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Recensione: La custode delle storie a lieto fine di Barbara Davis

 

Titolo: La custode delle storie a lieto fine 

Autore: Barbara Davis 

Editore: Newton Compton Editori

Genere: Narrativa storica

Data di pubblicazione: 7 giugno 2022

Una straordinaria amicizia in grado di riportare indietro le lancette del tempo
Lo scoppio della seconda guerra mondiale ha mandato in frantumi tutte le certezze di Soline Roussel. Per generazioni la sua famiglia ha gestito con successo uno dei più esclusivi atelier di abiti da sposa di Parigi, confezionando vestiti da sogno. Il talento delle Roussel era in grado di rendere ogni matrimonio una magnifica fiaba, ma con l’orrore della guerra tutto è cambiato. E Soline, con il cuore spezzato, comincia a temere che non tutte le storie si concludano con un lieto fine.
Decenni dopo, mentre cerca di sfuggire al dolore per una tragica perdita, Rory Grant scopre nella sua nuova galleria una scatola contenente alcune lettere e un abito da sposa vintage, che sembra non essere mai stato indossato. Quando riesce a rintracciare la proprietaria del vestito, intenzionata a restituirlo, non immagina che quell’incontro casuale potrebbe essere l’inizio di una straordinaria amicizia.
Perché le vite di Rory e Soline sembrano destinate a intrecciarsi e, forse, l’opportunità per riparare a un errore commesso anni prima potrebbe rappresentare il nuovo inizio di cui entrambe hanno bisogno.
Tutto accade per una ragione
Nel periodo più buio della storia c’è ancora speranza per un lieto fine?

Questa è la storia di Rory Grant e Soline Roussel, due donne diverse e simili al tempo stesso, che insieme andranno a coltivare un’amicizia inaspettata; ciò avrà risvolti sorprendenti per entrambe e, con l’aiuto di un pizzico di “magie”, tutti i tasselli del puzzle torneranno al loro posto.

Rory Grant è una giovane ventitreenne di buona famiglia che è costretta ad affrontare il momento più difficile della sua vita, la scomparsa del fidanzato e futuro marito Hux. Le giornate della donna passano inesorabili davanti ai suoi occhi in attesa di notizie senza mai ricevere nulla di concreto, preda dell’ansia e della depressione cocente decide, contro tutto e tutti, compresa sua madre, di inseguire il proprio sogno, ed è proprio per inseguirlo che si imbatte in Soline Roussel, una donna di mezza età, un tempo cucitrice di abiti da sposa e promesse di lieto fine, che è stata spezzata dalla vita e dall’invasione dei tedeschi in Francia durante la Seconda guerra mondiale.

Rory e Soline scoprono di avere in comune aspetti della propria vita che le uniscono e le legano in un’amicizia fuori dal comune, quasi come fosse costellata dalla “magie” che Soline si porta dietro fin da bambina; tuttavia, le legano sentimenti ed emozioni dolorosi, quali la perdita di un amore ormai incerto, senza sapere se potrà mai fare ritorno, eppure

 

finché custodirai il suo splendido viso nel tuo cuore, lui non sarà mai davvero perduto. Ci sarà sempre un modo per tornare indietro

 

La storia di Soline è quella per cui ho pianto tutte le mie lacrime, ritrovandomi a singhiozzare fino alla fine del romanzo, senza sosta.

Soline, durante gli anni più terribili della guerra incontrerà l’amore della sua vita, l’unico uomo per cui proverà un sentimento così profondo da non abbandonarla mai, e dovrà perderlo, per mano dei nazisti che non risparmiano niente e nessuno durante la loro avanzata verso la conquista. 

Perderà tutto, persino il suo sogno di diventare una stilista di abiti da sposa di fama mondiale, ma solo quando incontrerà Rory le lancette del tempo faranno marcia indietro per donarle il suo lieto fine.

Barbara Davis ha letteralmente “cucito” questo romanzo in modo impeccabile, le vite e le storie delle due protagoniste si intrecciano in modo perfetto fino a confondersi totalmente e a incastrarsi alla fine del libro come se tutto stesse tornando al giusto posto. Soline sarà portatrice della “magie” per cui sono conosciute le donne Roussel, le maghe dell’abito, le custodi delle storie a lieto fine, e anche per Rory e Soline è arrivata l’ora di ricevere il proprio.

 

Siamo tutti una collezione di storie, chérie. Le nostre gioie e i nostri dolori. I nostri amori e le nostre perdite. È questo che siamo, il risultato di tutte le nostre agonie ed estasi. A volte le sofferenze lasciano un segno, come un livido sull’anima. Facciamo del nostro meglio per nasconderli al mondo, e anche a noi stessi. Perché abbiamo paura di mostrarci fragili. O feriti. È questo che ci rende spiriti affini, Rory: i nostri lividi

 

In questo romanzo, inoltre, non manca assolutamente la tematica del rapporto travagliato madre-figlia, prima con Soline e successivamente con Rory.

Esmeé Roussel, donna stoica e rigida avrà un rapporto molto distaccato con la figlia, che si terrà sempre a debita distanza, obbedendo agli ordini e imparando il lavoro di sarta come solo nella sua famiglia era conosciuto, ma arriverà un tempo in cui i muri cadranno, l’orgoglio andrà via, e la madre di Soline si mostrerà per ciò che è sempre stata, una donna piena di rimpianti.

 

Ecco cosa so, ma fille. Esiste un dolore più grande della morte. Una vita vissuta a metà. Non perché non sai come avrebbe potuto essere, ma proprio perché lo sai. Ti rendi contro troppo tardi che era lì per essere afferrata – proprio lì a portata di mano – e che te la sei lasciata scivolare tra le dita. Perché hai permesso a qualcosa – o a qualcuno – di tenertene alla larga. Ma, quando il momento arriverà, tu puoi agire in modo diverso, ma fille. E arriverà davvero. Ma devi tenerlo in vita So-So.

 

Questo è un romanzo potente, con una forte morale che invita a cogliere le opportunità che la vita ci mette davanti ogni giorno, ci insegna a non avere rimpianti e a non mollare ciò in cui crediamo, senza perdere mai la speranza.

 

 

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