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Recensione “La figlia del Drago” di Catherine Archer (serie La confraternita del Drago #3)

Scozia/Inghilterra, 1200 – Rowena, la giovane e bellissima guaritrice di un minuscolo villaggio sulla costa della Scozia, decide d’impulso di portare nella casa in cui vive sola da quando è morta sua madre il giovane che ha trovato esanime sulla spiaggia. Dopo giorni di delirio, finalmente lo sconosciuto riprende conoscenza e, presentatosi come sir Christian Greatham, le rivela di essere alla ricerca di Rosalind, la figlia creduta morta del Drago, un valoroso cavaliere nei cui confronti lui ha un grosso debito di gratitudine. Basandosi su alcune informazioni raccolte durante la convalescenza, Christian inizia a sospettare che la donna che sta cercando sia proprio Rowena, e dopo lunghe discussioni riesce a convincerla ad accompagnarlo in Inghilterra per chiarire una volta per tutte il mistero che circonda la sua infanzia. Ma durante il viaggio verso il castello di Avington…

Ultimo libro di questa bellissima saga e penso il più interessante dei tre per originalità della storia e carattere dei personaggi. Lasciando perdere l’adesione o meno alla realtà storica, che in questo genere di romance è sempre un po’ alterata – basta infatti studiare un po’ di storia medievale per rendersi conto che la vita in quell’epoca era tutt’altro che confortevole, troviamo una trama appassionante e un evolversi delle vicende, che portano a conclusione tutti i temi trattati dall’autrice, scorrevole ed emozionante.

Bello il personaggio di Rosalind, giovane donna misteriosa che vive in un paesino sperduto a picco su una scogliera ed è conosciuta come straordinaria guaritrice; la ragazza salva il giovane cavaliere Christian e lo cura per giorni nella sua piccola casa, sfidando le regole e suscitando la gelosia di un compaesano innamorato di lei.

Non avrà esitazioni a seguire il nostro eroe verso il castello di Avington alla ricerca della verità e, durante il viaggio, si innamorerà…

Un personaggio forte e coraggioso, che più di una volta eclissa il giovane cavaliere, il cui carattere appare meno definito rispetto ai suoi compagni di avventure protagonisti dei primi due libri della serie.

Il ragazzo recupera un po’ di peso dalla metà del libro in poi, nella spasmodica ricerca della verità: la giovane Rowena è veramente la figlia perduta del Drago?

Il tema della vendetta verso lo zio assassino recupera terreno e, nella conclusione del libro, tutti i tasselli andranno a posto. L’immancabile lieto fine è assicurato e il libro finisce con un sospiro di sollievo per la felice conclusione della saga.

L’amore non ha altro scopo che quello di essere donato.

Questa è una lettura che non può mancare nel bagaglio delle amanti del romance storico! Enjoy!

 

Recensione a cura di:

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Voto di Pippi Calzelunghe 4.5

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