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Recensione: “La ragazza tedesca” di Armando Lucas Correa

Care Fenici, oggi Emanuela ci parla di un bellissimo libro di Armando Lucas Correa: “La ragazza tedesca”

Eletto miglior romanzo dell’anno da People

Una storia intensa e appassionante che unisce due generazioni di donne lontane nel tempo, eppure legate dal filo invisibile del destino

Maggio 1939. Sono 937 gli ebrei a bordo del transatlantico St. Louis, 937 innocenti in fuga dalla violenza della Germania nazista. Tra loro, ci sono Hannah Rosenthal e Leo Martin. Sebbene siano solo due ragazzini, durante la traversata Hannah e Leo decidono di voler passare il resto della vita insieme. Ma è un sogno destinato a non avverarsi: quando la St. Louis arriva in porto, Hannah è tra i pochissimi fortunati a ottenere il permesso di sbarcare. Tutti gli altri passeggeri sono costretti a tornare indietro, in Germania. Compreso Leo…

New York, 2014. Anna Rosen riceve uno strano regalo per il suo dodicesimo compleanno: la lettera di una certa Hannah Rosenthal, che sostiene di essere la sua prozia paterna. Per Anna è un’occasione da cogliere al volo: Hannah è l’unica che conosca la verità su suo padre, scomparso prima che lei nascesse. E quindi decide d’incontrarla, scoprendo così la storia di una donna che ha lottato per farsi strada in un Paese straniero, una donna che ha dovuto dire addio al suo amore, senza mai perdere la speranza di poterlo riabbracciare. E, grazie ad Anna, Hannah riuscirà finalmente a riconciliarsi col proprio passato e a capire che per essere felici non basta sopravvivere, ma bisogna essere pronti ad affrontare sino in fondo tutte le sfide che il futuro ha da offrire.

Prendendo spunto da una delle pagine più oscure e dimenticate dell’Olocausto, Armando Lucas Correa ci conduce dalle strade cupe della Berlino di Hitler ai balli sontuosi a bordo della St. Louis, dal sole di Cuba prima della rivoluzione alla New York dei nostri giorni, seguendo le storie di due donne accomunate dal coraggio e dal desiderio di trovare il proprio posto nel mondo. Due donne lontane nel tempo, eppure legate dal filo invisibile del destino.

 

Un bellissimo romanzo che prende spunto da una storia vera e poco nota, e dalle tristi realtà dell’olocausto, che conquista sin da subito per la perizia con la quale è scritto, documentato e orchestrato.

Basato sulla tecnica del flashback, che l’autore padroneggia benissimo, il libro scandaglia a fondo i caratteri e le personalità dei protagonisti permettendo al lettore di viverne a fondo la vita e gli eventi che li porteranno0 verso destini diversi. La vicenda cavalca un lungo periodo di tempo a partire dall’avvento del nazismo in Germania sino ai giorni nostri, svolgendosi in parte nell’isola di Cuba e raccontando anche qui l’avvento di un’altra dittatura, quella di Castro e di come la famiglia di profughi vi sarà coinvolta.

L’anziana Hanna Rosenthal, che vive con tristezza lo scorrere della sua vita e ricorda i propri cari che ormai non ci sono più attraverso la figlia del nipote, scomparso nell’eccidio delle Torri Gemelle, rivive la propria esistenza e scende a patti con il destino infausto gioendo nel contatto con la gioventù e con le speranze della ragazzina, assetata di affetto e verità che, dal canto suo, nell’incontro con la realtà dell’isola cubana e con il contatto con la famiglia del padre, matura la consapevolezza che la vita deve essere vissuta senza rimpianti e senza guardarsi indietro.

Una lettura profonda ed appassionante. Lo consiglio vivamente.

 

 

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