Recensione: La Grotta di Cristallo di Mary Stewart
Titolo: La grotta di cristallo
Titolo originale: The Crystal Cave
Serie: Le cronache di Merlino #1
Autore: Mary Stewart
Traduttrice: Gioia Angiolillo Zannino
Editore: Elliot
Collana: Manulibri
Genere: fantasy
Pagine: 441
Data di pubblicazione: 31 marzo 2016
Chi era Merlino? Il buon mago delle favole dall’occhio gentile e la barba lunga, oppure il chiaroveggente delle antiche leggende bretoni e gallesi, figlio del Diavolo, inquietante e calcolatore, o addirittura un bardo, un pazzo, un saltimbanco che scelse un’esistenza da reietto? Questa è la storia di una vita tra luci e ombre, nell’Inghilterra del V secolo dopo Cristo, il racconto di un bambino senza padre, sovrastato da poteri che non conosce, di una famiglia in cui regna l’intrigo, di una terra difficile da governare. “La grotta di cristallo” costituisce il primo capitolo di una trilogia dedicata a Merlino, che inizia dal caos provocato dalla caduta dell’Impero di Roma fino all’ascesa al trono di Artù.
Ben trovate care Fenici. Il libro di cui parleremo oggi è un classico fantasy, del quale credo ognuna di voi abbia sentito parlare almeno una volta nella propria vita scolastica e non: la storia di Merlino e di re Artù.
Merlino nasce come figlio bastardo. Sua madre, una principessa di sangue reale, lo concepisce nella vergogna, narrando del padre del piccolo come se fosse il male in persona. Cresce quindi alla corte di suo nonno, maltrattato e umiliato. A proteggerlo alcuni servitori, che ben presto si affezionano a lui. La sua vita cambia, quando un giorno capita per caso nei pressi della grotta del vecchio Galapas, uno studioso, un eremita, forse un druido dell’antica religione, che lo prende a ben volere. Il destino di Merlino sarà quello di seguire il cammino tracciata dal fato, divenendo a sua volta uno studioso, un mago, un profeta. Il dono della vista, ereditato da sua madre, lo porterà lontano, fino a scoprire la verità sulle sue origini, abilmente nascoste da sua madre. Un lungo viaggio che lo condurrà lontano da casa, per trovare finalmente la sua strada.
Il racconto si dipana seguendo un filone narrativo non troppo appesantito da riferimenti storici, ma ben strutturato da accurati elementi geografici. La storia, come già ho accennato, dovrebbe essere ben conosciuta da tutti. Qui l’autrice la narra in modo brillante, focalizzandosi sugli stati d’animo, le emozioni e le sensazioni del ragazzo, più che sullo sviluppo della sua magia. Il Merlino che appare nel libro quindi, il primo di una trilogia, è un ragazzo come tanti, avido d’ affetto e impaurito dalla solitudine. Non si descrive solo come un mistico, ma spesso e soprattutto come un ingegnere, un tecnico, un matematico, un linguista. Non ha paura di dire ciò che pensa e mette sempre in chiaro un concetto importante: non è lui che usa il potere che gli scorre dentro, ma il Dio che gliel’ha donato. Una chiave interpretativa molto diversa quindi, rispetto a quella alla quale siamo tutti abituati. Ho apprezzato anche la parte finale, nella quale la scrittrice cerca di spiegare le sue peripezie nello studiare i molteplici nomi dei luoghi dove di sviluppa la vicenda. Da leggere assolutamente per capire le dinamiche della sua impresa.
Sicuramente, non un libro a cui avvicinarsi con leggerezza, perché impegnativo e complesso, rimane comunque un esempio molto brillante di letteratura fantasy, che pur non percorrendo nuovi filoni, splende comunque per iniziativa interpretativa.
Per amanti del fantasy puro e per neofiti che si accostano per la prima volta a questo tipo di leggende.
Buona lettura allora e a presto.