Recensione: La Prigioniera d’oro. Re Mida e la gabbia dorata – Serie: The Plated Prisoner Series #1 di Raven Kennedy
Titolo: La Prigioniera d’oro. Re Mida e la gabbia dorata
Serie: The Plated Prisoner Series #1
Autore: Raven Kennedy
Editore: Armenia
Genere: Fantasy, leggende e miti, Dark
Target età: +18
Data di pubblicazione: 20 aprile 2022
- La Prigioniera d’oro. Re Mida e la gabbia dorata
- Glint
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Auren è la favorita di re Mida, l’uomo dal tocco d’oro, che la tiene in una gabbia dorata, simbolo del suo potere.
Questa «gabbia» copre l’intero piano superiore del castello, con gabbie integrate in ogni stanza e passerelle sbarrate collegate tra loro, in modo che Auren possa girare liberamente per il castello. La prigioniera si sente protetta e al sicuro nella sua gabbia. Ma da cosa?
Ha avuto una vita molto dura, ha vissuto per strada fino a quando Mida non l’ha salvata. Auren lo conosce da prima che diventasse re, il che spiega molto sul loro rapporto. Ma la sua vita, le sue sicurezze, stanno per cambiare brutalmente…
Carissime fenici eccomi qua a raccontarvi la storia di Auren, la favorita del Re Mida. Questo racconto è ambientato in un mondo fantastico chiamato Orea, che è diviso in sei regni. Il sesto è governato da Re Mida che ha il potere di trasformare tutto ciò che desidera in oro. Nel suo palazzo massiccio e prezioso a Highbell, all’ultimo piano ha fatto erigere una gabbia che si snoda fra le varie stanze e dove all’interno vive Auren, la sua sella favorita, che essendo stata toccata da lui, ora ha la pelle color oro e i capelli fili dorati, tutto di lei lo è, e nessun può toccarla o parlaci ma possono solo ammirarla, se il Re lo concede.
Non dorata. Non abbronzata. Non dipinta o immersa o tinta d’oro. La mia pelle è di oro vero, scintillante, satinato e laminato. Sono come il resto di questo palazzo. Persino i miei capelli e le mie iridi mandano bagliori metallici. Sono una statua d’oro ambulante, eccetto i denti bianchi luccicanti, le sclere degli occhi e la lingua rosa intenso. Sono una stranezza, una merce, un pettegolezzo. Sono la favorita del re. La sua adorata sella. Quella che ha trasformato in oro con il suo tocco e che tiene in una gabbia in cima al suo castello, il mio corpo porta il marchio della sua proprietà e del suo favore. Sono la sua bestiolina dorata.
Auren vive in questa gabbia da ben dieci anni, da quanto Mida è diventato re, lei gli è devota perché l’ha salvata dalla strada quando aveva quindici anni e lui le promise che una volta diventato sovrano l’avrebbe portata con sè e protetta per sempre da tutti. Lei è sua, gli appartiene. Auren conduce la sua vita in solitaria, il suo unico contatto con il mondo esterno è un lucernario sopra la sua testa che la maggior parte delle volte è coperto dalla neve poiché Highbell è immerso in un inverno perpetuo. Non ha contatti con nessuno, neanche con le altre selle del re, se non con lui quando le concede la sua presenza. Ma un giorno tutto questo cambierà e lei uscirà da questa prigione per vivere delle avventure-disavventure e dove mostrerà le sue doti tenute segrete, come ad esempio dei nastri che escono dalla sua spina dorsale.
Ora veniamo a noi, innanzitutto questo libro non è per tutti perché tratta argomenti irritanti e viene usato un linguaggio volgare. Troverete donne considerate solo oggetti da possedere e mostrare come trofei, rapporti violenti dove le giovani sono sottomesse, il che ci potrebbe anche stare perché è contestualizzato in un periodo storico dove la donna era una merce, sottomessa e usata a piacimento. Mi ha trasmesso sentimenti contrastanti nelle prime pagine, mi ha irritato il comportamento di Auren sottomessa, che idealizza questo amore che prova nei confronti di Re Mida annullandosi e approvando i comportamenti che ha nei suoi confronti. Non demordo, però, e vado avanti a leggere per capire come si sarebbe evoluta la storia, poi a un certo punto si ha una svolta, cioè quando la protagonista esce dalla gabbia per essere portata dal suo sovrano che si trova in un altro regno e lei finalmente riassapora la libertà e con tutte le avventure capisce che non è debole e indifesa ma riesce a combattere senza l’aiuto di un uomo che la protegga.
Da qui i miei sentimenti si sono trasformati in curiosità, tali da farmi andare avanti perché ci sono dei cambi netti nel racconto fino ad arrivare alla fine, con la comparsa di un nuovo personaggio, il comandante Rap del quarto regno, governato dal Re Marciume, intrigandomi talmente tanto che ho divorato il libro. Ora ho un sacco di domande e misteri da scoprire e spero che nel secondo libro qualcuno di questo venga svelato.
“So cosa sei”, dico in tono tagliente, l’accusa mi esce dalle labbra con uno sbuffo di aria nebbiosa. […] E nonostante l’aria gelida delle Lande, nonostante i rumori assordanti delle navi che raschiano e dell’esercito che marcia, la sua voce preme calda ed echeggiante contro il mio orecchio. “Buffo, stavo per dire la stessa cosa di “te”.”
Ora la parte dolente, il racconto ha un ritmo crescente e si divora per la curiosità ma in alcuni punti la scrittura scorre lenta con giri di parole inutili per quanto mi riguarda che nella mia testa risuonava -E quindi? E quindiii arriviamo al dunque!-
La storia viene narrata dal punto di vista di Auren ma avrei voluto qualche capitolo dal punto di vista di Re Mida per comprendere alcune sue decisioni.
Perciò care fenici, vi devo lasciare e correre a leggere il secondo libro perché voglio scoprire cosa intendeva il comandante Rap nei confronti di Auren.
Buona lettura e fatemi sapere cosa ne pensate che mistero ci sta dietro… secondo voi? E non barate andando a leggere gli altri libri per dare risposte esatte.