Recensione: La caduta del duca – serie Caccia al duca 1 di SOPHIE JORDAN
Titolo: La caduta del duca
Autore: SOPHIE JORDAN
Serie: Caccia al duca 1
Editore: Harmony
Data di uscita
Disp. sugli store 16 Maggio 2022
Inghilterra, 1848
Il mondo privilegiato di Peregrine Butler, il futuro Duca di Penning, si sbriciola sotto i suoi piedi quando scopre che non sarà lui ad acquisire il titolo, a causa della sua nascita illegittima. L’unico modo per evitare la rovina, ora, è conquistare con il suo fascino e il suo bell’aspetto una ricca ereditiera e sposarla. Peccato che Imogen Bates, la virtuosa figlia del pastore, che da quando sono bambini prova per lui un’avversione che si è solo acuita con il passare del tempo, abbia deciso di sabotare i suoi sforzi per proteggere da un matrimonio di convenienza quelle che considera ignare fanciulle. Il destino, però, ha in serbo per entrambi sorprese imprevedibili.
Cari lettori, oggi mi trovo a recensire un romanzo che mi ha trasmesso una strana impressione ma non mi è dispiaciuto, perché l’autrice scrive molto bene, in maniera scorrevole e accattivante. Sono i personaggi però ad avermi lasciata perplessa.
La protagonista è Imogen Bates, figlia del pastore locale e dedita alla vita della parrocchia e al benessere degli abitanti del suo villaggio, orfana di madre aiuta al meglio delle sue possibilità il padre vicario ormai anziano e malato. Dall’altra parte c’è Peregrine Butler, che ha subìto una sorte decisamente avversa. Cresciuto nell’agio e nella sicurezza data dal suo titolo di Duca di Pennington, in seguito scoprirà che la sua nascita è avvenuta prima del matrimonio dei genitori perdendo così, letteralmente, tutto in quanto figlio illegittimo.
Tra Imogen e Peregrine non scorre buon sangue, lei infatti non ha mai perdonato le parole origliate durante il festeggiamento per il diciottesimo compleanno del duca nascosta nella serra.
[…] «E tu non puoi sopportare Miss Bates?»
«Diciamo solo che mi fa pensare a un limone marcio.»
Imogen si ritrasse come se fosse stata colpita.
Tutti risero, persino Amos. E dire che era sempre stata premurosa con lui.
Non solo un limone… un limone marcio.
«Nessuno ti sta dicendo di sposarla. Un’avventura non richiede quel genere di impegno.»
Come se un’avventura con me fosse scontata? Come se fosse certo che io cadrei semplicemente tra le sue braccia con selvaggio abbandono?
«Ci sono parecchie femmine che preferirei baciare piuttosto che la figlia bigotta di un pastore che si diletta a conversare del clima e dei parassiti del grano.» (Tratto dal libro)
Per colpa di quanto accaduto, quando l’oramai ex duca torna nel villaggio in cerca di un’ereditiera da sposare, Imogen diffonde una serie di pesanti calunnie al fine di allontanare ogni possibile miss dal bel Peregrine.
È da questo momento che, per quanto mi riguarda, non ho apprezzato totalmente il romanzo. Capisco che le parole feriscono, soprattutto quando si è giovani. Ma crescere vuol dire anche lasciare andare e la protagonista a questo punto ha ventisei anni, è una donna libera con una vita soddisfacente e piena, o forse no? È questo il nocciolo del problema? Quello che ho percepito è che Imogen ha sempre avuto una cotta profonda nei confronti di Peregrine e per questo ha covato un risentimento profondo nel corso degli anni, per essere stata completamente ignorata. Senza contare che la descrizione del suo animo generoso mal si accorda con la sua decisione di calunniare un poveretto che si è trovato privato di tutto e aveva in progetto di fare quello che, si condivida o meno, facevano tutti nella società. Imogen è rappresentata come una donna buona sempre pronta a soccorrere le persone bisognose, eppure non è in grado di avere un minimo di comprensione per Peregrine solo perché da giovane non l’ha considerata degna di nota?
Per quanto riguarda i personaggi secondari, alcuni sono ben tratteggiati e inseriti nel contesto, altri sono parte della storia, ma non si capisce quali siano i loro fini o le loro intenzioni, come la di lei cugina Winifred. Non si vedono né parlano da anni con la protagonista, improvvisamente però lei decide di fermarsi con il consorte qualche giorno nel vicariato senza apparente intenzione di ripartire tanto presto. Tu come lettore sospetti una qualche svolta di trama e invece parte con il consorte, che ha avuto una liason giovanile con Imogen, lasciando una sensazione di frustrazione.
Mi spiace dover dire che questo romanzo mi ha lasciato insoddisfatta, con più domande che risposte. Aspetterò il prossimo romanzo dell’autrice, che leggerò con curiosità e aspettativa, per farmi un’idea più precisa della sua scrittura. Vi invito comunque a leggere il libro e a farmi sapere le vostre preziose impressioni!