Recensione: La governante della regina di Wendy Holden
Titolo: La governante della regina
Autore: Wendy Holden
Editore: Piemme editore
Genere: Romanzo storico biografico
Data di pubblicazione: 9 marzo 2021
Lei è la donna più famosa del mondo, e Marion Crawford ne ha conosciuto i segreti più intimi. Ma qual è il prezzo da pagare per essere stata accanto, per diciassette anni, alla regina Elisabetta II? È ormai una vecchia signora quella che, all’inizio di ogni estate, affacciata alla finestra della sua grande casa nella campagna scozzese, aspetta. Aspetta una macchina nera che passa di lì tutti gli anni, e ogni anno lo fa senza fermarsi. In quella macchina ci sono due donne. Non due donne qualsiasi. Una di loro siede sul trono d’Inghilterra da più tempo di chiunque altro prima di lei: Elisabetta II. Lilibet, per pochissimi. L’altra è sua sorella, Margaret Rose. Avevano sei e un anno quando Marion Crawford, giovane insegnante scozzese, le incontrò per la prima volta. Era il 1932. Figlia di proletari, Marion aveva un sogno: insegnare ai bambini delle poverissime famiglie dei sobborghi di Edimburgo. E si ritrovò, per uno scherzo del destino, a insegnare alla bambina più ricca di tutto il paese. Una bambina che, alla nascita, aveva ricevuto in dono tre tonnellate di giocattoli. Marion accettò la sfida, pronta a dare alle sue due allieve lezioni che nessun bambino reale aveva ricevuto prima di allora: lezioni di vita vera. Grazie a lei, Lilibet e Margaret prendono la metropolitana, passeggiano per Londra, fanno il bagno in una piscina pubblica. Marion resterà con loro nei tumultuosi anni dell’abdicazione dello zio Edoardo, e poi della guerra e del nazismo; e sarà lì, in disparte ma presente, quando gli occhi di Elisabetta si poseranno per la prima volta su Philip. E intanto sacrificherà la sua, di vita, l’amore, e in parte anche le sue idee, quelle con cui avrebbe voluto cambiare il mondo. Quanto c’è degli insegnamenti di Marion nella vita della donna che ha regnato sull’Inghilterra tra scandali, intrighi politici, drammi familiari? E perché, concluso il suo incarico, Marion sarà dimenticata, o per meglio dire bandita, dalla casa reale? Perché quella macchina nera non si fermerà mai? Sulla scia di “The Crown”, un episodio poco conosciuto e ancora fitto di mistero della vita della sovrana, in cui la penna di Wendy Holden fa rivivere con una vivida ricchezza di dettagli un intero mondo, insieme all’incredibile personaggio di Marion Crawford, finora volutamente consegnato all’oblio.
La regina Elisabetta II è una delle donne più conosciute al mondo. Il suo lungo regno, le sfide che ha affrontato negli anni e gli scandali avvenuti sono noti anche fuori dall’Inghilterra.
Tra questi ultimi, uno poco conosciuto è il “tradimento” di una figura importante per la famiglia reale: Marion Crawford, l’istitutrice della piccola Elisabetta e di sua sorella Margaret.
Marion è stata a servizio degli York, poi divenuti Windsor, per ben sedici anni. Di origini scozzesi, con una forte impronta femminista e una spinta alla modernità si è trovata catapultata in un contesto nobiliare ben distante dai quartieri poveri che voleva aiutare inizialmente. Ma dopo un solo errore è stata cancellata dalla storia e dimenticata da coloro che aveva servito con devozione, sacrificando anche la sua vita privata.
Il libro di Wendy Holden ci racconta la vita di Crawfie, come veniva affettuosamente chiamata, e il suo punto di vista sugli eventi accaduti con l’obiettivo di riabilitarne il nome per tanto tempo dimenticato.
L’autrice ci conduce in un viaggio non solo nella storia, ma anche nei territori dell’Inghilterra di quel tempo partendo dalla Scozia fino a giungere a Londra e Windsor. È stato diviso in parti proprio per segnalare questi cambiamenti abitativi che sono per me importanti anche a livello di trama. Se a Edimburgo Marion è una studentessa che vuole insegnare nei quartieri poveri, quando si sposta a Londra assume il ruolo di istitutrice presso dei nobili, un compito che trova difficile all’inizio, proprio per il contrasto con ciò che aveva lasciato nella sua città natale. Il passaggio dalla casa di Piccadilly a Buckingham Palace, invece, ci segnala il cambiamento nello status degli York: Elisabeth da quel momento sarà la futura regina e non più solo una bambina privilegiata.
La scrittura è scorrevole con descrizioni delicate e incisive, in poche righe riesce a farci capire il contesto in cui ci troviamo e le emozioni a esso legate. L’autrice ci mostra con onestà gli ambienti, le persone e le tradizioni: come i maestosi palazzi in cui però ci sono sedie su cui non ci si può sedere e topi nei bagni; oppure le principessine vestite tutte uguali con pizzi e merletti anche per giocare; o, addirittura, la stranezza di avere dei suonatori di cornamusa durante la cena.
Per quanto riguarda le persone descritte in questo romanzo, la scrittrice è riuscita a trasmettermi i loro diversi caratteri in modo immediato e, soprattutto, ho apprezzato l’evoluzione degli stessi durante la loro crescita. All’inizio conosciamo una dolce e ansiosa Elisabetta che, arrivata all’età adulta, mostra tutta la sua determinazione nel raggiungere i suoi obiettivi; nello stesso modo la vivace e un po’ viziata Margaret diviene una donna perspicace, che sa cogliere anche i piccoli segreti. Non perdono i loro difetti e, anzi, in alcuni momenti ne mostrano di nuovi.
Da un lato è proprio questo che mi ha colpito, la sincerità del racconto e la mancanza di quella patina di bellezza che a volte viene usata; dall’altro, però, ciò mi ha lasciato un po’ di amarezza per quello che sarebbe potuto accadere, a causa dei grandi cambiamenti che potevano verificarsi.
Le due principesse rimangono comunque sullo sfondo di questa storia, insieme ad altre personalità di spicco di quei tempi. La protagonista indiscussa resta Marion, che ci racconta il suo vissuto e le sue esperienze. Conosciamo gli uomini di cui si innamora, il suo affetto per le bambine sempre più forte, i suoi ideali che mutano con il tempo, i suoi progetti e tentativi di cambiare le cose e le rinunce che è costretta fare. Non è perfetta, come non lo è nessuno di noi, ma è coerente con quello che è il suo percorso insieme alla famiglia reale. Non ho sempre condiviso le sue scelte, soprattutto riguardo agli uomini, ma ho cercato di capirla considerando il periodo storico in cui viveva. Le parti legate a tale contesto le ho trovate interessanti e a tratti commoventi. Alcuni eventi non li conoscevo, soprattutto quelli legati ai Windsor, mentre altri sono tristemente noti a tutti.
L’unica difficoltà che ho incontrato in questo romanzo sono stati, a volte, i salti temporali. L’obiettivo era probabilmente quello di narrare solo gli eventi salienti nella storia di Marion e delle principesse, ma a volte mi è sembrato di perdermi un passaggio.
Consiglio questo libro a chi vuole immergersi nella storia e nella vita dei monarchi inglesi, con i loro pregi e difetti, con i momenti di divertimento e quelli di sofferenza; a chi, come me, è curioso di scoprire come nasce una regina e chi sono le persone che l’hanno conosciuta e hanno contribuito alla sua formazione.