Recensione: “La scuola dei giochi segreti” di Rebecca Coleman
Care Fenici, oggi Cap in veste di recensore ci parla di un libro che l’ha lasciata perplessa: “La scuola dei giochi segreti” di Rebecca Coleman
Maryland, fine anni Novanta. Nel cortile di una scuola Waldorf, tra precetti di Rudolf Steiner, insegnanti irreprensibili e sciami di adolescenti, avviene l’incontro fra Judy McFarland, una maestra d’asilo quarantatreenne, e Zach Patterson, studente di sedici anni dalle maniere impertinenti. Il passo dall’amicizia a una relazione è breve, ma l’ossessione che li travolge sarà una caduta vertiginosa in un abisso di oscuri ricordi.
Storia di un amore sbagliato sotto tutti i punti di vista. Il libro inizia in modo quasi dolce, riviviamo i ricordi dell’infanzia di Judy e proviamo tenerezza di fronte alla cotta per il suo compagno di giochi e per il dolore per la madre malata; poi la ritroviamo da adulta, incastrata tra un matrimonio che sta andando a rotoli e un lavoro che non la soddisfa più. I figli sono grandi e il marito è troppo preso dal lavoro per prestarle attenzione. Judy comincia a guardarsi attorno per noia o disperazione.
Zach ha sedici anni e si è appena trasferito da un altro Stato. A casa la situazione rasenta il paradosso e la ragazza che gli piace prima lo seduce poi lo allontana in malo modo, lasciandolo stordito e confuso. Questo è il suo stato d’animo quando i due si incontrano.
Ma Zach è troppo giovane rispetto a Judy, lei è la madre del suo amico, è un’insegnante. Ed è sposata.
Judy è anche un’attenta manipolatrice, disposta a tutto pur di ottenere ciò che desidera, fosse anche un rapporto consumato in fretta, in piedi e senza alcuna precauzione. Durante i loro incontri sono i suoi bisogni a dettar legge, per soddisfarli è disposta anche a montare un ragazzo febbricitante che la lascia fare pur di liberarsi in fretta di lei.
L’attrazione e il gusto del proibito si consumano in fretta, lasciando il posto all’ossessione. Zach è succube e al tempo stesso non riesce a smettere di desiderarla, nessuno lo costringe ad attendere che Judy finisca di lavorare per chiudersi nella sua aula vuota, tirarsi giù i pantaloni e farsi deliziare dalla maestra delle elementari, eppure lo fa.
Man mano che la lettura procede, le ossessioni e i disturbi mentali di Judy vengono alla luce e finalmente la vediamo per ciò che è.
Consigliato?
Nì.
È senz’altro un libro che fa riflettere.