Recensione: La giustizia del duca di Rafael Sabatini
Autore: Rafael Sabatini Genere: Storico Editore: Nemo editrice Data di pubblicazione: 29 Gennaio 2023
Immorale, cinico e crudele: questo è il ritratto che la storia ci ha consegnato di Cesare Borgia, duca di Valentinois e della Romagna, detto il Valentino. Nel suo romanzo a episodi “La giustizia del duca”, Rafael Sabatini ci propone invece un’altra tesi: e se invece Cesare Borgia fosse stato consegnato al disprezzo dei posteri solo perché sono stati i suoi nemici ad aver scritto la storia? Col suo caratteristico acume e il fascino che contraddistingue la sua produzione narrativa, Rafael Sabatini ridà vita alle leggende cruente e sensazionali della famiglia Borgia come nessuno aveva mai fatto prima e ridisegna l’identità del Valentino al di là degli stereotipi. Ne emerge un ritratto emozionante e ricco di fascino, sullo sfondo di un’epoca, quella Rinascimentale, intrisa di sangue e di lusso, all’interno di una famiglia divisa tra passioni, vendetta e ambizione omicida.
“– Avreste potuto prenderli tutti, – disse.
– E tutta Italia mi avrebbe chiamato carnefice; l’invidiosa Venezia, la dispettosa Milano, quella mala lingua di Firenze non avrebbero fatto che diffamarmi. E a quale scopo? ”
Un romanzo storico che parla e descrive Cesare Borgia. Il libro lo si può dividere, secondo me, in tre parti, nelle quali emergono le varie sfaccettature del suo carattere. Nella prima risalta molto il personaggio del “Valentino”. L’autore esamina un aspetto di lui, la crudeltà, da varie angolature che possono essere: l’epoca, quello che stava attraversando, quello che rappresenta e quello che vuole ottenere. Alla luce di ciò il “Valentino” si potrebbe anche considerare forse severo, ma giusto. Prima di metter mano alle armi, di cacciare dalla sua presenza certi uomini che provano a ingannarlo, trarre da lui profitto o tradirlo, dà loro la possibilità di redimersi e di fare ammenda. Opportunità che non colgono minimamente e pertanto il Borgia si ritrova a dover usare metodi non molto convenzionali e che oggi consideriamo discutibili. Penso però che chiunque di noi avesse vissuto in quel periodo e avesse sopportato ciò che ha passato il Borgia, per come viene descritto in questo libro, avrebbe fatto la stessa cosa se non peggio oppure sarebbe diventato santo!
Nella seconda parte si narra della storia di Ferrante da isola e delle sue gesta. Qui si scopre un po’ di più il lato “umano” di Cesare, sopratutto quando dà la possibilità a un figlio bastardo di fare strada fra i ranghi delle sue truppe fino a guidare un attacco a Reggio di monte. Ferrante non è sempre ligio al dovere, infatti c’è un momento in cui dà modo al Borgia di dubitare della sua fedeltà a causa delle male lingue di un certo Genelleschi, al quale, però, per sua fortuna, il Cesare non crede nemmeno per un secondo, poiché già sapeva che si trattava solo di un mal d’amore dal quale sarebbe guarito precocemente.
Il Ferrante appare molto scaltro e furbo nel suo assedio a Reggio di monte con solo mille uomini, già solamente per questo metodo di conquista varrebbe la pena leggere il romanzo, perché fa capire come la guerra non si combatta soltanto con le armi ma che con l’arguzia, la strategia e il giusto tempismo si possano evitare tanti morti. Ferrante ha un grande difetto, la superbia, che lo porta, successivamente alla sua conquista, in modo, lasciatemelo dire, molto stupido, alla sua disfatta.
Nella terza e ultima parte conosciamo Benvenuto Gismondi, un reietto della società costretto a vivere di stenti dato che, da quando comanda il Borgia, non può più uccidere e derubare nessuno in città. Decide così di andar via. Sulla strada che lo porta ad allontanarsi dai luoghi del “Valentino”, che presagiscono morte a chi come lui fa parte dei briganti, infreddolito e affamato, vede all’orizzonte l’opportunità di un sacco di monete sonanti e di vestiti caldi. Compiuto il misfatto scopre, da alcune lettere che portava indosso, che la persona che lui ha derubato è vicina al Borgia ma che cospirava contro di lui, e spera di trarne un grande profitto riportando all’interessato le notizie apprese. Ma ahimè non ha calcolato che il Borgia non si fa condizionare e infinocchiare facilmente e come ogni altra volta riesce a girare le cose a proprio vantaggio.
Un libro molto interessante, scorrevole, con un lessico che riprende quello dell’epoca. I personaggi principali sono ben caratterizzati e l’autore esplora a fondo le varie sfaccettature caratteriali. Per quanto riguarda il Borgia, Sabatini mostra uno spaccato del suo carattere e del suo modo di agire che porta a essere d’accordo con lui su molte situazioni e azioni.
Unica pecca? Avrei preferito avere più fatti con il Borgia per continuare ad approfondire il suo personaggio. Una lettura che consiglio a chi, seppure in minima parte, vuole sapere con cosa il “Valentino” ha avuto a che fare durante le sue conquiste e conoscere una angolatura del suo carattere che forse in molti altri libri è stata celata.