Recensione: La figlia del mare di Elisabeth Hobbes
Titolo: La figlia del mare
Autore: ELISABETH HOBBES
Genere: Romance storico
Editore;: Harmony
Data di uscita: 15 Giugno 2022 sugli store
Inghilterra, 1880
Effie è sempre stata un’emarginata nel piccolo villaggio sulla costa inglese dove vive, ed è quindi abituata a condurre un’esistenza solitaria. Ma tutto cambia quando, al di sopra del fragore delle onde, sente il pianto di un neonato, che decide di tenere con sé. Da quel momento, a ogni solstizio, un uomo affascinante che sostiene di essere il padre della piccola Morna si presenta alla sua porta, raccontandole verità sorprendenti su creature leggendarie e sul potere del mare, e rubandole a poco a poco il cuore.
Care Fenici, La figlia del mare è un romance storico con tratti fantasy che riprende antiche leggende scozzesi, di cui vado matta. Adoro questo tipo di storie, se poi ci sono di mezzo dei bambini ancora di più. All’inizio ero un pochino preoccupata del finale, poiché gli amori impossibili che riguardano il popolo del mare non hanno fama di finire mai bene, ma su questo punto non dovete preoccuparvi.
Siamo nell’Inghilterra di fine ‘800 ed Effie, giovane madre dal passato scandaloso, sta raccogliendo alghe quando trova una cesta contenente una neonata dagli occhi neri e antichi e una pelle di foca. Non ci pensa due volte ad accoglierla e nutrirla con il proprio latte, in parte destinato a Jack, suo figlio di cinque mesi. Decide di adottare la bambina, aiutata dalla nonna Alice, guaritrice del villaggio e additata da tutti come strega. Il giorno seguente scopre che il marito, John, è morto in mare a causa di un incidente. Effie si ritrova di colpo vedova e con due figli piccoli bisognosi di lei.
Chi è Effie? La protagonista è il vero enigma di questo romanzo, non la si comprende facilmente. È determinata, forte, amante della solitudine e anche molto bella. Nel villaggio la considerano una forestiera e la guardano con astio perché non frequenta la chiesa e fa fatica a integrarsi; non si perde mai d’animo nonostante sia spesso oggetto di critiche e pettegolezzi a causa del suo passato non esattamente convenzionale. Questo è un atteggiamento molto attuale e di base non ci sarebbe nulla di strano; tuttavia, all’epoca, se una donna fosse rimasta incinta prima del matrimonio, sarebbe stata segnata a vista. Una caratteristica che mi è piaciuta di lei è la capacità di amare fin da subito la bimba che adotta, come se fosse sempre stata sua.
Tra i diversi personaggi abbiamo anche Martin, il figlio del signorotto locale, un uomo di saldi principi che crede di avere una mente aperta e progressista; in verità non è proprio così, ma immagino che per il tempo in cui è ambientata la vicenda vada più che bene. Costui ama Effie e spera di poterla sposare un giorno, sicché le fa visita sovente e cerca di aiutarla in tutti i modi.
E poi arriva Lachlan, un bell’uomo dagli occhi scuri con una pelliccia di foca sempre attorno alle spalle, che nel cuore della notte bussa alla porta di Effie per riprendersi la figlia, il cui nome ci viene rivelato: Morna. La somiglianza è strabiliante ma la protagonista non vuole separarsi dalla bambina; pertanto, arrivano a un compromesso: Morna starà con Effie fino a quando sarà più grande e il padre verrà a trovarla ogni sei mesi, in cambio del suo mantenimento darà in dono una perla di mare. Ma la giovane madre, dopo qualche anno, comincia ad aspettare sempre di più quegli incontri e le domande che le affollano la mente sono tante, fino ad arrivare al fatidico momento delle rivelazioni e alla scelta che dovrà compiere.
Ritengo che sia una storia piacevole, con un bellissimo stile narrativo e mai noiosa. Inoltre, i temi trattati sono molto importanti e impegnativi, perché Effie ha due bambini speciali: una che non è propriamente umana e l’altro che intuiamo essere autistico. Il tema centrale del libro è proprio quello della diversità, di accettarla come una cosa naturale e farci i conti meglio che possiamo. La stessa Effie è diversa, si ritrova ad affrontare una realtà che la tollera a malapena e che la relega al di fuori dell’alta società perché ha sposato un pescatore e ha idee progressiste rispetto alle altre donne. A un certo punto dovrà anch’ella scegliere se diventare una donna rispettabile e cambiare la loro società o lasciarla così com’è. Voi che fareste? Siete d’accordo con le sue scelte? Nel mio caso non ho dubbi, ma aspetto i vostri pareri.