per Jamie qualcosa di completamente nuovo.
Kage vuole possedere completamente lo studentello, ma Jamie, cercando di districarsi fra i doveri del suo lavoro e le implicazioni della loro relazione, potrebbe commettere un passo falso e fare scattare la sua bomba chiamata Michael Kage.
Vorrei poter dire che questo è un romanzo che o si ama o si odia, ma io mi trovo nel mezzo, forse con una leggera propensione verso la prima alternativa.
Il libro, nonostante non contenga un gran numero di eventi, non è fra i più corti, eppure l’ho trovato davvero scorrevole e facile da leggere, anche nei punti in cui mi piaceva di meno. La struttura narrativa è quella tipica di un romance slow burn, seguita punto per punto, eppure non è mai così prevedibile o trita e ritrita, forse grazie ai due personaggi che rappresentano due incognite. Anzi, forse è proprio questa caratteristica a rendere la lettura fluida. Con alti e bassi di tensione narrativa, nulla si protrae troppo a lungo da diventare noioso.
Definisco i protagonisti due incognite perché Jamie esplora la sua sessualità, ma anche Kage si ritrova in una situazione inusuale. Mentre quest’ultimo incarna l’aspetto sports di questo romance, Jamie è catalizzatore del tema principale, che lo vede scendere a termini con la sua attrazione per gli uomini e, più in particolare, per Kage. Non si tratta comunque di un gay for you, perché gli indizi vengono sparsi per tutto il libro. Il tema non viene usato solo per particolareggiare la storia, ma, con il finale, viene anche usato per creare ulteriore conflitto. È proprio il finale che, col suo colpo di scena (se così lo posso chiamare, per non fare spoiler), mi ha fatto apprezzare molto di più il libro.
Jamie, come protagonista, funziona bene, essendo in un momento della sua vita in cui ha bisogno di definizioni e di scendere a patti con l’uomo che vuole essere. Una personalità come quella di Kage non può che attirare l’altro. Lo sportivo, infatti, con i suoi modi da cattivo ragazzo ma con il suo cuore d’oro, è ciò di cui Jamie ha bisogno per compiere il grande passo verso l’accettazione dei suoi desideri. Kage, comunque, è un personaggio autonomo nella storia, ma un alone di mistero lo avvolge per tutto il libro, con dettagli mai approfonditi di proposito. Non è una brava persona, e qualcuno ne paga le conseguenze. La chimica irresistibile tra di loro, poi, permea tutta la lettura. Mi risulta però difficile esprimermi ulteriormente riguardo a loro, poiché il libro contiene un enorme cliffhanger che lascia irrisolta la loro relazione (se avete sentito l’urlo di una banshee di recente ero io dopo essere stata colpita con quel finale aperto senza alcun tipo di preavviso).
Il mio voto numerico, però, è dato sulla fiducia, proprio grazie al cliffhanger. Ci sono cose che non mi sono piaciute, eppure avrei letto subito il volume successivo. Ad esempio, non ho amato il machismo rampante tra le pagine. Chiaramente non mi aspettavo che Kage fosse una fatina gentile, ma è il modo in cui sono stati lasciati indizi circa la sessualità di Jamie ad avermi fatto sbuffare più volte. Invidiare la forma fisica di altri uomini e avere cura del proprio stile non significa provare attrazione per gli uomini. Essere un uomo con un lato intellettuale non suggerisce attrazione per gli uomini. Mi ha fatto storcere il naso il modo in cui Jamie sia passato dall’avere rapporti piacevoli con le donne (seppur non così appaganti) a provare piacere nell’essere trattato, da Kage, come una delle donne con cui andava a letto. E no, non allarmatevi, niente roleplay. Credo soltanto che sia irrealistico per una persona che non ha mai avuto certi rapporti esplorare in maniera così poco graduale il suo corpo. L’ultima scena erotica francamente mi ha fatto preoccupare per la salute di Jamie.
È proprio il finale aperto, però, a rimettere in prospettiva le cose per me. Se il primo capitolo della loro storia è più fisico, dando modo ai protagonisti di crescere ed esplorarsi, il secondo potrebbe lasciare più spazio alla loro storia sentimentale. Il cliffhanger, in sostanza, non sembra usato come uno stratagemma, ma è bensì necessario e può arricchire la storia tra Jamie e Kage. Personalmente nutro grandi aspettative per il numero successivo.
Kage è, in sostanza, un titolo ben costruito, completo ma irrisolto, che ti spinge a voler leggere i volumi seguenti. Lo consiglierei a qualsiasi fan di MM, tranne a chi non gradisce i finali aperti e a chi, magari, non apprezza ruoli nella coppia ben definiti e scene sessuali intense.