Recensione: La mamma si è addormentata di Romy Hausmann
TITOLO: La mamma di è addormentata
AUTORE: Romy Hausmann
EDITRICE: Giunti Editore
GENERE: Thriller
DATA DI PUBBLICAZIONE: 03 Novembre 2021
Era solo una ragazzina di quindici anni quando è stata condannata per un crimine atroce, di cui si è sempre dichiarata innocente. Adesso Nadja è una donna adulta e ha ormai scontato la sua pena. Non chiede altro che una vita normale, e quel lavoro anonimo come assistente in uno studio di avvocati sembra l’unico modo per tenere a bada gli incubi e il panico che la assale all’improvviso. Un’esistenza grigia e ripetitiva che però la fa sentire protetta. Ma un giorno, inaspettatamente, la morte rientra di nuovo nella sua vita. Laura, la moglie del suo capo, l’unica persona che le abbia mai dimostrato amicizia, ha commesso un tragico errore, un errore che è finito nel sangue. Adesso potrebbe perdere tutto: suo marito, sua figlia, le sue sicurezze. Nadja sa bene che cosa significhi. Ma sa anche che aiutarla la renderebbe sua complice. Mentre si dirige nei boschi dello Spreewald con un carico inquietante nel bagagliaio della macchina, non può certo immaginare che quel luogo popolato di oscure leggende diventerà teatro di una caccia spietata. Qualcuno sta cercando di trascinarla in un gioco perverso e Nadja capirà ben presto che il suo passato sanguinoso potrebbe fare di lei la vittima perfetta. O l’assassina perfetta.
Penitenza e redenzione sono le protagoniste di questo thriller ricco di adrenalina e colpi di scena, dove i personaggi non sono quello che sembrano. Dove la verità è una sconosciuta tra le pagine.
Nel momento esatto in cui pensi che possa essere andata in un determinato modo, un piccolo dettaglio ribalta la situazione.
Dopo il successo de La mia prediletta, Romy Hausmann torna con una nuova storia ben congegnata. E anche questa volta si parlerà di famiglia, di madri che “non ce la fanno” a essere tali, di figli abbandonati a se stessi e della possibilità di scegliere.
La mamma si è addormentata racconta di Nadja e della sua presunta colpa che la perseguita dall’età di quindici anni, quando viene accusata dell’omicidio della madre e, nonostante si proclami innocente, costretta a trascorrere sette anni in carcere.
Dopo aver scontato la sua pena, con l’aiuto di un vecchio amico, troverà lavoro come assistente in uno studio legale di Berlino. E qui incontrerà due persone che cambieranno la sua vita: il capo Gero e la moglie Laura. Entrambi disposti a tutto per la propria famiglia, a sostenersi finché morte non li separi. Proprio così. Ma dove finisce l’amore e inizia la vendetta? Dove può arrivare il sentimento prima che venga a galla il risentimento?
E a causa del suo passato Nadja affronterà di nuovo il calvario di una colpa che non ha. Forse. O anche lei non è quella che sembra?
Attraverso flashback del passato raccontati con una serie di lettere che alternano i capitoli, la protagonista ci fa partecipi della sua vita, rendendoci complici di un mosaico in cui i vari pezzi si incastreranno perfettamente. Nulla viene lasciato al caso, ogni personaggio e avvenimento è collegato agli altri attraverso un filo invisibile che piano piano prenderà forma rivelando un puzzle difficile da comporre. Un romanzo che tiene col fiato sospeso fino alla fine.
Una storia raccontata con un linguaggio serrato che non permette di lasciare la lettura se non a libro ultimato per scoprire fino a che punto si sono spinti i vari personaggi.
Nonostante abbia pensato di aver intuito come sarebbe finita, in realtà non ci ho proprio azzeccato. La storia è troppo malata e disturbante e non mi aspettavo quel finale. Nessun personaggio ha la mia compassione, non salverei nessuno perché tutti manipolatori, bugiardi, codardi, colpevoli e traditori.
Una scrittura fluida e che cattura dai primi capitoli, buttandoti subito nel clou della storia, facendoti sentire in trappola e senza via d’uscita. Fino all’epilogo che non ti aspetti e ti lascia esterrefatta, senza parole.