Recensione: “La sorella perduta” di Kate Furnivall
Emanuela ci racconta un giallo storico che si svolge a Parigi alla vigilia dell’invasione nazista.
Due gemelle molto diverse.
Un terribile segreto che le divide e le unisce.
Una grande storia di coraggio e amore.
Parigi, 1930. Romaine Duchamps si ritrova da sola in una stanza, con il padre morente riverso sul pavimento, e le mani sporche del suo sangue. Non ha idea di cosa sia successo. Saranno le bugie della sorella gemella Florence, poco dopo, a salvarla dalle accuse e dalla ghigliottina.
Otto anni più tardi, Romaine, passionale e irrequieta, vive una vita di viaggi e amori tra le spiagge mediterranee della Spagna e il freddo Atlantico, in un’Europa sempre più scossa dai venti di guerra. Seguendo una delle sue molte passioni, diventa aviatrice, decisa a usare l’abilità di pilotare gli aerei per consegnare pacchi e viveri quando le bombe cominciano a cadere. La sorella, dal canto suo, è rimasta a Parigi, dove ha sposato un potente politico. Due donne completamente diverse, legate non solo dal sangue, ma anche dal segreto di quello che è successo anni prima in quella stanza…
E quando la guerra minaccerà di portare via ciò che hanno di più caro, entrambe dovranno trarre forza dal segreto che le unisce, e trovare il coraggio di ascoltare il legame del sangue per cercare finalmente la verità.
Una grande autrice inglese, paragonata a Lucinda Riley, firma una storia che fa volare l’immaginazione, e battere forte il cuore.
Non conoscevo Kate Furnivall, ma questo romanzo davvero originale per tema e scrittura, mi ha lasciato molto colpita.
Sin da subito si respira una tensione che cresce con il procedere della storia. La scena iniziale, degna di un giallo di Agatha Christie o un film di Alfred Hitchcock, è narrata dalla stessa Romaine che racconta del suo risveglio nello studio del padre, con quest’ultimo riverso a terra in una pozza di sangue. La ragazza, stravolta dallo shock, si convince di essere la causa di quella morte.
La sorella Florence accorre in suo aiuto e in pochi minuti ripulisce la stanza del delitto creando per la gemella un alibi inattaccabile e allontanando Romaine da ogni sospetto. Sin da subito però, si intuisce che l’affetto fraterno non è l’unica motivazione a muovere Florence…ma per questo dovremo attendere la fine del libro.
Personalità complessa quella della sospetta omicida. Nel 1938 la troviamo impegnata a pilotare aeroplani, un’attività rischiosa e (per quei tempi) prettamente maschile. Una grande passione quella del volo, che la porta a correre dei rischi, ma che le regala ogni volta una sensazione di libertà e di vita che non ha sulla terraferma.
E’ una donna terribilmente tormentata Romaine, che sfidando le convenzioni e rischiando la vita cerca di esorcizzare i sensi di colpa che la divorano.
Completamente opposta la personalità della sorella Florence. Perfetta moglie e madre in casa e impeccabile donna di mondo nei ricchi salotti parigini.
Passionale e coinvolgente l’una, quanto fredda e distaccata l’altra.
Mi ha impressionato molto il personaggio di Florence. Un donna che come i ragni tesse tele di intrighi, profondamente legata alla sorella gemella da un amore macchiato dalla menzogna e dalla mistificazione.
L’ambientazione è affascinante perché varia. La storia si sviluppa tra hangar di piccoli aeroporti, locali super chic dove Cole Porter conquista i parigini con il suo jazz e Josephine Baker con la passionalità della sua danza e bettole da quattro soldi che nascondono riunioni di società segrete, spie e assassini. E come inquietante cornice a tutto ciò, vi è l’ombra dell’invasione nazista che allunga i suoi artigli su Parigi.
Consigliato!