Recensione:” La sorella sbagliata” di Camilla Filippi
Titolo: La sorella sbagliata
Autore:Camilla Filippi
Editore:Harper Collins
Genere:Narrativa
Data di pubblicazione: il 3 Settembre 2020
Luciana è andata via da Milano appena ha potuto. Sua madre dava sempre ragione a Giovanna, sua sorella. Perché Giovanna era la figlia preferita. Perché Giovanna ha un carattere impossibile. Perché Giovanna è spastica.
Così Luciana si è trasferita a Bologna, dove insegna in un liceo e ha iniziato una nuova vita. Si è tinta i capelli di nero e adesso gli amici la chiamano Biancaneve. Finché, una mattina mentre è a scuola, riceve una telefonata. Deve tornare a Milano. È successo all’improvviso. Sua madre non c’è più. Lo spaesamento, il funerale, Giovanna. Giovanna che le urla contro perché non c’era, Giovanna che le chiede di fare un viaggio in onore della loro madre. La meta deve essere Stromboli, dice. Ma Stromboli per Luciana è troppo lontana, così propone di ripiegare su San Benedetto del Tronto.
Tra antichi rancori e nuovi litigi, per le due sorelle inizia così un viaggio destinato a cambiare per sempre le loro vite. Tra imprevisti e contrattempi, mentre tutta Italia cerca di capire il luogo dove Aldo Moro è sotto sequestro, Luciana e Giovanna – quest’ultima con Briciola, la sua inseparabile cagnolina paraplegica – troveranno sulla loro strada inattesi compagni di viaggio, come Ivan, giovane stralunato innamorato dell’India, dove peraltro non è mai stato, e Rossano, che, nonostante sia intrappolato nel corpo di un omaccione, in realtà è Rosy, affascinante travestito. Tutti e quattro diretti verso l’inevitabile resa dei conti.
Il rapporto fra due sorelle è forse il legame più prezioso e più difficile da narrare tra tutti quanti: Camilla Filippi, attrice di fiction che a me piace moltissimo, ci ha provato in questa sua opera prima, non sempre riuscendo a soddisfare le aspettative di chi una sorella la ha, come me, e di chi, sempre come me, conosce bene la letteratura d’introspezione.
Luciana e Giovanna sono due sorelle con un rapporto molto contrastato: Luciana ha vissuto male il fatto che Giovanna fosse spastica e Giovanna, dal canto suo, si è sempre comportata in maniera tirannica, forse proprio a causa di questo problema di salute.
La morte della madre le fa incontrare di nuovo e partire per un viaggio nell’Italia delle Brigate rosse per riappacificarsi e fare i conti con un passato mai del tutto risolto.
La trama, come vedete, è molto semplice perché la volontà dell’autrice era quella di dare maggiore risalto ai pensieri e all’introspezione delle due protagoniste sempre in lotta fra loro, sempre separate da modi di vedere le cose diversi e, forse, impossibili da far collimare.
Un aspetto che sicuramente balza agli occhi leggendo il libro è che mentre Luciana viene sviscerata dal punto di vista caratteriale, vengono espressi sempre i suoi pensieri, le sue paure, Giovanna non ha lo stesso trattamento. È un romanzo d’introspezione a metà quello che ne viene fuori, dove la sorella spastica non ha la stessa possibilità di raccontarsi diventando, quindi, semplicemente un’antagonista di Luciana o, per dirlo in parole povere, una che si comporta solo come una “stronza”.
Il romanzo è scritto in maniera molto semplice, quasi naif, eppure risulta molto pesante a causa di un ritmo lento, perso tra i mille pensieri di Luciana, i pianti, le baruffe tra sorelle, tanto che, pur essendo un romanzo di 250 pagine, la sensazione finale è di averne lette almeno il triplo.
L’ambientazione storica durante gli anni di piombo dovrebbe avere un peso maggiore, a mio modesto parere, ma rimane sullo sfondo: si percepisce ma non diventa mai parte integrante della trama.
Così come le descrizioni delle città: Bologna, Fano, Stromboli, tutte accennate ma non approfondite, forse perché non si tratta di un romanzo descrittivo ma mi sarei comunque aspettata che in un libro che tratta il tema del viaggio l’ambientazione avesse più peso.
Mi sono sempre appassionata di romanzi che analizzano il rapporto fra sorelle, forse perché lo vivo in prima persona, e proprio per questo ho scelto di recensire La sorella sbagliata. Eppure non ho trovato in esso quella profondità capace di raccontare un legame così contraddittorio e unico.
Sicuramente, però, all’autrice Camilla Filippi vanno i miei complimenti per averci, almeno, provato.