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Recensione: La moglie costretta di Verónica Mengual

Serie: Amore in Reggenza vol.3 (Matrimonio Davenport) 

Titolo: La moglie costretta

Serie: Amore in Reggenza vol.3 (Matrimonio Davenport) 

Autore: Verónica Mengual

Genere: romanzo regency

Editore: self 

Data di pubblicazione: 5 settembre 2023

Età di lettura consigliata: + 14

La serie Amore in Reggenza (Matrimonio Davenport) è composta da:

  • La moglie perfetta vol. 1
  • La moglie ribelle vol. 2
  • La moglie costretta vol. 3

Le sorelle Davenport tornano con la storia di Emily. Si può amare senza conoscersi?

Un’occhiata e la piccola Davenport sa che è lui quello che ha sempre voluto. Lady Emily, figlia di un conte senza eredi, accetta la volontà del padre di sposare uno sconosciuto che erediterà la tenuta di famiglia, perché vuole salvare la sua famiglia dalla rovina.

Lui è il nuovo conte di Dorset, un uomo fiero, arrogante e non è intenzionato a soccombere alle passioni che la giovane risveglia in lui ed è per questo che fa di tutto perché lei se ne vada di sua volontà, non avendo lui stesso il coraggio di mandarla via.

Riuscirà la dolce Emily ad affrontare un tale pirata?

 

 

Carissime fenici! 

Eccoci qui con il terzo volume della serie “Amore in Reggenza” sulle sorelle Davenport. Devo ammettere che è stata una lettura molto veloce e scorrevole anche se la traduzione lascia un po’ a desiderare. Ma andiamo con ordine.

Il romanzo inizia con Emily, la minore delle sorelle Davenport, al capezzale del padre morente, che tenta in ogni modo possibile di rassicurare il genitore sulla sorte della casa e delle sue tre figlie. L’anziano conte, nel delirio premorte, scambia Emily con la maggiore, Amberly, e le fa promettere di firmare un contratto di matrimonio con il futuro conte che gli dovrà succedere. Questo accordo ha però una clausola molto importante, dovrà essere la maggiore delle sorelle a convolare a nozze e nessun’altra. Tuttavia, Amberly è già sposata così come la seconda sorella, quindi, le sorti e il destino della famiglia ricadono nelle mani della dolce Emily, che ci viene presentata come una ragazza umile, gentile, bambinesca e del tutto ignara delle brutture del mondo.

A casa Davenport arriva dunque il nuovo Conte, Philipp Dorset, un noto avvocato molto temuto da tutti. Temuto perché? Perché è un uomo piuttosto singolare. A causa di una sparatoria in cui è stato coinvolto è rimasto zoppo e, inoltre, sin dalla nascita non vede bene dall’occhio sinistro per cui indossa una benda. Tutto questo unito al suo carattere scorbutico, testardo e maleducato ha dato vita a un cocktail perfetto per farlo diventare un uomo spaventoso, ancor di più non appena scopre che sua moglie non sarà la maggiore delle sorelle, ma quella che, a suo dire, è solo una bambina viziata e capricciosa. Ma ben presto si dovrà ricredere.  

Agli occhi di Emily, però, il Conte non appare poi così terribile, anzi, alla vista di suo marito è andata in brodo di giuggiole e ci domandiamo: perché? Perché la cara, dolce e innocente Emily tanto innocente non è, dato che nel suo tempo libero ama leggere romanzi di dubbia provenienza e dubbio contenuto che raccontano di feroci pirati che si innamorano di fantastiche eroine. Dunque, si può ben arguire che Philipp le ricorda il protagonista di una delle sue letture. 

Da qui inizia un susseguirsi di eventi davvero troppo veloci che ci fanno dubitare anche dell’intelligenza di tutti i personaggi. Questa avrebbe potuto essere una storia molto avvincente se l’autrice avesse voluto dedicare più tempo alla sua scrittura, ho trovato, infatti, un numero di pagine troppo ridotto rispetto alla storia che ne avrebbe meritate, invece, almeno duecento in più. Devo però ammettere che, nonostante questo, il romanzo mi ha abbastanza coinvolto, sarà stato che in qualche modo mi ha ricordato il 5° volume della saga dei Bridgerton – guarda caso il nome del protagonista maschile è lo stesso – anche se, oltre questo, in comune hanno ben poco. 

Un libro leggero, che si può divorare in un pomeriggio, anche insieme agli altri della serie, che suppongo siano simili per contenuto e numero di pagine. Ovviamente, anche se non proprio tutti, ritroviamo pure in questo gli stessi personaggi, devo però ammettere che il loro temperamento quasi arrendevole mi ha lasciata un po’ spiazzata, d’altronde le pagine sono quelle che sono e sembra quasi che l’autrice avesse fretta di concludere. Anacronistico il parlare scurrile data l’epoca di ambientazione ma, tutto sommato, nel complesso un libro carino e amabile.

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