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Recensione: “La sesta moglie” di Philippa Gregory

Uno storico molto interessante quello che vi racconterà Nayeli …..

A trent’anni, Caterina Parr è una donna ancora giovane, eppure già vedova due volte, di due mariti sposati per ragioni molto pratiche e ben poco romantiche. Ora, finalmente, ha un amore segreto che la appaga profondamente, e non chiede di più. Ma quando un uomo abbastanza vecchio da essere suo padre, un uomo che ha già seppellito quattro mogli, le intima di sposarlo, lei non ha scelta. Perché Caterina non nutre alcun dubbio sul fatto che quell’uomo sia straordinariamente pericoloso: il suo nome è Enrico VIII, è il suo Re e le ultime due regine non sono durate più di una manciata di mesi.
Per fortuna, e grazie all’intelligenza e alla sensibilità di Caterina, Enrico adora la sua nuova sposa, tanto che la loro unione è benedetta da una sconfinata fiducia reciproca. Indipendente, avida di conoscenza e vivacissima, la nuova regina domina da subito la scena.
Prima di tutto riunisce la famiglia reale sotto lo stesso tetto, riportando a casa i principi Elisabetta, Maria e Edoardo e gettando le basi per il futuro. Poi fonda un circolo riformista proprio nel cuore della corte. Diventa addirittura Reggente mentre Enrico è lontano, conquistando definitivamente il capriccioso marito. Però qualcuno comincia a pensare che tutto quel potere sia troppo per una donna del suo tempo. Qualcuno che insinua il dubbio sulla sua fede. Qualcuno che arriva ad accusarla di eresia. La pena è terribile, Caterina rischia di morire sul rogo. A meno che…

Secoli di preti maschi e di insegnati uomini, monaci eruditi e padri prepotenti, hanno detto a lei e a me, a tutte le donne inglesi, che una donna non può predicare. Ma io ho la Bibbia in inglese, data da mio marito al popolo d’Inghilterra, che dice che Gesù è venuto per tutti, non solo per i preti maschi e gli insegnanti uomini, i monaci eruditi e i padri padrone.

 

Pur non essendo una grande appassionata di storici, questo romanzo mi ha catturata moltissimo, in particolare per un elemento: la perfetta rappresentazione della contestualizzazione storica.

Non è solo il fatto che si respiri l’aria di corte e gli intrighi politici, che sono già stati probabilmente raccontati in tutte le salse, ma anche che a ogni pagina mi facesse pensare: “È così che dovrebbe andare”. L’autrice è riuscita a trasmettere tutto senza appesantire con descrizioni o spiegazioni, sostituite con sensazioni, gesti, parole, in uno stile molto scorrevole.

Si sente l’odore della gamba di Enrico VIII in putrefazione per la gotta. Si sente la fede protestante farsi strada nelle convinzioni della Regina Caterina Parr e contrapporsi sempre più alla Chiesa cattolica corrotta. Viene raccontato quanto una insignificante disquisizione possa, a catena, portare alla crisi un intero sistema religioso (si passa dal concetto “posso parlare con Dio anche senza intermediari” a “posso divorziare solo perché lo voglio, non mi serve l’autorizzazione di nessuno”). Si sente l’angoscia crescente di sottostare a un tiranno volubile e manipolabile, gli occhi della corte sempre addosso che impediscono privacy e libertà.

Non si tratta solo di narrare l’ambientazione, di descrivere il contesto storico, soprattutto religioso e politico, ma anche di inquadrare le vicende personali e intime della regina, che si fa via via sempre più decisa, più consapevole di ciò che vuole e di come può ottenerlo.

È La storia di Caterina Parr, che viene reclamata in moglie da Enrico VIII, come “sesta”, dato che nessuna delle altre cinque è riuscita a mantenere questo ruolo per molto tempo. Questo è il suo quarto matrimonio (nessuno per amore). Sa come governare una grande casa, come si vive a corte. È una donna navigata, tuttavia non è mai stata regina e soprattutto non è mai stata la donna di un pazzo furioso.

Enrico VIII è colui che incarna Dio in terra in quanto è a capo della Chiesa e non accetta il potere dei papi ed è megalomane: non ammette di sbagliare, non ammettedolore, non ammette la perdita e, come per tutti i bambini viziati del mondo, tutto quello che accade è colpa degli altri. È malato di gotta e ne soffre a periodi altalenanti.

Ha però anche un atteggiamento astuto, contraddittorio, per non dire incoerente, tale per cui prima concede e un attimo dopo toglie, dice e un attimo dopo nega. Ama mettere i suoi collaboratori uno contro l’altro, in modo che nessuno abbia il tempo di attaccarlo. È un manipolatore, crea confusione, non prende mai una linea decisa, ed è molto volubile; di conseguenza, restare nelle sue grazie a lungo non è facile. Avere a che fare con un tipo di persona del genere, senza mai indisporlo, senza fare un gesto sbagliato, è molto difficile. Intorno a sé ha fatto terra bruciata, non solo di mogli ma anche di consiglieri. A causa della sua instabilità , che lo porta a stancarsi presto di tutto, incluso delle donne, non si ha la certezza di restare nelle sue simpatie neppure senza fare alcun errore. Essendo Enrico l’incarnazione di Dio, della giustizia e di tutto il potere, è sufficiente la sua volontà, anche senza prove, per fare e disfare, anche per distruggere le persone, o condannarle con una banale accusa.

Questa è l’atmosfera in cui deve muoversi Caterina Parr, fingendo di essere felice di stare al suo fianco, e l’autrice riesce perfettamente a trasmettere la tensione che deve sostenere, eccetto per qualche lunga divagazione teologica.

Il tutto si inserisce in un contesto storico che vede fronteggiate due fazioni in Inghilterra: quella dei papisti e quella dei protestanti. Enrico, in perfetta linea con quanto suddetto, sceglie di non schierarsi ma anzi alimenta questa contrapposizione, parteggiando e dando corda ora all’una ora all’altra. La moglie, inizialmente cauta, si lascia coinvolgere dalla sorella e dai seguaci protestanti.

Nel libro questa parte relativa alla credenza religiosa è molto prolissa e al tempo stesso molto pratica, vissuta più che spiegata. Riesce a farci toccare con mano questa contrapposizione tra ideologie diverse, mostrandoci tematiche quotidiane, calandole sui desideri, sulle difficoltà della gente comune, sulla corruzione e il distacco della chiesa cattolica al tempo.

Caterina è una donna di mondo e sa che il matrimonio è una questione di opportunità e di politica. Tuttavia ha un amore segreto che dovrebbe dimenticare in quanto moglie del re. Questo sentimento sopravvive in entrambi, intimo e senza alcun contatto, per non dare adito a nessuna scusa che possa rivoltarlesi contro. Non voglio svelare se il fato sarà avverso o favorevole nei suoi confronti, ma il modo in cui ci si arriverà vi toglierà il fiato.

 

Perché una donna dovrebbe sposare un serial killer? Perché la sua è una proposta che non può rifiutare…

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