Recensione: “La ragazza che amava la pioggia” di K.A. Tucker (Burying Watern #2)
Luke Boone non sa esattamente di cosa si occupi suo zio Rust, ma è deciso a entrare nello stesso giro per avere ciò che ha lui: auto, soldi, donne. E sembra che il suo desiderio si stia finalmente realizzando. Quando Rust gli consegna le chiavi del garage, c’è un secondo mazzo che apre la porta a tonnellate di denaro e opportunità. Certo, si tratta di affari non esattamente legali, ma Luke non è mai stato il tipo che si preoccupa per questo genere di cose. Soprattutto quando in ballo ci sono una Porsche 911 e una ragazza mozzafiato di nome Rain.
Clara Bertelli è una ragazza in carriera: a soli ventisei anni è uno dei migliori agenti sotto copertura della polizia di Washington, e le hanno appena affidato un caso che potrebbe far schizzare la sua carriera e incastrare una delle più famigerate bande di ladri d’auto della costa occidentale. Per riuscire però, dovrà calarsi molto a fondo nel personaggio di Rain Martines. Il suo obiettivo? Il nipote ventiquattrenne di un pezzo grosso, pronto a seguire le orme di suo zio.
Mentre Clara scivola sempre più nella lussuosa vita di Rain, e tra le braccia del suo bellissimo e affascinante obiettivo, il confine tra giusto e sbagliato inizia a farsi confuso. Sarà capace di lasciarsi tutto alle spalle? E lo vorrà davvero?
K.A. Tucker è una di quelle scrittici che non manca, e non mancherà mai, nella mia libreria, ma questo suo ultimo libro mi ha lasciato con non poche perplessità e non mi ha pienamente soddisfatto. Ho aspettato per tutta la durata della lettura quella svolta che mi facesse riscoprire lo stile di una delle autrici che più amo ma questo, con mio enorme dispiacere, non è mai avvenuto.
La ragazza che ama la pioggia è il secondo volume della serie Burying Water, composta di libri autoconclusivi con diversi protagonisti per ogni volume, i quali però sono collegati tra di loro (possono essere letti benissimo separatamente, ma per un quadro più completo sarebbe meglio leggerli nell’ordine corretto), una serie che per tematiche si discosta abbastanza da quello che la Tucker ci aveva precedentemente proposto.
Ma andiamo a conoscere i protagonisti di questo libro che, secondo me, sono stati il punto più debole della storia.
Clara Bertelli è una giovane agente di polizia che ha sempre aspirato a entrare nell’FBI, un sogno che pensava irrealizzabile vista l’enorme concorrenza. La situazione cambia quando le sue capacità (e di questo ne parleremo dopo!) e le sue caratteristiche fisiche la rendono l’agente ideale da mandare sotto copertura. Le viene, infatti, affidato l’incarico di carpire più informazioni possibili su un’organizzazione criminale basata su furti d’auto. Per far ciò, la ragazza, una volta calatasi nel personaggio di Rain, deve cercare di ottenere la fiducia del nipote di uno dei pezzi grossi della banda, Luke.
Luke gestisce per lo zio un garage di riparazioni, ma sa benissimo che sotto quest’attività legale c’è tutto un altro mondo parallelo da dove provengono i soldi e il lusso in cui lo zio Rust l’ha cresciuto. Il ragazzo non vede l’ora di provargli la sua lealtà cercando di farsi inserire in quell’ambiente che gli è stato sempre negato e pian piano, ottenuta la sua fiducia, inizierà a muoversi tra situazioni e personaggi loschi.
La relazione tra Rain e Luke parte in sordina poiché la ragazza deve cercare, nel limite del possibile, di mantenere un distacco emotivo con il soggetto da controllare/spiare.
Un lento bruciore sempre più profondo mi risveglia nel petto. Non è curiosità né eccitazione, quel che provo di norma quando sto per inchiodare qualcuno al muro.
È delusione. Sta per dimostrare che i federali avevano ragione. Sta per dimostrarmi che è un criminale. Ma ricordo a me stessa che sono qui per questo. Lui è ciò che è. Non importa quanto sia gentile, o seducente, o come mi faccia sentire.
La situazione però cambierà velocemente ed entrambi saranno messi di fronte a delle scelte. Quanto Luke può in realtà fidarsi di quella ragazza che, giorno dopo giorno, sta diventando parte importante del suo mondo? Potrà aprirsi completamente rivelandole parte della sua attività o rischierebbe di farla allontanare? E Rain, dal canto suo, è veramente ancora in grado di separare realtà e finzione?
In questo momento, una parte di me vorrebbe avere una fata madrina che agiti la bacchetta magica e faccia prendere vita a Rain Martines. Ma in quel caso non potrei aiutare Luke. Invece, aiutarlo, è proprio ciò che voglio di più.
E quando la verità verrà a galla, riusciranno a perdonarsi le innumerevoli bugie che sono stati costretti a raccontarsi?
Rimorso e felicità si fanno la guerra in me mentre volo in caduta libera. Mi chiedo chi vincerà.
Ecco… due personaggi che dovrebbero avere delle caratteristiche ben definite, visti i ruoli, ma a tratti mi sono sembrati solo dei ragazzi giovani e spaesati. Rain dovrebbe essere una dei migliori agenti di polizia, visto che è stata scelta appositamente per le sue capacità, ma durante la storia ha fatto talmente tanti piccoli passi falsi che non capisco come Luke non se ne sia accorto. Anche lui però, dal canto suo, non mi ha convinto del tutto. Insomma, come si può pretendere di entrare a far parte di un’organizzazione criminale ma pensare di agire senza far del male a nessuno? Vero è che, a un certo punto, la sua decisione di far parte di quell’ambiente inizierà a vacillare.
La parte suspense inoltre, che è una fetta decisamente centrale della storia, mi è sembrata troppo banale, tanto da capire sin da metà lettura come si sarebbe evoluta la situazione. Nessun colpo di scena realmente importante, nessun mistero, tutto molto scontato.
Per finire, la storia d’amore tra Luke e Rain, che fa quasi da contorno alla vicenda, non mi ha trascinata come successo in passato con gli altri libri della stessa scrittrice. Certo è stato un piacere leggerla perché sempre della Tucker stiamo parlando, ma non ho riconosciuto l’alchimia tra i due protagonisti, non mi ha lasciato sulle spine né la voglia di riprendere in mano il libro appena possibile.
Insomma da una scrittrice di questo calibro mi sarei aspettata decisamente qualcosa di molto diverso perché, nonostante la buona scrittura, Luke e Rain non sono riusciti a farmi appassionare alle loro vicende né a immergermi nelle loro emozioni.
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