Recensione: La Preda Scintillante. Re Mida e la gabbia dorata – Serie: The Plated Prisoner Series #2 di Raven Kennedy
Titolo: La Preda Scintillante. Re Mida e la gabbia dorata
Serie: The Plated Prisoner Series #2
Autore: Raven Kennedy
Editore: Armenia
Genere: Fantasy, leggende e miti, Dark
Target età: +18
Data di pubblicazione: 6 aprile 2023
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Auren è la favorita di re Mida, l’uomo dal tocco d’oro, che la tiene in una gabbia dorata, simbolo del suo potere.
Questa «gabbia» copre l’intero piano superiore del castello, con gabbie integrate in ogni stanza e passerelle sbarrate collegate tra loro, in modo che Auren possa girare liberamente per il castello. La prigioniera si sente protetta e al sicuro nella sua gabbia. Ma da cosa?
Ha avuto una vita molto dura, ha vissuto per strada fino a quando Mida non l’ha salvata. Auren lo conosce da prima che diventasse re, il che spiega molto sul loro rapporto. Ma la sua vita, le sue sicurezze, stanno per cambiare brutalmente…
Carissime fenici, prima di iniziare è doveroso fare una premessa, se non avete letto il primo capitolo della saga non avvicinatevi a questa recensione perché per voi ci saranno degli spoiler.
Se lo state leggendo, invece, e vi risulta un po’ lento, non demordete, perché il secondo vi stupirà. Tornando a noi, questo romanzo è ambientato in un mondo fantastico, Orea, dove troviamo Auren, insieme alle altre selle e ai soldati sopravvissuti del Sesto Regno, prigionieri dell’esercito del Quarto Regno che marcia verso il Quinto Regno dove c’è Re Mida appena divenuto monarca reggente dopo la morte di Re Fulke.
La protagonista viene separata dal resto delle selle e dell’esercito perché consapevole di essere una pedina importante per questa guerra, è terrorizzata da tutto ciò perché conosce benissimo la fama che precede questo esercito spietato e specialmente quella del suo comandante Rip che altro non è che una fata proveniente dal Settimo Regno, distrutto moltissimi anni fa insieme ai suoi abitanti. Ma a quanto pare non tutto è come sembra.
Conosciamo anche la Regina Malina, moglie di Re Mida, rimasta sola nel Sesto Regno a tramare alle spalle del marito per riprendersi le redini del suo reame che gli spetta di diritto.
Auren, inizialmente spaventata, capisce che non c’è bisogno d’esserlo, l’esercito è formato da uomini e donne forti, leali fra di loro con un grande senso di cameratismo, è stupita anche nel vedere che a capo dell’esercito vi è un comandante in seconda donna.
Con il passare dei giorni questo esercito ha messo in discussione tutto ciò che per lei erano certezze, anche il suo amore per Re Mida, ma quello che la sconvolge di più è l’attrazione inconsapevole nei confronti del Comandante Rip, ogni volta che è nei paraggi in lei scatta qualcosa di inspiegabile.
Arriverà un punto dove dovrà scegliere se tornare da Re Mida o rimanere con loro, ma la sua devozione la porterà a una sola scelta, giusta o sbagliata che sia.
“Tutti meritano un’alternativa. Io te la sto offrendo”. “Non posso tradire l’unica persona” che mi ha sempre protetta” […] “D’accordo”. Abbassa la mano. “Ma non devi nasconderti, non più”. La mia espressione diventa fredda. Mi costringo a tenere ferme le gambe per mascherare il tremore delle ginocchia. “Te l’ho detto. Sceglierò sempre lui”.
Ora veniamo alla conclusione.
Questo libro mi ha sorpresa, è molto diverso dal primo, sia nella scrittura che nel descrivere gli eventi, non nego che alcuni punti sono ancora lenti (specialmente nei capitoli che vengono narrati dalla Regina Malina), ma molto meno rispetto al primo. Non ha un linguaggio volgare come il primo volume e le donne non vengono descritte come oggetti, anzi, vengono messe al pari degli uomini come potrete notare con il Comandante Lu. Questo romanzo l’ho divorato perché ha innescato in me una curiosità e una voglia di conoscere gli avvenimenti, di capire quale direzione pendesse la narrazione. Nella mia testa si sono insinuate delle idee che in alcune pagine si confermavano, poi in altre l’autrice me le smontava tutte arrivando alla fine e… bam avevo ragione, la mia intuizione era corretta. Vi confesso che è dura trattenermi e cercare di non svelarvi gli arcani.
Un’altra cosa che mi è piaciuta un sacco è che troviamo la protagonista Auren più forte e più consapevole di se stessa, di poter dimostrare la sua vera natura (leggete e capirete a cosa mi riferisco) e di cosa può fare senza il suo Re Mida, mettendo in discussione i suoi sentimenti, che forse non sono legati all’amore, ma solo al suo senso di gratitudine per averla salvata dalla strada e dal suo aguzzino.
E poi, come non parlare del Comandante Rip, una fata oscura con occhi neri profondi che ti scavano nell’anima, un personaggio composto, mai volgare e con un comportamento rispettoso verso di lei e verso i suoi uomini.
Qui troverete due esempi di uomini, un Re Mida misogino ed egoista che oggettivizza le donne, e poi il Comandante Rip (come il suo esercito) rispettoso delle donne, le tratta al pari degli uomini ma sempre con un atteggiamento cavalleresco, insomma, ve la farò breve, questo libro mi ha portato a confermare l’odio nei confronti di Re Mida.
Una vaga inquietudine mi fa rizzare i peli sulla nuca quando Mida va all’estremità opposta della stanza buia e accende un altro candelabro. In quel momento mi si gela il sangue. Perché lì, incorporata al centro dello spogliatoio, c’è una splendida gabbia di ferro battuto. È strano come il corpo reagisca a certe cose. Nel mio caso, quando vedo la gabbia, c’è un ruggito nelle orecchie. Un ululato che mi soffia sulla pelle e mi sferza le ossa. Non mi aspettavo di trovarmi così presto faccia a faccia con una nuova gabbia. Mida si volta sorridendo. «L’ho fatta fare per te». La indica soddisfatto.
Il romanzo termina così, di botto, ora voglio assolutamente leggere il terzo e non vedo l’ora che lo traducano perché voglio sapere cosa succederà, speriamo solo che l’attesa non sia lunga e che traducano i cinque volumi successivi nel breve tempo possibile.