Recensione: “Kleidi é di tutti” di Leda Moore
Giulio Rizzo è uno degli esponenti più in vista della politica italiana. Stanco e stressato dalla sua vita, tutt’altro che normale, decide di concedersi una vacanza in Messico, portandosi dietro un famoso gigolò, Kledi Kola, e una ragazza che ha sempre desiderato ma non ha mai potuto avere, Laura Volpini.
Inizierà così un triangolo pericoloso che ha un obiettivo ben preciso ma che nessuno, a parte il politico, comprenderà.
Laura, uscita da una relazione durata tre anni e delusa dall’amore, si lascerà andare alla passione trovandosi davanti due uomini bellissimi ma altrettanto spietati. Ma i giorni trascorsi nella terra dei Maya la porteranno a provare sentimenti sempre più profondi che finiranno per confonderla.
Da una parte Giulio le dimostrerà che il sesso e l’amore non sempre vanno di pari passo, dall’altro lato Kledi inizierà a non tollerare più l’idea di condividerla con il politico, anche se non potrà in alcun modo mettere fine al triangolo.
Il termine della vacanza porrà i tre personaggi dinnanzi a una scelta. Il rientro a Milano e la ripresa delle loro vite però non sarà semplice come credevano. Soprattutto Laura dovrà fare i conti con dei sentimenti che vorrebbe a tutti i costi cancellare.
I triangoli amorosi sono da sempre un argomento per me piuttosto irritante e indigesto, sebbene esistano delle eccezioni, come i casi in cui una scrittrice è talmente abile ad articolarli con intelligenza da farteli apparire sopportabili e persino accattivanti. Proprio come ha fatto Leda Moore.
Per definizione, un triangolo si compone di tre vertici.
Al primo posizioniamo Giulio Rizzo, un politico italiano immischiato in molteplici affari di dubbia moralità, un uomo potente, astuto e manipolatore che, col denaro e con l’inganno, trascina con sé in vacanza a Cancun i due oggetti del suo sporco desiderio.
Ed ecco che al secondo vertice poniamo proprio Laura Volpini, la seria e innocente figlia di un caro amico (ormai defunto) dello stesso Giulio, la quale sarà obbligata a seguire in Messico lo squallido miliardario sulla base di un accordo subdolo e meschino.
E infine, al terzo vertice, abbiamo Kledi Kola, il giovane, glaciale e aitante gigolò originario dell’Albania, capace di ossessionare uomini e donne con le sue strabilianti doti amatorie, senza mai provare, o perlomeno mostrare, un briciolo di emozione.
E Giulio non perderà l’occasione di trascinare entrambi i suoi giovani amanti in un gioco osceno, ambiguo e dannatamente peccaminoso.
Un gioco in cui i ruoli sembrerebbero già prestabiliti, perché il magnate si rivela chiaramente il burattinaio e i due passionali ragazzi, le sue inconsapevoli pedine… ma purtroppo – o per fortuna – non tutto è come sembra.
L’unica certezza è che, in mezzo al piacere più bollente e carnale, in mezzo alla lussuria e alle subdole macchinazioni, il gelido e insensibile Kledi inizierà a provare per la prima volta emozioni così intense e disarmanti da destabilizzarlo completamente.
E l’artefice di questo cambiamento è proprio Laura, la sola e unica creatura in grado di donare a Kledi il suo amore puro e incondizionato, facendolo sentire per la prima volta umano, anziché il solito squallido oggetto di piacere altrui.
Ma amare, significa appartenere a un’altra persona, e un animo fragile e danneggiato come quello del gigolò non è assolutamente pronto per lasciarsi possedere da qualcuno in modo così intimo, così profondo, così dolorosamente devastante.
È per questo che Kledi arriverà a colpire Laura nel modo più crudele che conosce, fino a mortificarla, ferirla nei sentimenti e infine rischiare di perderla per sempre.
Quando, nella seconda metà del libro, abbandoniamo l’ambientazione del Messico per essere trascinati di nuovo in Italia, la situazione cambierà drasticamente anche per gli stessi protagonisti.
Ovviamente non posso raccontare cosa succederà, altrimenti rischierei di rovinarvi la sorpresa, ma posso comunque dire che, se nella prima parte della storia avevo odiato Giulio per il suo gioco meschino, nella seconda metà sono passata dalla totale indifferenza nei suoi confronti, al disprezzo più completo, fino ad atterrare sul terreno della cupa soddisfazione per il modo in cui si è evoluta la vicenda.
Ma la vera novità è che questa volta ci troviamo di fronte una Laura più matura, più forte, tenace e dignitosa, una Laura meno succube dei suoi desideri e più consapevole di se stessa. Sebbene i sentimenti che prova per Kledi siano comunque impossibili da ignorare.
I due giovani si rincontreranno, la loro strada sarà fatta di rinunce e sacrifici, gelosie molto più che fondate e tradimenti meschini, demoni che tornano dal passato e insicurezze di un corpo traditore, quello di Kledi… un corpo che sa esprimersi soltanto col piacere carnale, pur di non permettere alle paure più profonde di dilaniare la sua anima fragile e malata.
Ed è proprio il turbamento di Kledi l’elemento che mi ha toccato maggiormente il cuore riempiendolo di una tenerezza assurda, avvolgendolo con un mantello fatto di una sensualità pazzesca, e trafiggendolo con azioni ingiuste e crudeli, fino a farlo sanguinare senza pietà.
Insomma, a parte alcuni refusi e una piccola imprecisione tecnica che ho riscontrato in ambito medico, posso dire di aver davvero apprezzato questo romanzo, così travolgente nella sua peccaminosa immoralità, così emozionante nella sua infinita dolcezza.
Una storia dove il sesso, a volte, diventa uno strumento creato al solo scopo di umiliare.
Di possedere. Di punire.
Di scappare e nascondersi.
Di mostrare una reale riconoscenza o magari una falsa gratitudine.
Ma per fortuna il sesso non serve soltanto a questo, perché serve anche a purificare l’anima col sentimento più puro che si possa mai provare, fondendola indissolubilmente con quella di chi si ama.
«Tu, Laura, hai riportato un bambino indietro dall’inferno
e gli hai aperto il tuo paradiso, l’hai resuscitato, gli hai dato speranza.»«Laura. Mio piccolo bocciolo. Amami senza più paura. Questo sono io.
Sono quel bambino impaurito che oggi è diventato uomo per te.»
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