Recensione: “La corona d’inverno” di Elizabeth Chadwick
Di ritorno dalla catastrofica seconda crociata, Eleonora d’Aquitania e suo marito Luigi VII si separano. Persa la corona di Francia ma ripresi i suoi possedimenti, poche settimane dopo l’annullamento del matrimonio Eleonora s’imbarca per l’Inghilterra per abbracciare il suo futuro consorte, Enrico il Plantageneto. Così, nel dicembre 1154, Eleonora viene incoronata, assieme a Enrico II, regina d’Inghilterra nell’Abbazia di Westminster. Sposa irreprensibile, negli anni turbolenti trascorsi a corte dà alla luce i futuri eredi della monarchia. Ma lei, donna ambiziosa e volitiva, non si accontenta del suo ruolo di madre e di moglie silenziosa: ambisce al trono. Vuole strappare il potere all’uomo che la tradisce, la fa soffrire, ed è sempre più debole a causa dei contrasti interni al regno. Ma nonostante il sostegno dei figli, il prezzo che Eleonora dovrà pagare per la sua ribellione sarà molto alto…
Fonte della trama: Amazon
Secondo appuntamento con la saga di Eleonora D’Aquitania, leggendaria regina vissuta a cavallo tra l’Inghilterra e la Francia nei primi decenni dell’anno 1000.
Nel primo libro della saga, la giovane regina va in sposa a Luigi VII e, alla corte di Poitiers, si circonda di lussi, poeti e letterati. Il matrimonio infelice non sarà benedetto dalla nascita del figlio maschio, ma solo di due femmine, e pertanto il sovrano non tarderà a ripudiare Alienor e a rispedirla al mittente.
Il primo romanzo termina con l’incontro della giovane donna con il futuro secondo marito, Enrico II d’Inghilterra, da lei chiamato in soccorso dopo un tentativo di rapimento.
Tutto il romanzo è incentrato sul tumultuoso matrimonio tra i due, scaldato da una forte attrazione sessuale e dalla nascita di parecchi figli.
La storia è ben nota a tutti, ma l’attenzione dell’autrice è focalizzata sui sentimenti e sulla forza d’animo della mitica regina, della quale vengono esaltate l’intelligenza, la capacità di gestire il regno in assenza del marito e la dolcezza con la quale ella cresce i propri figli.
L’offesa subita quando scopre che il marito ha generato un figlio illegittimo con una prostituta le permetterà di accogliere, accanto ai suoi figli, il piccolo Goffredo, orfano di madre. (Tra l’altro, risulta che Enrico abbia avuto molti figli illegittimi non citati nel romanzo)
L’autrice riesce a intrecciare con abilità la realtà storica con la vicenda romanzata, tratteggiando personaggi reali con caratteri e personalità convincenti: la figura di Thomas Becket, per esempio, che da cancelliere riesce a scalare le gerarchie fino a divenire capo supremo della chiesa, ancora fedele al papato nell’ Inghilterra dell’epoca, e sulla cui vicenda non si è mai fatta completa luce, viene rappresentato in maniera equilibrata e oggettiva. L’autrice fa bene attenzione a non prendere posizioni sul suo omicidio, evidenziando solamente i comportamenti e le emozioni dei protagonisti alla notizia dell’assassinio dell’uomo.
Enrico viene raccontato come un uomo del suo tempo, pieno di energia ma molto ottuso. La sua diffidenza nei confronti dell’intelligenza della consorte lo spingerà addirittura a esiliarla in una fortezza dimenticata da Dio e dagli uomini, nel grave timore che Alienor possa rivoltargli contro i suoi stessi figli, inferociti per le continue prese di posizione di un padre non convinto delle loro doti.
Una bella lettura, dunque, un romanzo scritto con grande perizia storica e condito con abilità creativa.