Recensione: La moglie del serial killer di Alice Hunter
Titolo: La moglie del serial killer
Autore: Alice Hunter
Genere: Thriller
Editore: Newton Compton Editore
Data di pubblicazione: 04 Aprile 2022
Beth e Tom Hardcastle sono la coppia perfetta. Tutto il quartiere li invidia: il loro matrimonio sembra una perpetua luna di miele, la casa che possiedono è splendida e hanno una figlia adorabile. Niente sembra essere in grado di incrinare la felicità della loro famiglia, fino al giorno in cui suona il campanello e, quando Beth va ad aprire, si trova davanti la polizia. Tom è stranamente in ritardo dal lavoro e sua moglie teme il peggio. Ma, nonostante gli attimi di panico, Beth è lontana dall’immaginare la verità… Perché il peggio va oltre ogni immaginazione. Gli agenti sostengono che suo marito sia un assassino. Un mostro che prova un sadico quanto ripugnante piacere nell’uccidere. Troppo sconvolta da quella rivelazione, Beth non comprende subito quello che i poliziotti vogliono da lei. Una sola, semplice risposta: è davvero possibile che la moglie di un serial killer non sospettasse nulla?
La moglie del serial killer è un thriller di Alice Hunter, edito dalla Newton Compton Editore.
Ci troviamo in una piccola cittadina nei pressi di Londra e veniamo trascinati nelle dinamiche di quella che, da fuori, sembrerebbe la classica famiglia perfetta.
Beth e Tom Hardcastle sono sposati da sette anni, hanno una bimba dolcissima e due lavori soddisfacenti.
La routine quotidiana ben scandita viene sconvolta quando due poliziotti si presentano alla porta dell’accogliente cottage familiare per porre domande a Tom su Kate, una ex dell’uomo improvvisamente scomparsa molti anni prima.
Se gli indizi si trasformassero in accuse formali, la domanda più giusta da porsi sarebbe: è possibile che la moglie di un killer non sospetti nulla?
Se c’è una cosa che film, libri e storie reali ci hanno insegnato è che la famiglia del mulino bianco non esiste! Partendo da questo presupposto era facile supporre che molte delle vicende di questo racconto avrebbero preso vita proprio dallo sgretolarsi dell’immagine degli Hardcastle.
La storia si svela lentamente, aggiungendo tasselli ed elementi in maniera sequenziale, e mantenendo così sufficientemente viva l’attenzione. La trama su cui tutto si basa ha davvero del potenziale, ma personalmente il libro non è riuscito a convincermi totalmente.
I pov alternati dovrebbero permettere al lettore di avvicinarsi maggiormente ai diversi personaggi, ma in questo caso creano molta confusione perché intervallati in maniera troppo frequente. Ho avvertito, in questo modo, un senso di disorientamento perché il racconto viene costantemente spezzato, le scene tagliate e ciò determina una perdita di armonia e di continuità nella narrazione.
Non mi ha convinta pienamente neanche l’approfondimento psicologico che in un thriller è davvero un elemento essenziale. La psiche, le emozioni e le ragioni di chi agisce vengono scandagliate in maniera superficiale e non sono riuscita a entrare in piena sintonia o empatia con nessuno dei protagonisti, anche per le decisioni davvero inspiegabili che a volte prendono.
In più in alcuni punti sono stati inseriti personaggi che sembravano essere importanti per gli sviluppi, per poi essere screditati dopo poche righe e gettati nel dimenticatoio, o usati come semplici “comparse”.
Ho avuto la sensazione che molti elementi ed espedienti siano stati inseriti senza che contribuissero in modo sostanziale allo sviluppo, creando solo un effetto di sovraccarico e confusione.
Ho maggiormente apprezzato la scelta dell’autrice di inserire un numero abbastanza elevato di colpi di scena, che in me hanno sempre generato una forte emozione, poiché mai banali o prevedibili.
Tutti gli “imprevisti” e gli elementi sorpresa sono stati piazzati bene, divenendo un vero stimolo nel continuare la lettura, in quanto aggiungevano elementi interessanti lì dove la storia sembrava essere giunta a un punto calante.
Il mio giudizio complessivo è un “nì”. Mi è mancato quel senso di elevata e costante suspense tipica del genere; non sono riuscita ad apprezzare pienamente i protagonisti perché non totalmente credibili, ma riconosco un elevato potenziale all’idea di base.
La narrazione, a mio parere, necessitava di un ritmo più concitato e di uno snellimento nelle parti non indispensabili.