Recensione: La Rosa di Velluto Blu di Mirta Drake

La Rosa di Velluto è il postribolo di lusso più esclusivo di Londra, nelle sue stanze si assecondano le fantasie erotiche più proibite e Octavian viene subito incantato da una misteriosa figura nuda che si specchia sotto un velo cremisi. Ma lui non è lì per il piacere, ha un obiettivo preciso: affinare la propria arte amatoria per trovare una moglie ricca e risanare le finanze di famiglia. È Sybil però, la ragazza velata che non vuole essere toccata, a trascinare Octavian in un vortice di passione e paure, al punto che diventa facile dimenticare che la realtà è in agguato, pronta a separarli, perché alcuni segreti possono scatenare ingovernabili tempeste…

Bentornate Fenici!

La penna di Mirta Drake non delude mai! Eccoci qui con il secondo libro della serie La Rosa di Velluto e questa volta i protagonisti sono Octavian, la rosa blu, e Sybil.

Octavian è il nipote di Ethan e Vivian (i protagonisti del precedente libro), figlio di Julian il defunto fratello gemello dello zio. Lo troviamo alla Rosa di Velluto per affinare le sue tecniche amatorie con lo scopo di accalappiare una vedova danarosa affinché risani la disastrosa situazione patrimoniale in cui versa la sua famiglia. Certo, sua madre potrebbe accettare l’aiuto più e più volte offerto da Ethan ma, dato che Annelise è una vera capa tosta, Octavian mette in atto il piano B.

Solo che il giovane non ha fatto i conti con la donna che vede, o meglio, spia dal buco della serratura e che si sta specchiando interamente nuda con solo un velo cremisi addosso. Lei è Sybil Graham una giovane vedova che, nel rinomato postribolo, vuole ritrovare sé stessa per sanare sia la sua parte fisica che quella emotiva, entrambe demolite da un marito bastardo ora morto (per fortuna! altrimenti l’avrei ucciso io) che le ha reso la vita un inferno. Sybil aborre il contatto fisico, si blocca, il suo corpo rifiuta anche il minimo sfioramento ma Octavian riesce a compiere la magia, il suo principe demolisce un pezzo alla volta tutti i suoi tabù e lei, lentamente, si scioglie.

“L’amore è un fuoco che scalda, brucia, distrugge e incenerisce. Non è fatto per chi teme le fiamme.”

I due si trovano, sanano a vicenda in maniera diversa le loro ferite, si innamorano.

I personaggi secondari, anzi a questo punto direi più esattamente i comprimari, cioè Madame Elvira, la mia preferita, Dominik e Phenicia sono sempre parte integrante e importante della storia. Tuttavia, sono rimasta stupita nell’apprendere che Phenicia è la moglie di Dominik, forse nel volume precedente mi era sfuggito? 

Un libro, anche questo, che non stanca mai perché Mirta riesce a coinvolgere con una maestria senza pari e ti porta nell’epoca dove si svolgono le sue storie con parole scelte, descrizioni mai pesanti e personaggi che lasciano il segno.

Piacevolmente soddisfatta.

Alla prossima

Un saluto dalla vostra Mal