Recensione: “La stagione dei narcisi” di Scarlett Douglas Scott
Italia, 1819Sofia Arisi, figlia di mercanti italiani della borghesia milanese e promettente pittrice, a causa delle sue idee politiche è costretta insieme alla madre Maddalena a lasciare l’Italia e l’uomo che ama, di cui non riesce a ottenere notizie da molto tempo.Considerata una sovversiva, accusata di partecipare ai moti rivoluzionari e braccata dalla Polizia Austriaca, fugge in Inghilterra con sua madre sotto falsa identità.Il fortunato incontro con un’artista, Vera Martin, la porterà a conoscere il Barone Brecon che la invita a soggiornare nel suo castello in Galles per dipingere il ritratto della sorella Betrys. Maddalena vede finalmente spianata la strada per il successo economico, ma non contenta concorda con il Conte Mersey, amico di Brecon, un matrimonio di convenienza con la figlia.Costretta a obbedire e intrappolata dalle troppe menzogne, Sofia si troverà a un bivio: accettare un matrimonio senza amore o rivelare la sua vera identità? Una rivelazione che la porterebbe a perdere tutto proprio quando dal passato ritorna l’ombra di un nemico che non ha mai smesso di cercarla dopo la fuga da Ventimiglia.
Ambientato tra l’Italia al tempo dei moti carbonari e l’Inghilterra della Reggenza, La stagione dei Narcisi racconta le vicende di due donne, madre e figlia, e del loro legame possessivo e succube.Maddalena, rigida e razionale, convergerà le proprie aspettative sulla figlia, la quale, raffigurazione di un archetipo femminile di sottomissione e obbedienza, grazie alla tragedia dell’esilio e all’incontro con un nuovo amore troverà il coraggio di ribellarsi alle convenzioni e a far riemergere la propria forza interiore.
Fonte della trama: Amazon
La stagione dei narcisi di Scarlett Douglas Scott è una deliziosa chicca che unisce con grazia e stile il romanzo Regency e lo storico Risorgimentale, creando un bel mix di storia ed eventi che tengono il lettore con il fiato sospeso fino alle ultime pagine.
La giovane Sofia Arisi è una promettente pittrice e incarna perfettamente il miglior prototipo delle nuove giovani italiane: indipendenti, intelligenti e consce delle proprie possibilità. La sua passione per la causa rivoluzionaria degli indipendentisti la metterà presto di fronte a una scelta.
Sarà proprio una serie di lettere scritte al fidanzato carbonaro a cacciarla nei guai e a costringerla a fuggire con la madre Oltre Manica, prima in un piccolo paesino nella brughiera e successivamente al castello di un giovane Lord, che le ospiterà in cambio dei servigi di Sofia come pittrice ritrattista.
Sempre tallonata dalla madre, apparentemente interessata solo a tenerla al riparo dalle spie austriache, ma guidata in realtà dall’ambizione di un possibile ingresso in società di Sofia e di un ritorno all’antica prosperità attraverso un ricco matrimonio, Sofia navigherà in mari agitati, tra l’attrazione verso il bel Barone e il terrore che le menzogne e la falsa copertura sotto la quale si rifugia possano saltare.
La possibilità di contrarre un buon matrimonio potrebbe essere una valida alternativa?
Dunque, una storia piuttosto complessa e ben articolata, con l’unica pecca di aver trascurato un po’ il sentimento a favore dei cavilli mentali dei protagonisti: avrei preferito qualche scena d’amore più coinvolgente, ma l’avventura e il ritmo di certo non mancano.
Da leggere.