Recensione: La spiaggia segreta di Karen Swan
Titolo: La spiaggia segreta
Autore: Karen Swan
Editore: Newton Compton Editori
Genere: Romanzo rosa
Data di uscita: 24 giugno 2021
Bell ha alle spalle un passato doloroso, ma sembra aver ritrovato la serenità lavorando come tata per una famiglia benestante di Stoccolma. Hanna e Max Mogert sono i genitori di Linus, nove anni, e di due adorabili gemelline, Elise e Tilde. Bell è con la famiglia da tre anni e ha imparato ad amare la sua nuova vita nello storico quartiere della città svedese. Una mattina, mentre sta preparando i bambini per portarli a scuola, risponde al telefono. All’altro capo c’è una donna che chiama da una clinica di cui Bell non ha mai sentito parlare e le chiede di riferire a Hanna un messaggio molto particolare: il marito della signora si è svegliato. Bell è confusa. Ha visto con i suoi occhi Max uscire di casa qualche minuto prima, ma la donna ha chiesto espressamente di Hanna… Quando Bell comunica il messaggio ai suoi datori di lavoro, la verità viene rivelata: il primo marito di Hanna, a seguito di un incidente, è rimasto in coma per sette lunghi anni. Ma ora è sveglio. E la vita di tutti loro sta per cambiare.
Ho sempre trovato i libri di Karen Swan carini, divertenti e leggeri. Mi piace leggere quello che pubblica, sono letture ideali per le vacanze, che mi lasciano sempre di buon umore.
La spiaggia segreta è stata una sorpresa… non pensate subito male, parlo di una bella sorpresa. Ho persino difficoltà a esprimere la sensazione che mi ha regalato. Mi è proprio piaciuto e ho apprezzato tanto come l’autrice sia riuscita a introdurre una situazione familiare difficile in un ambiente quasi fiabesco.
La storia è ambientata a Copenaghen, nei suoi dintorni e negli arcipelaghi danesi, ai giorni nostri.
La Swan è riuscita a creare una bellissima atmosfera, viene la voglia di visitare i luoghi e conoscere meglio la cultura della Danimarca.
I protagonisti, che normalmente quando si tratta di una storia d’amore sono sempre i due coinvolti, in questo caso sono tutti i personaggi del libro. Tanto per fare una battuta, persino il maggiordomo!!!
Comunque al centro della narrazione c’è Belle, ragazza inglese che la casualità porta a Copenaghen, dove poi mette radici. Ha trovato una famiglia tutta sua, formata dai suoi amici e dalle persone che accudisce. Ho usato la parola “accudisce” perché ufficialmente lei è la tata, ma in realtà ha adottato i Mogert: Hanna, Max e i loro tre figli Linus e le gemelle Elise e Tilde. L’amore che prova per tutti loro e specialmente per i bambini è un piacere ma anche una necessità.
Di primo impatto Belle sembra spensierata, libera, felice ma come tanti, ha sofferto e sta provando a ricrearsi una vita nuova per andare avanti.
La storia esplode quando si viene a conoscenza di un segreto di Hanna che coinvolge l’intera famiglia, inclusa Belle. In scena entra Emil Von Greyers, reduce di un miracolo: si è svegliato dal coma dopo sette anni. Non voglio raccontare tanto sui personaggi singoli e le loro vicissitudini perché è bello scoprirli leggendo il libro, ma ci tengo a dire che ho trovato di tutto nel romanzo.
Ci sono storie d’amore, rapporti di amicizia, legami familiari ingarbugliati, lealtà verso il datore di lavoro portata agli estremi, conflitti fra genitori e figli, fra marito e moglie, amore fraterno…
Vi lascio trarre le vostre conclusioni da un pensiero di Belle:
Aveva pensato che in quella storia non ci fossero cattivi, ma in realtà lo erano tutti. Ciascuno di loro si era comportato in modo orrendo e aveva tradito, a modo suo. (Tratto dal libro)
Nonostante si tratti di un volume abbastanza lungo di circa 400 pagine si legge velocemente e la scrittura è scorrevole, lo stile dell’autrice è mantenuto, anche se questo libro è più profondo e tratta temi più delicati.
La morale è che non sempre la vita è rose e fiori, ma tutto dipende da come ognuno imposta la sua esistenza.
[…] “la vita non è quello che ti capita, ma come scegli di reagire”. Così, all’indomani di quelle orribili settimane d’estate, aveva innanzitutto scelto la libertà e ora stava scegliendola felicità. Non erano ancora inestricabilmente collegate, ma sperava che un giorno lo potessero diventare. (Tratto dal libro)