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Recensione: “La primula Rossa” di Emma Orczy (serie La Primula Rossa #1)

Care Fenici, oggi Emanuela ci parla di un libro bellissimo, “La primula Rossa” di Emma Orczy

Parigi, anno di grazia 1792. Il Regime del Terrore semina il caos. I “maledetti aristos”, sventurati discendenti delle famiglie aristocratiche francesi, vengono mandati a morte dall’implacabile tribunale del popolo: ogni giorno le teste di uomini, donne e bambini cadono sotto la lama della ghigliottina. Ma in loro aiuto interviene un personaggio inafferrabile e misterioso, il quale, attraverso rocambolesche e ingegnose fughe, riesce a portare oltremanica i perseguitati del regime, nella libera Inghilterra. Dietro di sé non lascia tracce, se non il proprio marchio: un piccolo fiore scarlatto, che gli varrà il soprannome di Primula Rossa. Ma quale identità si cela dietro questo pseudonimo? Chi è l’audace salvatore, disposto a rischiare la propria vita in nome della nobile causa? L’incognita ossessiona l’astuto e crudele funzionario del governo francese Chauvelin e affascina l’alta società inglese: ma la soluzione del mistero si rivelerà tanto insospettabile quanto geniale. “La primula rossa”, primo di un ciclo di romanzi scritto da Emma Orczy, è stato pubblicato nel 1905. Come scrive oggi Hilary Mantel, «la sua vera forza scaturisce dalla vivida qualità cinematografica della scrittura»: le immagini perfettamente inquadrate, l’emotività travolgente dei personaggi e l’equilibrio efficace tra narrazione e dialoghi hanno infatti conquistato generazioni di lettori e ispirato innumerevoli adattamenti per cinema, televisione e teatro. Ibrido tra spy story, romance e romanzo d’avventura, il ciclo della Primula rossa viene qui presentato in una nuova traduzione

 

Uscito il 18 Aprile 2018 con una nuova traduzione, immerge il lettore in un periodo storico affascinante e pericoloso, dove un eroico paladino porta in salvo con astuzia e perizia gli aristocratici condannati a morte.

Questo classico romanzo ha ispirato film e sceneggiati e ha visto numerose edizioni che ne hanno fatto un classico dell’avventura e della spy story più pura. È un imperdibile appuntamento con le emozioni e fortunatamente è il primo di una serie.

Il personaggio di Sir Percy è particolarmente interessante: abile attore e scaltro manovratore, nasconde dietro una facciata da dandy vanesio e inutile la sua missione eroica e il suo coraggio.

Il suo rapporto con la giovane moglie appare dall’inizio del libro molto freddo e distaccato, si scoprirà che Marguerite ha compiuto un’azione indegna agli occhi del suo sposo che l’ha allontanata dal suo cuore.

Quando la donna inizierà a sospettare della doppia vita di suo marito, ella diverrà consapevole del pericolo che corre e a cui lei stessa lo ha esposto.

Qui partirà la parte più emozionante della storia, quella in cui Marguerite partirà al seguito del marito nel tentativo convulso di salvarlo dalle grinfie del perfido poliziotto del regime, Chauvelin, perché lei stessa è l’artefice di questa caccia spietata alla Primula Rossa e perciò il senso di colpa la opprimerà duramente.

La scena finale dell’agguato alla casetta del pescatore merita un bel sospirone di sollievo per le emozioni che scatena nel lettore: con gli occhi dell’immaginazione potremo vedere la scena ed arrivare a sentire l’odore salmastro del mare tanto è ben scritta.

Happy end immancabile per questo capolavoro del romanzo d’avventura ed amore. Spero che la Fazi continui la ristampa di tutta la serie dei libri della Primula Rossa: l’ultima edizione cartacea è del 1961!

 

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