Recensione: “La Regina Ribelle” di Elizabeth Chadwick
Care Fenici, oggi la nostra Emanuela ci parla di “La Regina Ribelle” di Elizabeth Chadwick
Colta e bellissima, ambiziosa e spregiudicata, Eleonora d’Aquitania vive in un’epoca, il XII secolo, in cui le donne sono ridotte al silenzio e all’obbedienza. Ma lei è determinata a ribellarsi a ogni costrizione: partecipa alla seconda Crociata; divorzia dal primo marito – Luigi VII, re di Francia – e, nello sconcerto generale, sposa Enrico II d’Inghilterra, di undici anni più giovane; diventa la musa dei trovatori nella sua «Corte d’amore» a Poitiers, dove si cantano la passione e la sensualità; tratta come pedine di un gioco politico i due figli più amati, Riccardo Cuor di Leone e Giovanni. Il mondo la odia e la teme, ma non riesce a fermarla: sulla sua strada, Eleonora lascerà vittime innocenti e cuori straziati, in un turbine che finirà per travolgere lei stessa. Dalle nebbiose città inglesi all’Oriente delle Crociate, dalla Terrasanta al lusso della corte bizantina, Elizabeth Chadwick dipinge il ritratto di una donna straordinaria per la sua modernità, che ha amato, tradito, sofferto e lottato contro rivalità, odi e pregiudizi, proprio come una donna di oggi.
Ciò che è ignoto non è ancora scritto, e ci lascia la possibilità di scriverlo come vogliamo, a Dio piacendo.
Il romanzo La regina ribelle è un bellissimo esempio di come la miglior narrativa e le vicende più avvincenti siano nascoste nelle pieghe della storia umana.
La protagonista di questo romanzo è una donna che è passata alla storia più come una leggenda che come un personaggio reale, divenendo eroina di testi storici ma anche, e soprattutto, di poemi e ballate; affreschi ed arazzi, tanto le sue vicende l’hanno resa un mito.
Ragazzina in un periodo storico particolarmente turbolento, va in sposa a Luigi VII di Francia e vive i tormenti matrimoniali come una qualsiasi fanciulla dell’epoca, conservando però uno spirito critico e sagace e una grande accortezza politica.
Nel romanzo, gli avvenimenti storici che videro la crisi del regno di Luigi VII vengono interpretati dal punto di vista di Eleonora e il carattere debole e incostante del giovane sovrano, attentamente scandagliato.
La fanciulla, prudentemente e sapientemente educata al comando e alla gestione del potere da un padre accorto, vissuto troppo poco, se la deve vedere con una suocera impicciona, una sorella instabile psicologicamente e intrighi di corte assai contorti.
Una vita sulla lama del rasoio, in un’epoca in cui per molto poco si poteva finire al rogo per stregoneria.
Ma Eleonora continua a sorprenderci a distanza di secoli dalle pagine di questo libro, scritto con perizia in un sapiente mix tra storia, ricerca scientifica e fantasia letteraria, proponendoci le sue vicende personali in modo così spontaneo e naturale da farci spesso dimenticare di trovarci di fronte ad una regina del 1100 e non ad un’eroina moderna.