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Recensione: “La spia della Corona” di Julia Quinn (serie Agenti della Corona)

Care Fenici, ecco la recensione di Lucia per “La spia della Corona” di Julia Quinn

Dall’età di dieci anni Caroline Trent è stata affidata a una serie di terribili tutori e ha imparato molto presto che solo un atteggiamento deciso può metterla al riparo dalle loro insidie. Ormai prossima al suo ventunesimo compleanno, si vede costretta a fuggire dalla casa del suo ultimo tutore, con l’intenzione di rimanere nascosta fino al conseguimento della maggiore età. Ma sul suo cammino compare Blake Ravenscroft, agente del ministero della Guerra, che la rapisce credendola Carlotta De Leon, temibile spia di origini spagnole. Caroline decide allora di sfruttare la situazione a suo vantaggio, e dal più imprevedibile degli equivoci

Diede un’occhiata alla stanza per convincersi di non avere dimenticato niente, mise un paio di candele di sego nella valigia, casomai ne avesse avuto bisogno, e uscì. La casa era silenziosa; ai domestici era stata concessa una serata libera, sicché probabilmente nessuno aveva visto quando Percy l’aveva aggredita. Evidentemente Oliver aveva previsto tutto, e Caroline era sorpresa che non avesse fatto ricorso prima a quel piano. All’inizio doveva aver pensato di riuscire a convincerla a sposare Percy senza ricorrere allo stupro, e adesso che il suo ventunesimo compleanno si avvicinava, si era sentito con l’acqua alla gola. Come del resto Caroline. Se avesse dovuto sposare Percy sarebbe morta, e non si curava affatto di sembrare melodrammatica ai suoi stessi occhi. L’unica cosa peggiore del pensiero di vederlo ogni giorno per il resto della sua vita, era di doverlo ascoltare ogni giorno fino alla morte.

Dalla morte del padre, avvenuta quando lei aveva appena dieci anni, Caroline ha visto entrare nella sua vita una sequela di tutori biasimevoli. Il primo si era disinteressato di lei spedendola in campagna, il secondo era talmente avaro da averla fatta diventare una serva, il terzo le aveva fatto prendere l’abitudine di portare sempre con sé un’arma per difendersi dai suoi desideri, il quarto era un ubriacone presto defunto. E ora il quinto ha appena ingiunto al figlio succube di violentarla in modo tale che l’enorme patrimonio, che la giovane avrà al compiere dei suoi ventun anni, non esca dalla famiglia.

È in questo modo che facciamo la conoscenza di un’eroina intrepida e terribilmente divertente: la troviamo con una pistola fumante tra le mani, appena dopo che ha sparato a Percy, il figlio di Oliver, suo tutore. A sua discolpa bisogna dire che Percy è stato obbligato, non vuole sposare Caroline, anzi, ne ha davvero paura dopo aver avuto modo di conoscere il suo pepato caratterino. Ed è talmente felice di essere vivo che le presta persino il denaro per scappare e attendere in qualche luogo il suo compleanno, che la renderà finalmente libera.

La fuga di Caroline però è di breve durata, non appena mette il naso fuori di casa viene infatti rapita da Blake Ravescroft. Lui è un agente della Corona che sta indagando su Oliver, che è accusato di essere un traditore, e che quella notte dovrebbe incontrarsi con una spia molto pericolosa: Carlotta De Leon. Se per una donna normale trovarsi con una pistola puntata al cuore potrebbe essere spaventoso, dopo qualche attimo Caroline capisce che può essere la sua fortuna. Blake infatti la porta nella sua tenuta, deciso a tenerla a pane e acqua fino a quando non gli rivelerà tutti i suoi segreti. Per la giovane è un rifugio sicuro dove passare le prossime settimane in attesa del suo compleanno, basta solo che riesca a far credere di essere la famigerata spia per qualche tempo.

L’arrivo del Marchese di Riverdale, però, pone fine alla recita. Eppure nessuno dei due gentiluomini può permettere che Oliver metta di nuovo le sue mani sulla ragazza. Inoltre, la conoscenza di lei della casa e delle abitudini del suo tutore potrebbe aiutarli nella loro missione. Sempre che nel frattempo Blake non soccomba al desiderio incredibilmente potente di strozzare la sua insopportabile, incantevole, sempre affamata e travolgente ospite.

La spia della Corona è il primo di due libri che narrano le avventure di Blake e James Riverdale, che sarà il protagonista del prossimo capitolo della serie. Nonostante la storia d’amore non occupi grande spazio, dato che Blake si ostinerà per lungo tempo a rimanere fedele alla fidanzata morta, Marabelle, è un libro incredibilmente divertente, grazie ai dialoghi brillanti e pieni di ironia della protagonista.

Se Blake è serio e ligio al dovere, Caroline non appena lo conosce, e viene a sapere del suo passato, decide che ha bisogno di rilassarsi e di ridere. Inoltre non è disposta a stare con le mani in mano dato che lui le offre, se pur riluttante, ospitalità e protezione.

Peccato però che non sempre le sue azioni trovino il giovane entusiasta, non certamente quando decide che il suo giardino ha bisogno di essere risistemato e lo riduce a una groviera, spostando piante e fiori, anche se poi il risultato è davvero lodevole. E non riscuote l’approvazione del giovane neanche il voler sistemare la sua biblioteca in ordine alfabetico, specialmente quando lui trova tutti i suoi libri accatastati sul pavimento e lei caduta dalla scala con una caviglia gonfia. Ancora meno può amare il fatto che i suoi domestici sembrino adorarla al punto tale che, mentre per lui il menù è quanto meno frugale, per la giovane donna si imbastiscano luculliani pasti da principessa.

I personaggi sono davvero bellissimi e splendidamente caratterizzati. Blake, con il suo continuo rimorso per non aver impedito che la sua fidanzata andasse al suo posto quel fatale giorno, così deciso a non permettersi di essere felice e dimenticare la donna che ha amato, è convinto di finire la sua vita in solitudine. James Riverdale, il suo amico e compagno di missioni, vede un sottile cambiamento in Blake dopo l’arrivo di quella strana e deliziosa ereditiera, ed è convinto che lei possa essere la donna che lo farà tornare a vivere. Ne è così convinto che non perde una sola occasione per farli restare soli, un po’ per spingerli l’uno nelle braccia dell’altro e un po’ perché trova insopportabili i loro continui battibecchi sulle più futili cose. Caroline si rivela un’eroina divertente e originale, piena di spirito e, nonostante le sue tante traversie, è indomabile e affascinante.

Scritto benissimo, spassoso e pieno di brio, questo libro è una delle opere di Julia Quinn che ho apprezzato di più. Ho sorriso spesso e ho faticato a metterlo giù fino alla parola fine. Forse è stato meno romantico di altri libri, ma è uno storico imperdibile se volete passare qualche ora spensierata.

 

 

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