Recensione di La figlia dello stregone (Serie I difensori di Shannara libro 3) di Terry Brooks
Come sogno, come magia, così si enunciano le leggende meravigliose di Shannara. Nella ricostruzione prodigiosa della vasta città di Arishaig, nel carisma malvagio di Arcannen Rai, nella vertiginosa altezza della Torre della Fenice, nell’amore struggente che lega Paxon e Leofur Rai, nel sublime Canto Magico che tutti gli elementi controlla, nella micidiale potenza delle armi a raggi ustori, nell’indifferente crudeltà di uno Sleath, e ancora nella misteriosa sparizione di Crysallin e nelle ombre paurose che accerchiano la Fortezza dei Druidi, così si enunciano il sorgere, il durare di una delle più belle saghe fantasy mai concepite.
Con l’avventura estrema della luminosa Leofur, con la sua lotta all’ultimo sangue con il suo potente Padre, Terry Brooks ci consegna il terzo e ultimo libro dei “Difensori”, lasciando all’immaginazione dei suoi lettori l’evoluzione di un’epopea che riserverà, a breve, un’altra sorpresa, già annunciata dal suo editore Del Rey di New York.
E chi ha detto che Terry Brooks è l’erede legittimo di J.R.R. Tolkien aveva ragione, ha detto una cosa giusta.
La storia in questo libro segue due dinamiche distinte da una parte troviamo Paxon che ricordiamo essere il depositario della magia della spada di Lhea. Consegnata secoli prima al suo antenato Rone Leah dopo essere stata intinta nelle letali acque del Perno dell’Ade è stata tramandata di generazione in generazione fino a raggiungere il nostro protagonista; egli, in qualità di difensore dei Druidi, scorta una delegazione di rappresentanti delle quattro terre al sud e precisamente ad Arishaig dove si svolgerà l’assemblea del consiglio di coalizione .
È proprio durante quest’importantissimo evento che tutti i funzionari vengono attaccati da un mostro misterioso e inarrestabile il quale sterminati tutti i gli esponenti della controparte, poco prima di scomparire sembra attraversare e “rientrare” in Isaturin. Perché? Cosa si nasconde dietro questo terribile attacco? Che sia di nuovo colpa di Arcannen e della sua diabolica magia?
A questo punto i Druidi, maggiori indiziati del massacro, sono costretti a scappare per tentare di tornare a Paranor e capire cosa sia successo prima di cadere nelle mani dei Federati.
Inizia così il complicato viaggio di ritorno a casa di Paxon e dei suoi amici ma attenzione… non tutti sono chi dicono di essere.
Allo stesso tempo ritroviamo Leofur che rimasta alla Fortezza dei Druidi passa le sue giornate con la sorella di Paxon, Chrysallin. Purtroppo però le sventure per quest’ultima non sono finite e viene nuovamente rapita. Leofur sospettando che il responsabile possa essere suo padre Arcannen e in preda ad un enorme senso di colpa chiede aiuto a Imric Cort, un mutaforma, ma tutto ha un prezzo e presto anche Leofur lo capirà.
Purtroppo devo dire che questo libro non regge il confronto con tutti gli altri del nostro beniamino Terry infatti anche se la trama viaggia scorrevole non c’è nessun colpo di scena (tranne uno) e tutto risulta un po’ monotono e piatto.
L’unico personaggio che ho apprezzato molto è Imric, mi è piaciuta infatti la sua storia e tutta la dolorosa sofferenza che lo ha portato a chiedere aiuto ai Druidi mentre fanno proprio acqua coloro che dovrebbero reggere l’intero libro e cioè i protagonisti principali Leofur (stupida donna) e Paxon(svegliaaaaaaaaa). Abituati infatti alle storie epiche, ricche di magia e suspense che questo autore ci ha sempre regalato, questa volta devo dire che sono rimasta molto delusa.
Questo libro, così come gli altri, può essere letto da solo infatti ogni storia è autoconclusiva sebbene i personaggi siano gli stessi, Brooks inoltre ha fatto sapere che I Difensori sono la trilogia pre-conclusiva alla saga di Shannara.
A cura di: